Cambio euro-dollaro: quali prospettive? Facciamo chiarezza

Flavia Provenzani

16 Febbraio 2017 - 15:44

Per il cambio euro-dollaro le prospettive non sono mai state così nere. È ora di fare chiarezza.

Cambio euro-dollaro: quali prospettive? Facciamo chiarezza

Le prospettive per il cambio euro-dollaro non sono mai state così scure.

Il 2017 sarà l’anno della scomparsa dell’euro? Sarà la fine dell’intero progetto dell’Unione Europea? Quale destino per il cambio euro-dollaro?

Se qualcuno avesse predetto la fine dell’UE a metà degli anni 1990, nessuno ci avrebbe creduto. Ma i tempi sono cambiati; per il cambio euro-dollaro le prospettive per il 2017 sembrano disastrose nel più ottimistico dei casi.

Nubi di tempesta si stanno addensando sul continente europeo, le più grandi per il cambio euro-dollaro si stanno concentrando sulla Francia. Potrebbe scatenarsi una vera e propria marea di distruzione; il candidato presidenziale di estrema destra, Marine Le Pen, ha sempre più possibilità di vincere. Il primo dei due turni delle elezioni Francia 2017 è il 23 aprile.

Cambio euro-dollaro: tutto è cambiato con Trump

In realtà, l’outlook per il cambio euro dollaro è peggiorato da quando Donald Trump ha vinto le elezioni presidenziali americane lo scorso novembre. Ha messo in chiaro che nessuno può calcolare davvero la forza del messaggio anti-globalizzazione. Trump ha mostrato che i sondaggi non sono affidabili, trasmettendo questi fattori all’UE e suggerendo che i fattori di rischio per l’euro non sono mai stati così grande.

Il cambio euro-dollaro ha retto intorno a quota 1.07 nelle ultime settimane, anche a causa dei problemi di «rodaggio» alla Casa Bianca, il nuovo presidente sta scoprendo i limiti dei suoi poteri. Quindi, la debolezza dell’euro si farà vedere maggiormente nei prossimi mesi e la parità sul cambio euro-dollaro, secondo alcuni, è un target ancora nel mirino.

Cambio euro-dollaro e l’anti-europeismo in Francia

La vittoria di Trump e la Brexit hanno dato nuova forza al trend euroscettico e protezionista all’interno dell’UE. La Francia è il cuore dell’Europa. Senza di essa, vi sarebbe una disintegrazione continentale europea. Tuttavia, non è né la prima né l’ultima pallottola da cui l’euro si deve proteggere nel 2017.

La prospettiva che Marine Le Pen vinca le elezioni presidenziali francesi è diventata sempre più realistica. Lei è la candidata favorita e Trump ci ha già insegnato che le previsioni possono essere ribaltate. Così, i mercati finanziari e gli investitori che hanno scommesso sui titoli di debito sovrano in particolare sono in allerta.

Lo spread tra il titolo francese e il Bund tedesco, indicatore di stabilità economica nella zona euro, ha colpito i livelli più alti dal 2014. Non è cosa da poco, considerando che la Francia è la seconda economia più grande della zona euro.

Il Fronte Nazionale di Le Pen promette di indire un referendum sull’adesione della Francia alla zona euro: né gli elettori né gli investitori possono ignorare l’ombra incombente di una Frexit. Se non si è ancora convinti delle prospettive ribassiste del cambio euro dollaro, guardiamo ora alla situazione nei Paesi Bassi.

Anche l’Olanda promette di pesare sul cambio euro-dollaro

L’Olanda, Paese relativamente piccolo, è uno dei fondatori dell’UE. Secondo molti parametri, gli olandesi sono tra coloro che hanno beneficiato maggiormente dell’euro, oltre ai tedeschi. I francesi vanno alle urne a fine aprile, ma gli olandesi voteranno il mese prossimo.

