A Milano Porta Nuova al via il primo test italiano di car sharing di quartiere: il servizio Elec3City con 15 Volvo XC40 a disposizione di abitanti e aziende
Il quartiere Milano Porta Nuova, oltre ad aver riscritto la mappa dei luoghi iconici della città, oggi diventa protagonista del primo esperimento italiano di car sharing di quartiere, con la partecipazione attiva di Volvo, che ci mette le macchine, il supporto della holding immobiliare che l’ha creato, Coima, e la benedizione interessata del primo cittadino, Beppe Sala.
Non si tratta di semplice car sharing, ma di un servizio che si inserisce nel percorso di innovazione cittadina, che deve essere sostenibile, digitale, innervato nella comunità e sicuro, perché automatizzato.
Una “prima assoluta”, ha infatti definito il progetto Elec3City il presidente di Volvo Italia, Michele Crisci. Ma non estemporaneo e coerente con gli obiettivi del costruttore, che ha una roadmap di sostenibilità che la porterà nel 2025 a ridurre del 40% la propria impronta di carbonio rispetto al 2018 e a diventare climate neutral nel 2040.
Come lo farà? Producendo solo macchine elettriche entro il 2030.
Un servizio per la comunità
La flotta del servizio Elec3City è composta da 15 Volvo XC40 Recharge Single Motor full electric, che come ha spiegato Michele Crisci «sono a disposizione di chi vive nel quartiere Milano Portanuova, di chi viene a visitarlo e anche delle aziende che vi lavorano».
L’idea di coinvolgere le aziende viene dal decreto del governo sui mobility manager, che devono essere nominati dalle aziende che hanno oltre 100 dipendenti per redigere piani di mobilità in grado di abbattere le emissioni di CO2.
Come si utilizza Elec3City
Le auto del servizio Elec3City si trovano nel parcheggio sotterraneo dedicato di Varesine Porta Nuova, sono affittabili per periodi che vanno da 30 minuti a più giorni e devono essere riconsegnate allo stesso parcheggio.
Non si applica, infatti, il concetto di drop off (lascio la macchina dove non mi serve più), proprio perché la macchina è di quartiere, è di tutti quelli che vi vivono e lavorano.
Al contrario di un normale noleggio o car sharing, non va riconsegnata con serbatoio pieno: essendo elettrica questo compito è affidato alla colonnina di ricarica del parcheggio sotterraneo.
Affittarla costa 0,25 centesimi al minuto, ossia 15 euro all’ora, e dopo tre ore l’affitto diventa giornaliero, per 50 euro.
La macchina si noleggia con le app Portanuova (di Coima) ed Elec3City (di Volvo), che saranno disponibili dal 15 aprile.
In fase di registrazione il controllo dei documenti per il noleggio viene fatto da una persona fisica, per capire che il cliente abbia i requisiti per guidare effettivamente l’auto.
Una volta registrato il cliente si ritrova nella flotta: sceglie l’auto, la prenota immediatamente o in modo differito, raggiunge la vettura nel parcheggio e con la stessa app apre il veicolo.
Sempre tramite la app il cliente ha la possibilità di fare fotografie a segni sulla carrozzeria o alteri danni, prima della presa in carico, e caricarle sul profilo della vettura noleggiata, per tutelarsi da eventuali richieste di risarcimento.
Un modello per la sostenibilità delle città
Costituito da vetture full electric, il car sharing di quartiere di Porta Nuova avrà un impatto sul piano green.
Un calcolo di Volvo sul funzionamento a regime del servizio stima 240mila km percorsi dalla flotta in un anno. Considerato il dato medio di 120 grammi di emissione media dei veicoli italiani l’anno scorso, Volvo stima un risparmio di 30 tonnellate di Co2 all’anno.
Il ceo di Coima, Manfredi Catella, ha sottolineato come Portanuova, in cui sono già installate 600 ricariche elettriche, sia candidato a essere il primo distretto al mondo con certificazione LEED e WELL for Community.
"Completato Melchiorre Gioia 22, il più grande edificio in Italia a zero emissioni - Catella ha spiegato che Coima ha un ulteriore obiettivo - fare di Portanuova una piattaforma di servizi. Un quartiere è una comunità, e noi stiamo componendo una comunità più ampia di quella dei residenti. Per esempio con la BAM, Biblioteca degli Alberi di Milano, avviamo servizi innestati su una piattaforma digitale che nasce con il Comune di Milano, una infrastrutturae tecnica nelle parti comuni che consentirà di accedere ai servizi”.
Il sindaco di Milano Beppe Sala ha detto che un’amministrazione oggi deve intercettare i trend globali e tradurli per la comunità. Tradotto in pratica, “favoriamo le tendenze i trend che portano a veicoli meno inquinanti. Sappiamo che l’elettrico costa, ma è un percorso da fare. Garantisco che entro il 2030 a Milano non ci sarà più un autobus che non sarà elettrico. La vision è definita. Come ha fatto Volvo. Bisogna avere ancora più capacità di pianificare. Nella nostra visione c’è l’idea della valorizzazione di qualsiasi quartiere”.
Dopo Porta Nuova, Porta Romana?
Un modello unico anche dal punto di vista digitale, quello di Porta Nuova: “c’è qualcosa di simile nell’aeroporto di Singapore - ha detto Manfredi Catella -. Ma solo qui possiamo testare con intensità la piattaforma digitale per l’accesso ai servizi, raccogliendo dati con dispositivi IOT e con telecamere".
Ed è per questo che Sala si augura che il modello Porta Nuova possa essere replicato altrove in città. “Facciamo il deal - ha detto rivolgendosi a Manfredi Catella - raccogliete i dati che il modello funziona e poi lo portate a Porta Romana”, ossia nel nuovo polo smart city che sta sorgendo sull’area dell’ex scalo ferroviario e che sarà utilizzato per le olimpiadi invernali Milano Cortina 2026.
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