Cronache estive di mancata tutela fanno indignare i bagnini che vorrebbero multare i genitori negligenti per abbandono di minore. Cosa dice la legge a riguardo?
Recenti casi di cronaca verificatisi lungo le coste riminesi hanno portato l’Associazione Marinai di Salvataggio cittadina a mobilitarsi nei confronti del Comune per ottenere lo status di pubblici ufficiali e sanzionare così i genitori negligenti.
La motivazione è semplice: episodi troppo frequenti di minori a rischio annegamento a causa del mancato controllo parentale.
I bagnini vogliono, insomma, poter richiamare formalmente le madri e i padri che non prestano attenzione ai bambini in acqua lasciandoli nuotare da soli anche in condizioni pericolose. Il reato di abbandono di minore contempla infatti anche questo tipo di casistiche e i rischi per il genitore in quel caso non sarebbero lievi.
La richiesta dei bagnini
Ad aver scatenato le riflessioni sono stati i numerosi interventi registrati in pochi giorni dai bagnini della zona di Rimini. Il fenomeno, che oggi viene definito eccessivamente diffuso, ha dei precedenti e il personale si fa sentire proprio in virtù del numero di casi.
Non sono pochi i genitori che allontanano il bagnino che li richiama dopo il salvataggio o che addirittura si mostrano indifferenti al ritrovamento del bambino. Altri ancora non sapevano neppure di averlo smarrito tanto erano distratti dalle loro occupazioni da spiaggia.
La pessima consuetudine di non sorvegliare adeguatamente i minori si sta quindi diffondendo con il passare degli anni e se le parole non bastano si spera di smuovere la situazione per vie legali.
Stefano Simoni, il portavoce dell’Associazione richiede il riconoscimento ai bagnini dello status di pubblici ufficiali:
"Ci consentirebbe di avere maggiore autorevolezza nel richiamare le persone che non rispettano le regole con la facoltà di multare chi sgarra.”
Si cerca, quindi, un possibile “deterrente in più per garantire l’incolumità di tutti coloro che frequentano l’arenile”. Poiché come sostiene:
“Le sanzioni, usate in maniera non repressiva, potrebbero rivelarsi uno strumento utile a diffondere maggiore consapevolezza tra quei genitori che peccano di negligenza”.
Cosa si rischia per abbandono di minore
Tutti i bagnini intervistati hanno citato l’articolo 591 del Codice Penale che viene applicato in casi di abbandono di minore.
Il reato, come certifica La Legge per tutti, si configura anche in questo quadro poiché si parla di “abbandono” quando si fa riferimento al comportamento con cui una persona incapace o minore viene lasciata in totale balìa di se stessa in modo che, da tale situazione, possa derivare (seppur solo potenzialmente) un pericolo per la sua vita.
L’arco di tempo considerato per certificare l’abbandono non deve necessariamente essere molto dilatato; è il grado di rischio sussistente a essere valutato.
Parlando strettamente delle conseguenze per chi commette reato di abbandono possiamo dire che è prevista la pena della reclusione da 6 mesi a 5 anni con due specifiche aggravanti:
- lesione personale o morte del minore o incapace a seguito dell’abbandono;
- a commettere il reato sono soggetti particolarmente vicini alla vittima quali il genitore (anche adottante), il figlio (anche adottato), il tutore o il coniuge.
La pena è rispettivamente aumentata da 1 a 6 anni e da 3 ad 8 anni.
L’abbandono perciò non è necessariamente un atto volontario commesso con l’intento di allontanare un bambino, ma rappresenta anche il caso di una mancanza di coscienza e consapevolezza di star esponendo il minore a un potenziale pericolo.
In tale circostanza si parla di dolo generico poiché si ritiene il minore in grado di badare a se stesso anche quando non lo è.
Fare corretta informazione può salvare vite
Nella convinzione che portare alla luce queste realtà possa far attivare molti genitori, Simoni continua:
"Da tempo l’Associazione dei Marinai di Salvataggio della provincia di Rimini sta tentando di intraprendere una campagna di sensibilizzazione per cercare di arginare un fenomeno che sta dilagando smisuratamente e diventando a dir poco allarmante”.
In un’ottica preventiva quindi è bene conoscere a cosa si va incontro per prestare quel pizzico di attenzione che può fare la differenza.
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