Il cashback ha funzionato: i dati che lo confermano

Giorgia Bonamoneta

7 Ottobre 2021 - 23:58

Il cashback è stato un fallimento o un successo? I dati analizzati dal Politecnico di Milano sono chiari. Ma allora perché il Governo Draghi ha bloccato tale strumento?

Il cashback ha funzionato: i dati che lo confermano

Il cashback ha funzionato perché è stato, senza alcun dubbio, uno strumento essenziale di ripresa dei consumi post lockdown, ma anche un metodo per iniziare a far avvicinare gli italiani, clienti ed esercenti, al sistema di pagamento elettronico.

Sul medio-lungo periodo insegnare agli italiani a pagare con la carta o gli altri sistemi elettronici può essere un ottimo incentivo contro il nero. Per quanto ancora i contanti siano il sistema di pagamento più usato, le transazioni elettroniche nel periodo del cashback sono cresciute del 41%

Anche oggi, a distanza di quasi 4 mesi dalla messa in pausa del cashback, i pagamenti elettronici non stanno diminuendo, segno del fatto che lo strumento ha sortito un effetto positivo sulla popolazione.

Il cashback ha educato gli italiani ai pagamenti elettronici

A luglio di quest’anno il Governo Draghi ha messo in pausa la misura economica del cashback perché, parole del premier, questo avrebbe favorito solo una determinata categoria di persone già abituate al pagamento elettronico: i ricchi.

Nel frattempo gli studi in merito alle conseguenze positive o negative dello strumento del cashback sono proseguiti. Il Politecnico di Milano ha rilasciato i primi dati sull’impatto della misura che sono molto positivi.

Il numero di transizioni digitali è aumentato in soli sei mesi del 41%, con un aumento del 23% sulle cifre spese digitalmente. Valeria Portale, direttrice dell’Osservatorio Innovative Payments, ha commentato in favore della ripresa dell’incentivo perché solo in questo modo “il pagamento digitale sarà la nuova normalità”.

I dati del successo del cashback

Dopo sei mesi di utilizzo i dati del cashback sono:

  • 9 milioni di utilizzatori
  • 6,1 milioni hanno superato le 50 transazioni per un rimborso di 150 euro
  • 750 milioni di operazioni effettuate

Questi dati fanno capire che, come riporta l’analisi del Politecnico di Milano, gli utilizzatori hanno aumentato il numero di transizioni digitali e hanno abbassato l’importo medio (-11%).

Una conclusione, in totale, positiva sullo strumento, che ha inoltre un costo limitato per lo Stato di appena (si fa per dire) un miliardo di euro.

Il blocco del cashback è una scelta politica?

Il Governo Conte II aveva stanziato le risorse per il cashback anche per il 2022, ma da luglio lo strumento è stato messo in pausa. La decisione si può dire che è stata politica?

In qualsiasi caso il fermo è valido fino al 31 dicembre 2021. Dopo questa data bisognerà decidere se cancellare del tutto il cashback o farlo ripartire, anche con alcune possibili modifiche.

Sicuramente, come ha riportato il Ministro dell’economia, Daniele Franco, quello del cashback non è uno strumento illimitato, ma eliminarlo prima del tempo non porterebbe a nessun beneficio e sarebbe uno spreco di denaro pubblico.

I risultati degli studi hanno dimostrato che il sistema ha funzionato e questo solo in un lasso di tempo molto limitato. Per sperare di avere dei buoni risultati, ha continuato il Ministro, bisogna guardare al medio periodo.

Nel frattempo il Governo ha puntato ad altre possibilità di far crescere i pagamenti elettronici:

  • il d’imposta dal 30 al 100% sulle commissioni
  • un bonus è per chi acquista il POS

Il cashback è servito ai clienti, mentre queste nuove misure hanno pensato ai commercianti che tanto hanno attaccato all’epoca lo strumento promosso dal precedente Governo. Non manca poi molto per scoprire cosa ne sarà del cashback, ma con qualche limatura tutte le iniziative per i pagamenti digitali potrebbero convivere e portare benefici.

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