Appare certa una proroga della chiusura fino a dopo Pasqua per il coronavirus, poi l’Italia dovrebbe iniziare gradualmente a riaprire anche in base alla fascia d’età con la svolta che potrebbe esserci il 4 maggio.
Al momento sul fronte quarantena appaiono esserci soltanto due certezze. La prima è che la chiusura totale in vigore fino al 3 aprile sarà prorogata, con il lockdown che a giorni dovrebbe essere esteso dal governo fino al 18 aprile.
Il secondo punto fermo è che, se i numeri dell’emergenza coronavirus continueranno a essere in discesa come negli ultimi giorni, dopo Pasqua si inizierà a ragionare sul cominciare una riapertura che però sarà tassativamente graduale.
Se da una parte nella maggioranza c’è chi, come Matteo Renzi, vorrebbe imprimere un’accelerata a questa che viene definita come la “fase due”, l’Istituto Superiore della Sanità e il Comitato Tecnico Scientifico continuano a predicare cautela.
Come fatto finora, Giuseppe Conte proseguirà ad affidarsi agli esperti ma il premier ha anche dichiarato come queste misure “non possono prolungarsi troppo”.
Il rischio infatti è che l’Italia, già in ginocchio economicamente per il coronavirus, rimanga ulteriormente indietro rispetto ad altri Paesi dove il sistema produttivo sta continuando a lavorare quasi a pieno regime nonostante la pandemia.
Considerando però le festività del 25 aprile e del 1 maggio, dove gli italiani sono soliti radunarsi in massa e fare gite fuoriporta, facile che il disco verde per una vera riapettura arriverà soltanto il 4 maggio.
Coronavirus, come ripartirà l’Italia dalla quarantena?
Prima di imbastire ogni discorso sulla riapertura occorre fare una premessa necessaria: ogni ipotesi di progressiva fine della quarantena in Italia è legata ai numeri del contagio, perché se non ci sarà un miglioramento difficile che si potrà iniziare ad allentare le misure restrittive.
Gli ultimi dati sulla diffusione del coronavirus nel nostro Paese fanno però trapelare un velato ottimismo, ma questo non basterà a evitare una proroga del lockdown fino a dopo Pasqua che ormai appare scontata.
Se il trend positivo degli ultimi giorni dovesse essere confermato anche nelle prossime settimane, il governo è pronto a una riapertura progressiva iniziando da quelle aziende e imprese costrette alla serrata dall’ultimo decreto.
A scaglione ci sarà una graduale riapertura di tutte le attività lavorative con cinema, discoteche, bar, teatri e ristoranti che saranno gli ultimi ad alzare le serrande mentre in mezzo al guado sembrerebbero esserci palestre, parrucchieri e centri estetici.
Il governo a riguardo starebbe pensando anche di delegare ai prefetti la decisione sul decidere, a livello locale e in base alle diverse esigenze, cosa riaprire prima e cosa invece dopo.
Si riparte il 4 maggio?
Una delle ipotesi al vaglio è quella di riaprire nelle prossime settimane ma mantenendo l’obbligo della distanza di sicurezza da dover rispettare, mentre per l’uso delle mascherine il problema sarebbe la difficoltà di reperimento.
Altra soluzione sul tavolo del governo è quella di una fine quarantena scaglionata in base all’età, con i più giovani che potrebbero vedere terminate prima alcune restrizioni rispetto agli anziani e alla fasce più a rischio.
La riapertura dell’Italia potrebbe quindi avvenire attraverso un doppio binario: prima le attività che non prevedono un grosso assembramento di persone e i giovani, poi tutti gli altri esercizi commerciali e gli anziani.
Considerando anche i vari ponti e festività tra il 25 aprile e il 1 maggio, l’obiettivo sarebbe quello di tornare a una certa normalità il prossimo 4 maggio ovvero due mesi dopo l’inizio dell’emergenza coronavirus.
Discorso a parte per scuola e Università, dove è difficile pensare di vedere gli studenti tornare in aula ma al tempo stesso si starebbero pensando a misure per dare la possibilità di non perdere l’anno scolastico e dare esami universitari.
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