Cambio euro-dollaro sale dopo aver toccato i minimi di 20 mesi in reazione alle dimissioni di Renzi. La moneta unica torna forte.
Il cambio euro-dollaro sale sopra area 1.07 dopo essere crollato ai minimi i 20 mesi in reazione alla vittoria del No al referendum costituzionale 2016.
Le dimissioni di Renzi a causa del risultato del Referendum hanno fatto inizialmente paura ai mercati e aumentato l’incertezza sull’economia italiana e un possibile effetto domino in Europa.
Il cambio euro-dollaro è crollato dell’1,5% a $1.0506, i minimi del 16 marzo 2015, mentre al momento scambia a 1.0705 - per un rialzo di giornata dello 0.40%.
Cambio euro-dollaro: rally dopo referendum, ma scadenza opzioni rallenta
Nel giorno dopo il referendum costituzionale, con la vittoria del NO alla riforma della Costituzione promossa da Renzi, l’euro sta mostrando una resistenza considerevole. Nella notte ha toccato i minimi di 20 mesi, per poi girare al rialzo e tornare sopra in area 1.07.
Tuttavia, il forte rialzo del cambio euro-dollaro dopo la vittoria del NO al referendum ha incontrato un ostacolo.
La scadenza di opzioni a quota 1.0700 e 1.0750 oggi sta aiutando a limitare il cambio euro-dollaro. Al momento il cross scambia intorno a 1.0688, in calo anche altre coppie con l’euro in quotazione.
Si tratta di opzioni vanilla, quindi procedono fino a scadenza, nonostante il superamento di barriere.
Cambio euro-dollaro: e la parità?
Qualcuno era già pronto a chiamare la parità durante la sessione asiatica, ma il cambio euro-dollaro si sta comportando diversamente.
Alcuni però ritengono che la parità sul cambio euro-dollaro sia solo una questione di tempo: forse non subito, ma è una possibilità perché non vi è alcuna certezza guardando alle prossime elezioni in Italia.
Il crollo del cambio euro-dollaro in reazione ai dati ufficiali sul risultato del Referendum, il discorso di Renzi in cui ha annunciato le sue dimissioni e la forte incertezza sul futuro del governo italiano pesa sulla moneta unica, hanno portato il cambio euro-dollaro a scendere senza freni in attesa dell’apertura della sessione europea e degli effetti sulla borsa.
Tuttavia, le borse europee scambiano in territorio positivo e durante la settimana l’euro ha trovato la forza di salire contro il dollaro.
Il mercato valutario aveva parlato chiaro: la discesa del cambio euro-dollaro alla vittoria del NO al referendum sulla riforma costituzionale di Renzi preannunciava un periodo di estrema volatilità, tanto per l’euro quanto per tutti i mercati europei, ma ora gli investitori sono confusi.
Rimane la paura che il populismo e i movimenti contro l’Unione Europa ora possano finalmente prosperare senza impedimenti in Italia, mettendo a rischio l’euro come moneta unico del blocco economico.
Il crollo del cambio euro-dollaro di questa notte preso forma in contemporanea con il discorso di Renzi a commento dei primi exit poll del referendum, che già davano il NO in netto vantaggio.
ORE 06:49 - Cambio euro-dollaro crolla con il No al referendum, dimissioni Renzi
L’euro nella notte è sceso ai minimi di marzo 2015, quando Draghi partì con il quantitative easing, in contemporanea con il discorso del primo ministro Mattero Renzi in cui ha annunciato le sue dimissioni ammettendo la sconfitta del Sì al referendum, costituzionale del 4 dicembre 2016.
La moneta unica ha perso contro tutte le 16 valute di controparte nel Forex dopo il NO al referendum costituzionale sul piano di Renzi di ridimensionare il potere del senato per un risultato di circa il 60% delle preferenze per il No e il 40% per il sì.
Al momento il cambio euro-dollaro sta recuperando le perdite.
Il cambio euro-dollaro è crollato dell’1,5% a $1.0506, i minimi del 16 marzo 2015, mentre al momento scambia a 1.0564 - per un ribasso di giornata dello 0.93%.
La vittoria del NO al referendum costituzionale in Italia è solo l’ultima di una serie di votazioni che hanno sconvolto i mercati finanziari nel 2016, dopo la vittoria della Brexit al referendum del Regno Unito e la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti del mese scorso.
Eppure, dato che la vittoria del NO al referendum era stata in gran parte prevista dai mercati, la reazione iniziale dell’euro e del cambio euro-dollaro è relativamente modesta rispetto a quanto succede solitamente durante questo tipo di eventi - la sterlina è sceso di oltre il 10 per cento in reazione al risultato del referendum Brexit, mentre il dollaro ha oscillato selvaggiamente nelle ore successive ala vittoria di Trump.
Nonostante il referendum abbia sollevato delle preoccupazioni sul futuro d’Italia nell’eurozona, per il suo sistema politico e giuridico, la vittoria del «no» è improbabile che inneschi una rapida uscita dell’Italia dall’unione monetaria.
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