Chi è Gina Miller? Dalla lotta alla Brexit al suo fondo di investimento

Flavia Provenzani

4 Novembre 2016 - 09:40

Chi è Gina Miller? La donna che ora sfidare il piano Brexit di Theresa May ottiene la sentenza dell’Alta Corte: serve l’ok del Parlamento prima di procedere.

Chi è Gina Miller? Dalla lotta alla Brexit al suo fondo di investimento

Gina Miller è la donna inglese impegnata nella lotta contro la Brexit, tanto da coinvolgere la Corte Suprema inglese e convincerla della necessità del voto al Parlamento prima di procedere ufficialmente con il percorso per l’uscita dall’UE.

E, al momento, Gina Miller sembra uscirne vincente, ponendo un nuovo ostacolo sulla strada dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.
Gina Miller sta mettendo in pericolo il piano per la Brexit del primo ministro Theresa May ed è assolutamente convinta della scelta fatta - nonostante la polemica al vetriolo scatenata dagli attivisti pro-Brexit.

L’imprenditrice inglese Gina Miller è al centro della battaglia legale per permettere al Parlamento di votare sulla Brexit prima che la May proceda con l’attivazione dell’Articolo 50. La Miller spiega di essere stata motivata dalla paura che il Regno Unito potesse affrontare un «futuro traditore».

Prima di lottare per l’arrivo della sentenza sulla necessità del voto parlamentare sulla Brexit, la donna 51enne, che gestisce il fondo di investimento SCM Private con il marito Alan, è impegnata in da circa 10 anni nella lotta per la trasparenza all’interno dei fondi d’investimento e dei fondi pensione, e per riformare il settore della beneficenza.

«Mi sono esposta e mi sono resa molto impopolare,»

ha detto.

«Ma non si tratta di essere impopolare, si tratta di fare la cosa giusta».

Chi è Gina Miller?

Tre figli e una precedente carriera da avvocato, Gina Miller gestisce una società di investimento, la SCM Private, con sede a Londra insieme al marito, che ha co-fondato nel 2014.

La Miller è nata nella Guyana, in America del Sud, ma è cresciuta in Gran Bretagna ed è la protagonista di un’azione legale a dir poco storica contro il primo ministro Theresa May. Gina Miller, infatti, sostiene che i singoli membri del Governo non abbiano alcun potere legale per poter attivare l’Articolo 50 del trattato di Lisbona e abbandonare l’Unione Europea senza previa autorizzazione del Parlamento e dei parlamentari.

Ha combattuto in questa battaglia legale insieme ad altre persone, tra cui il gruppo «Sfida popolare», che ha l’appoggio di migliaia di sostenitori.

Giovedì Gina Miller è riuscita nella prima fase del suo tentativo di ribaltare il piano di Theresa May per l’abbandono dell’UE con una sentenza preliminare presso la Royal Courts of Justice di Londra.

In un’intervista con il Guardian, Gina Miller ha detto di sapere la sentenza la avrebbe resa impopolare tra i molti elettori del referendum, ma ritiene che il Regno Unito stesso e il resto d’Europa abbiano fallito con il Sì alla Brexit del 23 giugno piuttosto che scegliere di riformarsi dall’interno.

«Non l’ho mai vista come una scelta binaria il rimanere o il lasciare. Ero molto dell’idea, e lo sono ancora, che sia tutto nel restare, riformare e revisionare»,

ha detto Miller.

«Il Regno Unito ha in realtà un ruolo molto potente in Europa... e non abbiamo solo trascinarci in basso, con insieme tutta l’Europa, per non aver accettato questa sfida».

Chi è Gina Miller: filantropia e lotta alla disonestà

Gina Miller è la fondatrice e presidente della Miller Philanthropy, fatta nascere con il marito Alan, originale «Mr Hedge Fund» che ha fatto più di £30 milioni nella City.
La coppia ha anche lanciato la campagna True and Fair, volta a tagliare le spese per i fondi pensionistici privati e a sradicare la «disonestà» nel settore dei servizi finanziari.

Gina Miller e suo marito sono stati i principali contribuenti dell’infermeria intitolata a Margaret Thatcher al Royal Hospital Chelsea, oltre che di numerosi piccoli enti di beneficenza del Regno Unito e dei loro progetti. La sua organizzazione, a detta della Miller, controlla ogni dettaglio del ricevente prima di sostenerlo tramite la beneficenza.

Gina Miller offre i servizi di sua fondazione a titolo gratuito, e la Miller Philanthropy ha anche una sezione pro bono - la Goodwill Exchange - che è composta da esperti, privati e aziende.

Chi è Gina Miller? Lotta contro la Brexit di Theresa May

Lo scontro verte sul capire se il Parlamento o solo il consiglio dei ministri ha l’autorità di dichiarare formalmente al Parlamento europeo che il Regno Unito vuole uscire dall’UE ai sensi dell’Articolo 50 del trattato di Lisbona.
L’Articolo 50 precisa che ogni Stato membro può abbandonare l’Unione Europea «in base alle proprie norme costituzionali».

Il governo è dell’opinione che i suoi poteri esecutivi, sotto il privilegio reale, siano sufficienti affinché David Davis, segretario alla Brexit, possa annunciare formalmente l’uscita della Gran Bretagna per conto del Governo di Theresa May.

A seguito di un processo durato tre giorni ad ottobre, il Lord Chief Justice (presidente della Corte Suprema inglese), Lord Thomas, ha pubblicato la sua sentenza giovedì mattina sull’opportunità che il Parlamento approvi la Brexit prima di procedere con la burocrazia europea.

Gina Miller e la sentenza dell’Alta corte inglese

Gina Miller, gestore di un fondo di investimento e filantropa, è stata applaudita dai sostenitori contrari alla Brexit per come ha risposto alle accuse volte contro di lei all’ingresso della High Court nel centro di Londra.

La Miller ha detto:

"Il risultato di oggi è per tutti noi, non si tratta di me o del mio team. Si tratta del nostro Regno Unito e del futuro di tutti noi. Non si tratta del modo in cui ognuno ha votato”.

«Ognuno di noi ha votato per un paese migliore e un futuro migliore. Questo riguarda il processo non la politica».

Prima che il governo annunciasse di voler fare ricorso, la Miller ha esortato i ministri a prendere la «saggia decisione» di non contestare la sentenza:

«Il mio team preposto (dello studio legale) Mishcon (de Reya), il consiglio ed io siamo assolutamente felici di essere stati in grado di far parte di questo dibattito, e di portare un po’ di moderazione andando avanti».

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