Cambio euro/sterlina: in settimana il pound ha aggiornato i minimi dal 2009 nei confronti della moneta unica e i minimi dal 1985 nel rapporto col dollaro.
Cambio euro/sterlina: 7 giorni neri per il pound - Sia per la sterlina che per i metalli preziosi (oro in testa) quella che ci siamo appena lasciati alle spalle è stata una settimana di vera e propria passione.
E’ bastato che la premier britannica Theresa May parlasse di “hard Brexit” - ovvero di un’uscita del Regno Unito non solo dalla UE ma anche dal mercato unico - per far sprofondare il pound, il quale ha più volte toccato nuovi minimi nei confronti del dollaro statunitense e dell’euro.
Vertiginoso il crollo che ha avuto luogo nella notte tra giovedì e venerdì. Le quotazioni del cambio sterlina/dollaro sono passate dall’area 1,26 a meno di 1,20 nel giro di soli due minuti. Il recupero delle perdite (circa il 60%) comunque c’è stato e le quotazioni sono risalite in area 1,24.
Per quanto riguarda il cambio euro/sterlina, da 0,885 il rapporto è salito a 0,93 in pochissimi secondi.
Dando uno sguardo alle statistiche è possibile notare come siano stati aggiornati i minimi dal 1985 nei confronti della valuta americana e dal 2009 sulla moneta unica europea.
Al momento il cambio euro/sterlina continua a viaggiare a 0,90, con l’euro che guadagna lo 0,28% sul pound.
Cambio euro/sterlina: la hard Brexit preoccupa gli industriali britannici
Al di là degli errori tecnici che possono aver contribuito al crollo della sterlina (si parla di algoritmi impazziti), i nuovi minimi toccati dal pound hanno gettato nel panico il gotha degli industriali britannici.
In una lettera indirizzata alla prima ministra May - i cui contenuti sono stati anticipati dal Financial Times - i leader delle principali imprese del Paese hanno messo in guardia dai pericoli legati ad una eventuale hard Brexit, scrivendo che
“ogni piano di uscire dalla Ue senza mantenere legami con il mercato comune europeo dovrebbe essere escluso dal governo in qualunque circostanza”.
Metalli preziosi: piccolo crollo per l’oro, argento in calo
Sul versante dei metalli preziosi, in settimana l’oro ha ceduto quasi 60 dollari l’oncia, mentre l’argento viene negoziato a 17,55 dollari l’oncia.
A determinare il piccolo crollo dell’oro (quotazioni scese a 1.250) sono state le indiscrezioni circa un possibile rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve entro fine 2016 e le voci su un allentamento degli stimoli monetari da parte della Banca Centrale Europea.
© RIPRODUZIONE RISERVATA