L’assemblea di Banca Carige ha approvato l’aumento di capitale da 850 milioni di euro necessario per risollevare le sorti dell’istituto di credito; bocciate, invece, le modifiche alla governance.
Dopo Monte dei Paschi di Siena, anche l’altro istituto di credito finito nel mirino della BCE, Banca Carige, mette in campo un aumento di capitale da 850 milioni di euro per risanare i debiti rilevati dalla Banca Centrale Europea lo scorso Ottobre, in occasione degli stress test.
L’assemblea degli azionisti di Banca Carige, con una maggioranza del 99% ha espresso voto favorevole per un aumento di capitale che potrebbe arrivare fino a 850 milioni di euro, da offrire in opzione ai soci (il titolo di Banca Carige è attualmente quotato a 0,0721 euro, dopo aver assistito ieri a una seduta particolarmente positiva). Determinante è stato il voto favorevole espresso dalla Fondazione Carige (che attualmente detiene il 12,5% dell’azionariato) che ha chiesto anche all’attuale CdA di rinunciare alle dismissioni annunciate precedentemente.
Con ogni probabilità l’aumento di capitale di Banca Carige dovrebbe essere attuato tra la fine del prossimo Maggio e l’inizio di Giugno.
La situazione patrimoniale di Banca Carige
L’aumento di capitale di Carige era stato indicato dalla BCE, in seguito al fallimento degli stress test dello scorso ottobre, come una delle operazioni da inserire obbligatoriamente nel capital plan, il piano programmatico che avrebbe dovuto definire le azioni per il risanamento di Banca Carige.
L’istituto di credito genovese aveva fatto emergere un ammanco di capitale di 813,4 milioni, negli stress test della BCE, per questo è stato deciso l’aumento di capitale che dovrebbe consentire a Banca Carige anche di far passare il proprio Cet1 (parametro che misura i requisiti di patrimonializzazione di una banca) dall’8,7% del 2014, al 12,6%, andando, quindi, anche oltre la soglia dell’11,5% che la BCE aveva chiesto di raggiungere entro il Luglio 2015.
L’aumento di capitale di Banca Carige
L’aumento di capitale potrà arrivare fino alla soglia massima di 850 milioni di euro e offrirà nuove azioni ai soci dell’istituto di credito. I tempi per la sua realizzazione sono certamente stretti dal momento che, non solo il termine per migliorare il Cet1 è stato fissato dalla BCE al prossimo Luglio ma gli stessi accordi presi con Francoforte prevedono che l’aumento di capitale debba essere eseguito entro il prossimo 26 Luglio e debba comunque essere concluso entro il prossimo 30 Settembre.
Per quanto riguarda la data, il presidente dell’Assemblea Cesare Castelbarco ha spiegato che
«Posso ipotizzare che l’aumento partirà verso la seconda metà di maggio, primi giorni di giugno. Ovviamente dipende dai tempi tecnici con cui verrà approvato il prospetto informativo da parte della Consob»
Quella dell’aumento di capitale rimane comunque un’operazione di primaria importanza, come ha spiegato l’Amministratore Delegato Montani
«Siamo a metà del lavoro, il turnaround di una banca di queste dimensioni prevede un lavoro di circa due esercizi (...) Non possiamo prescindere dal rafforzamento patrimoniale. Lo dice il buon senso ma ci sono anche indicatori precisi a cui non possiamo derogare»
Capital Plan e Governance
Il capital plan definito con la BCE prevede anche altre importanti azioni come la cessione di asset nel settore del private banking e del credito al consumo (Banca Cesare Ponti e Creditis). L’aumento di capitale apporterà benefici anche a queste operazioni, dal momento che il maggiore afflusso di capitale garantirà, soprattutto riguarda alla cessione di Banca Cesare Ponti, di valutare con maggiore oculatezza le offerte che verranno fatte, per trarne maggiori guadagni.
Sulle dismissioni la Fondazione Carige che attualmente controlla ancora il 12,5% del capitale di Banca Carige ha comunque invitato alla prudenza, esortando il CdA a valutare la possibilità di evitare o di rimandare alcune delle dismissioni previste.
Il voto di Fondazione Carige è stato determinante anche nel caso delle modifiche alla governance della Banca che, invece, non sono state approvate. In particolare, rimangono invariate le modalità di elezione del presidente e del vicepresidente, viene scartata l’ipotesi di introdurre un secondo vicepresidente e un direttore generale che affianchi l’Ad e rimangono immutate le soglie minime di capitale previste per la presentazione delle liste, in sede di assemblea.
Durante l’Assemblea è stato anche preannunciato l’avvio di un’azione legale, portata avanti da un gruppo di circa 100 piccoli azionisti, al fine di ottenere un risarcimento i danni causati dalle false comunicazioni relative al periodo 2011-2013, che potrebbero estendersi anche al 2014. In particolare le presunte false comunicazioni avrebbero danneggiato gli azionisti che hanno acquistato i titoli Carige sul mercato azionario o hanno partecipato all’aumento di capitale dello scorso, subendo, successivamente perdite prodotte dalla caduta delle quotazioni del titolo.
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