Vito Lamendola un addetto al normale intervento appartenente all’Arma dei Carabinieri è stato aggredito durante un controllo di routine; operato al volto, non è però in pericolo di vita.
Carabiniere aggredito ad Avezzano (provincia de L’Aquila): una vicenda che fa luce - ancora una volta - sulla situazione in cui sono costretti a lavorare ogni giorno gli operatori di sicurezza, i quali mai come in questi giorni stanno rivendicando strumenti idonei per non rischiare la propria incolumità.
Le immagini del carabiniere aggredito sono diventate virali sui social network; un vero e proprio manifesto per coloro che da tempo rivendicano una maggior tutela, nonché una valorizzazione professionale ed economica del personale in divisa.
Ma cosa è successo al carabiniere vittima dell’aggressione, chi lo ha ridotto in quelle condizioni? Facciamo chiarezza sulla vicenda.
Chi è e cosa è successo al carabiniere vittima dell’aggressione ad Avezzano
In queste ore hanno fatto il giro del web le immagini di un carabiniere ricoperto di sangue, con la camicia di servizio macchiata fino al petto. Si tratta dell’esito di una colluttazione avuta dal carabiniere nel corso di un controllo di routine.
Questo nel pomeriggio del 19 giugno, alle ore 17:30, si ferma di fronte alla Caritas di Avezzano per controllare un uomo che in quel momento era in stato di agitazione. Insieme al collega della sua pattuglia ha provato a calmarlo, cercando di bloccare l’uomo a terra.
Questo però non accetta il controllo, e cerca di colpire i due: nell’agitazione colpisce uno dei due carabinieri, Vito Lamendola (un addetto al normale intervento), con due pugni sul volto, provocandogli una ferita che comincia fin da subito a sanguinare. Un duro colpo, tanto da richiedere un’operazione maxillo facciale; Lamendola non è in pericolo di vita, ma al momento è comunque ricoverato all’ospedale de L’Aquila.
A sferrare i due pugni, invece, un extracomunitario, un uomo dominicano di 41 anni, di cui per questioni di privacy non sono state rese note le generalità.
Perché la vicenda del carabiniere ferito sta facendo infuriare il web
Non mancano le polemiche per la vicenda. Ad esempio, un collega del carabiniere aggredito (il quale però ha voluto mantenere l’anonimato) è intervenuto a Il Giornale per spiegare che quanto successo al collega è un rischio che si ripete ogni volta che “noi uomini della strada usciamo in servizio”.
A tal proposito ci sono dei dubbi sull’efficacia della procedura da seguire nel caso in cui ci si trovi a fermare un uomo per dei controlli. Tant’è che lo stesso carabiniere dichiara che ogni volta che esce per un controllo si spera che non capiti nulla di particolare altrimenti “i problemi saranno su come intervenire, se e quanto mi conviene prenderle per evitare ripercussioni con la scala gerarchica”.
Il problema, quindi, non è tanto le ferite riportate - che comunque non sono di poco conto - quanto il rischio che potrebbe derivare da una tale situazione: perché se a farsi male fosse stato l’aggressore ci sarebbero potute anche essere ripercussioni per il carabiniere.
Soluzioni per evitare che si ripetano episodi come questo ci sarebbero, basti pensare che da mesi è stata autorizzata la dotazione di taser che però, come spiegato da William Ricci (segretario regionale del Nuovo Sindacato Carabinieri) devono ancora arrivare.
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