Come l’intelligenza artificiale sta cambiando il mondo dell’editoria

Niccolò Ellena

30/05/2022

Con l’arrivo dell’intelligenza artificiale nel mondo editoriale sono molte i dubbi su cui si interrogano gli addetti ai lavori

Come l’intelligenza artificiale sta cambiando il mondo dell’editoria

Con l’avvento dell’intelligenza artificiale tutti i settori nel mondo del lavoro hanno subito un impatto più o meno rilevante, in positivo o in negativo. Uno di questi è stato senza dubbio il settore dell’editoria, che sta cambiando profondamente.

Ma come è cambiato in pratica? Ne hanno parlato nel corso dell’AI Week 2022 Aldo Fontanarossa di Repubblica.it, Alessia Lupoi, Antonello De Lucia di Cherry Speaks, Dimitri Stagnitto di Money.it, Federico Morgantini di Forbes, Giorgio Taverniti fondatore del Web Marketing Festival, Mario Marzullo di Notizie.info e Massimo Rosso di Rai.

Il dibattito ha fatto emergere due punti salienti ed estremamente rilevanti: l’intelligenza artificiale non solo ha un ruolo importante, ma sta già cambiando il modo con cui si fa giornalismo.

Ad esempio, Federico Morgantini di Forbes ha spiegato di essersi lanciato in un progetto editoriale indipendente in cui alcuni degli articoli di copertura che vengono redatti, sono creati attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale, che raccoglie e rivisita le informazioni per non creare contenuti copiati e successivamente le pubblica.

Il secondo punto saliente è rappresentato dalla possibilità di utilizzare l’intelligenza artificiale per rintracciare le fake news e combattere la dilagante disinformazione.

Come ha infatti sostenuto Alessia Lupoi, se la redazione di contenuti con l’uso dell’intelligenza artificiale è ancora in fase sperimentale, l’uso della stessa per trovare contenuti che non trovano nessuna conferma è già in atto.

Infatti, grazie alla grandissima capacità di calcolo e alla rapidità degli algoritmi dell’intelligenza artificiale, è possibile controllare se una notizia che è stata pubblicata proviene da una fonte affidabile, oppure se ci sono ragioni valide per pensare che sia mendace.

Soprattutto sul primo punto si è soffermato Massimo Rosso, Direttore ICT di Rai, il quale ha manifestato la sua preoccupazione circa l’uso che si sta facendo dell’intelligenza artificiale.

Rosso ha infatti spiegato che è fondamentale che sia l’individuo e in generale il popolo a controllare l’intelligenza artificiale e non il contrario, oppure a risentirne sarà la qualità dell’informazione.

A questo ragionamento si è ricollegato Dimitri Stagnitto, founder di Money.it il quale ha concordato con Rosso, specificando quanto sia ormai comune trovare online pagine che condividono contenuti ripresi da altre testate senza preoccuparsi di citare la fonte, plagiando in maniera esplicita.

Quello che sorprende, ha continuato Stagnitto, è il mancato intervento di Google nei confronti di questi contenuti che non rispettano le regole della professione giornalistica, in particolar modo quella di non appropriarsi dei lavori altrui.

Giorgio Taverniti, fondatore del Web Marketing Festival, si è soffermato sulla mancata eticità dell’intelligenza artificiale: ha spiegato che affidandole la redazione di contenuti, si rischia di incorrere in errori sostanziali come, ad esempio, la mancata citazione delle fonti.

Congiuntamente, tutti si sono detti speranzosi nei confronti di una futura regolamentazione in questo ambito, dal momento che l’intelligenza artificiale può portare grandi benefici, ma necessita di essere gestita e controllata dall’intelletto umano, cosa da cui non può e non deve assolutamente prescindere.

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