COVID-19, ecco la seconda ondata: preoccupano Campania e Lombardia, si valuta la possibilità di chiudere i confini.
Coronavirus, la seconda ondata è “ufficialmente arrivata”. Ne è convinto Il Messaggero, così come molti esperti che in questi giorni sono intervenuti per dire la loro sulla stato della pandemia in Italia (come ad esempio l’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani che ha lanciato l’allarme sullo stato delle terapie intensive).
I numeri di questi giorni, d’altronde, confermano che non possiamo più parlare di “onda lunga della prima ondata”, in quanto i dati sui contagi stanno aumentando in maniera talmente veloce da far pensare più ad una seconda ondata.
Cosa cambierà quindi adesso? Il Governo dovrà per forza di cose introdurre nuove restrizioni e lo farà con il DPCM atteso per il 15 ottobre. Regole più severe sono già state previste dal decreto mascherine, con il quale queste diventano obbligatorie in quasi tutte le circostanze, ma con il prossimo provvedimento ci saranno restrizioni per evitare che si vengano a creare assembramenti, ancora troppo frequenti nella movida.
E in queste ore si ricomincia a parlare di lockdown; il Governo continua a dire che vuole assolutamente evitare una chiusura centralizzata, ma non si esclude che possano esserci provvedimenti localizzati. Anzi, sembra che per alcune Regioni questo provvedimento possa essere solamente questione di giorni o al massimo settimane.
Seconda ondata: quali Regioni rischiano un nuovo lockdown
Il bollettino sui contagi da Covid-19 spaventa: nella giornata di ieri si sono registrati 5.372 nuovi casi a fronte di 28 morti. Con questi numeri nei mesi scorsi eravamo in pieno lockdown, ma va detto che allora la situazione nelle terapie intensive era diversa rispetto ad oggi.
Il Governo esclude la possibilità di un nuovo lockdown nazionale, ma comincia a guardare con attenzione l’andamento dei contagi in alcune Regioni. Nel dettaglio, come spiegato da Il Messaggero, preoccupa particolarmente la situazione in Campania, dove nella giornata di ieri sono stati registrati 769 nuovi casi, di cui 63 ricoverati in terapia intensiva. Altra Regione che desta preoccupazione è la Lombardia, già epicentro della prima ondata della pandemia: qui si sono registrati 983 nuovi contagi. La terza Regione che tiene in allerta il Governo è il Lazio, ma qui sembra si sia lontani dall’ipotesi di una chiusura.
Per Campania e Lombardia il Governo ci sta pensando, come confermato da Il Messaggero. Non si tratta di una decisione immediata, ma non si esclude questa via qualora il numero dei contagi dovesse continuare a salire con questo ritmo nelle prossime settimane.
Nuova chiusura per i confini regionali: l’ipotesi del Ministro Boccia
Mentre si valuta la possibilità di prevedere nuove restrizioni - come tra l’altro stanno già facendo i Governatori regionali - nelle zone più colpite dalla seconda ondata del coronavirus, il Ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, ha ammesso che si sta pensando anche di chiudere i confini di quelle Regioni considerate più a rischio.
D’altronde, nel Lazio si lamentano per il fatto che ogni giorno nella Capitale arrivano circa 10 mila pendolari campani; una situazione fuori controllo che potrebbe necessitare di una chiusura dei confini.
A tal proposito, il Ministro Boccia ha dichiarato:
Le limitazioni di spostamento tra le Regioni non possono essere escluse, non si può escludere nulla in questo momento. Dobbiamo difendere il lavoro e la salute a tutti i costi. La mobilità tra le Regioni deve essere salvaguardata, ma la situazione dovrà essere monitorata giorno per giorno. Appena c’è una spia che si accende bisogna intervenire.
Parole forti, che poi Boccia ha parzialmente ritrattato dicendo che al momento non è necessario generare preoccupazioni anche perché le reti sanitarie regionali funzionano bene. Tuttavia è una possibilità, con nuove limitazioni per spostarsi all’interno e all’esterno di queste Regioni che potrebbero essere realtà nelle prossime settimane.
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