Cnel: cos’è e quanto ci costa? Come funziona l’ente guidato da Brunetta

Alessandro Cipolla

14/08/2023

Cnel: cos’è, quanto costa e quali sono le sue funzioni? Dopo averla scampata al Referendum del 2016, adesso l’ente è stato rispolverato per sbrogliare il rebus del salario minimo.

Cnel: cos’è e quanto ci costa? Come funziona l’ente guidato da Brunetta

Cnel: cos’è e quanto ci costa? Ente inutile, da molti considerato alla stregua un carrozzone superfluo e troppo costoso, oppure organismo importante per l’economia del Paese?

Salito alla ribalta durante il Referendum Costituzionale del 2016, dove veniva chiesta la sua abolizione, l’ente però si era salvato vista la vittoria del No che fece saltare così in toto tutti i quesiti proposti dall’allora governo Renzi.

Scampato il periodo, il destino del Cnel è tornato a essere in bilico ai tempi del Conte I: il governo Lega-Movimento 5 Stelle infatti ha avanzato una proposta di legge chiedendo, nuovamente, la sua abolizione: anche in questo caso il tutto si è risolto con un nulla di fatto.

Il governo Meloni ad parile 2023 ha nominato Renato Brunetta come nuovo presidente del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, con l’ente che poi è stato rispolverato dalla premier per cercare di sbrogliare l’intricata matassa del salario minimo nel nostro Paese.

Cnel: cos’è e funzioni

Tra le misure contenute nella riforma costituzionale che gli italiani hanno respinto col referendum del 4 dicembre, c’era anche quella riguardante l’abolizione del Cnel.

Che cos’è questo ente? Quali sono le sue funzioni e i suoi costi? E perché il governo Renzi prima e quello gialloverde poi hanno deciso di volerlo mandare in soffitta?

Il Cnel è un organo previsto dall’articolo 99 della nostra Costituzione ed è stato istituito con una legge nel 1957, ma la sua composizione e i compiti sono disciplinati da una legge del 1986.

Le funzioni del Cnel sono essenzialmente due:

  • esprimere pareri;
  • promuovere iniziative legislative in materia economico-sociale, come ad esempio per le leggi tributarie e di bilancio e per quelle costituzionali.

Il Cnel nasce dunque come organo consultivo del Governo, delle Camere e delle Regioni e rappresenta un luogo di mediazione dove gli interessi dei lavoratori si confrontano con quelli delle imprese.

I pareri sono forniti solo su richiesta dell’Esecutivo, del Parlamento e delle Regioni e anche se espressi non risultano vincolanti.

L’articolo 99 della Costituzione, che il ddl Boschi voleva abrogare, recitava:

“Il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro è composto, nei modi stabiliti dalla legge, di esperti e di rappresentanti delle categorie produttive, in misura che tenga conto della loro importanza numerica e qualitativa. È organo di consulenza delle Camere e del Governo per le materie e secondo le funzioni che gli sono attribuite dalla legge. Ha l’iniziativa legislativa e può contribuire alla elaborazione della legislazione economica e sociale secondo i principi ed entro i limiti stabiliti dalla legge”.

L’eliminazione del Cnel era uno dei cavalli di battaglia della riforma costituzionale, soprattutto in chiave di spending review. Nel 2014, durante un’audizione a Palazzo Madama, l’allora commissario per la revisione della spesa Carlo Cottarelli affermò:

“Ci sono enti pubblici che si possono eliminare o razionalizzare. Tra quelli da eliminare, ad esempio, io avrei individuato il Cnel”.

Nel 2019 in Senato è stata presentata una proposta di legge, questa volta voluta dal governo Lega-Movimento 5 Stelle, dove si è chiesto nuovamente l’abolizione del Cnel. Nonostante tutte queste iniziative, l’ente è ancora al proprio posto.

I costi

Il consiglio del Cnel è composto da 64 consiglieri, con mandato di 5 anni che può essere riconfermato. I consiglieri si suddividono in:

  • 10 esperti, qualificati esponenti della cultura economica, sociale e giuridica, dei quali 8 nominati dal Presidente della Repubblica e 2 proposti dal Presidente del Consiglio dei Ministri;
  • 48 rappresentanti delle categorie produttive, dei quali 22 in rappresentanza del lavoro dipendente, di cui 3 in rappresentanza dei dirigenti e quadri pubblici e privati, 9 in rappresentanza del lavoro autonomo e diciassette in rappresentanza delle imprese;
  • 6 in rappresentanza delle associazioni di promozione sociale e delle organizzazioni del volontariato, dei quali, rispettivamente, tre designati dall’Osservatorio nazionale dell’associazionismo e tre designati dall’Osservatorio nazionale per il volontariato.

Il presidente del Cnel - attualmente è l’ex ministro Renato Brunetta - viene nominato con decreto del Presidente della Repubblica, al di fuori degli altri componenti. Dal 2014 comunque il Presidente e i Consiglieri del CNEL non percepiscono né indennità né compensi di alcun genere per la carica che ricoprono.

In passato ogni anno lo Stato ha stanziato per l’organo consultivo tra i 15 e i 20 milioni di euro, mentre adesso si parla di costi decisamente più contenuti sull’ordine dei 6 milioni l’anno: a libro paga infatti ci sono ancora una sessantina di dipendenti e sette dirigenti che incassano dai 90.000 ai 140.000 euro lordi annui.

Questi i costi, ma i risultati? Sul sito stesso del Cnel si legge che negli oltre 50 anni di attività del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro sono stati pubblicati 1.380 documenti, gran parte dei quali consiste però in “pareri, osservazioni, rapporti, dossier, relazioni...”.

Stando a La Repubblica, nel 2022 il Cnel ha prodotto “quattro disegni di leggi e dato una trentina di pareri su altre norme in Parlamento”, con l’ente che adesso è stato chiamato in causa per dare un parere sullo spinoso tema del salario minimo.

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