Come in Francia, vi è un partito anti-euro, anti-islamico e anti-immigrati che promette di tenere un referendum sulla sovranità del Paese contro l’Unione Europea, minacciando una «Nexit». Anche la Germania ha in programma delle elezioni importanti nel 2017 e non è immune dalle pressioni populiste, ma ne riparleremo più avanti.

La prova del nove è l’Olanda, dove il Partito della Libertà (PVV), guidato da Geert Wilders, può contare su almeno il 12% dei voti. Il che non sembra molto ma, all’interno del sistema altamente proporzionale dei Paesi Bassi, qualsiasi partito che rappresenta il 12% dell’elettorato ha un ruolo nel formare il nuovo governo.

Wilders, che nel suo Paese è stato accusato legalmente di diffondere l’islamofobia, intende lanciare tutte le procedure necessarie per una Nexit. I voti elettorali che riceverà Wilders, che promette di essere anche meglio del previsto, potrebbe alimentare ancora di più la paura in territorio europeo.
Il che rafforzerebbe la posizione della Le Pen e le possibilità di una Frexit.

Fino a poco tempo, sembrava che i centristi francesi potessero ancora salvare l’euro. François Fillon, dei repubblicani, sarebbe riuscito a raccogliere un sostegno sufficientemente forte per sconfiggere Le Pen. La sua presenza sulla scheda elettorale avrebbe potuto invertire le previsioni ribassiste sul cambio euro dollaro.
Ma uno scandalo famiglia ha indebolito le sue possibilità politiche e potrebbe anche escluderlo del tutto dalla corsa al Palazzo dell’Eliseo.

Cambio euro-dollaro: venti contrari dalla Germania

Il sentiment anti-euro passa dai Paesi Bassi alla Francia per arrivare in Germania. Nell’autunno del 2017, i tedeschi avranno la loro elezione federale. Eppure, per quanto strano possa sembrare dato che la Germania ha beneficiato dell’euro, anche in territorio tedesco è aumentato il sentiment anti-europeo.

La centrista Angela Merkel si scontrerà con il socialdemocratico Martin Schulz e l’Alternative für Deutschland, partito di centro destra guidato da Frauke Petry. Dalla Germania, il moto anti euro promette di raggiungere anche altri paesi europei.

Il peso dell’euroscetticismo sul cambio euro-dollaro: il caso dell’Italia

Già esistono dei partiti euroscettici (di diversi orientamenti ideologici) nei governi europei.
In Grecia, Ungheria, Polonia e Finlandia, per iniziare. In alcuni paesi, i partiti populisti ed euroscettici hanno quasi il 50% di popolarità. L’Italia, che potrebbe tornare alle urne nel 2017, ha il M5S che può contare su quasi il 30% dei voti, in media.

Il sentiment anti-euro e populista sta aumentando la sua forza in Italia - solo pochi altri membri UE hanno assistito ad un declino della propria economia sotto l’euro come lo Stato italiano.

Nel 2000, prima dell’adozione della moneta unica, l’Italia e la Germania avevano dei tassi di disoccupazione simili (e bassi) e l’industria italiana stava raggiungendo velocemente i livelli della produzione industriale tedesca e il valore delle sue esportazioni.

Con l’euro, ora l’Italia deve affrontare una disoccupazione a due cifre e poche soluzioni per risolvere il problema. Non c’è dubbio che gli euroscettici abbiano una certa possibilità di dire la propria nel prossimo turno elettorale. Tutti i candidati anti-europei, a partire da Wilders in Olanda e Le Pen in Francia, sostengono il protezionismo e il ritorno della sovranità monetaria.

Cambio euro-dollaro: quali prospettive?

L’euro potrebbe ancora sopravvivere alla fitta tempesta che promette di distruggere l’Unione Europea. Ma la posta in gioco prevede che la moneta unica soffra di grandi azioni speculative. Le prospettive sul cambio euro-dollaro non sono mai state più a favore del biglietto verde negli ultimi anni.

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