Una domanda da 9 mila miliardi di dollari: i prestiti in dollari porterebbero ripercussioni negative sulle economie dei mercati emergenti, ma non solo. Ecco cosa succede quando la Fed rialza i tassi di interesse.
Cosa succede se la Fed rialza i tassi di interesse? Una domanda da 9 mila miliardi di dollari anche oggi, nel giorno della riunione della Fed di settembre 2016, dopo il primo rialzo in 10 anni effettuato nel mese di dicembre dello scorso anno.
Al tempo molte istituzioni internazionali hanno invitato ripetutamente la Federal Reserve, banca centrale degli Stati Uniti, di ponderare con attenzione quando e come rialzare i tassi di interesse, le stesse raccomandazioni inoltrate per tutto il 2016.
Il perché è presto detto: sono a rischio 9.000 miliardi dollari a rischio a livello mondiale.
Questo è l’importo dovuto in dollari dai debitori non bancari esterni agli Stati Uniti, di cui il 50% viene dalla crisi finanziaria, secondo la Banca dei regolamenti internazionali (BRI). Quando la Fed decide di alzare i tassi di interesse gli oneri finanziari più elevati per aziende e governi, insieme con un dollaro più forte, hanno il potere di aumentare i rischi verso una ripresa globale già debole.
Il debito in dollari è solo un esempio di come la stretta della Fed può riversarsi sull’economia mondiale. Dai mercati immobiliari in Canada e Hong Kong ai flussi di capitali da e verso la Cina e la Turchia: la domanda non è se ci saranno ripercussioni sulle economie mondiali - ma quanto grandi saranno, e dove colpiranno più duramente.
«Le condizioni di liquidità a livello globale iniziano ad irrigidirsi»
ha detto Paul Sheard di Standard & Poor a New York.
«I mercati emergenti non sono gli unici a giocare la partita. C’è un’economia statunitense che sta diventando più forte ed offre uno scenario di aumento dei tassi di interesse e un ritorno sul capitale competitivo rispetto le nuove opportunità di investimento in tutto il mondo».
Il dollaro statunitense più forte sarà il canale principale attraverso cui il resto del mondo sentirà gli effetti di una politica restrittiva della Fed, secondo Joseph Lupton, economista senior alla JPMorgan Chase & Co. a New York.
Rialzo tassi fed: rischio eccessiva volatilità
«Per le economie sviluppate come l’Europa e il Giappone, ritengo sia un positivo: loro valuta scende e si sostengono le economie»
ha detto Lupton, che in precedenza ha lavorato come economista alla Fed.
«Per i mercati emergenti è un po’ diverso, perché questo potrebbe innescare una catena di movimenti molto rapidi e volatili su valute creando implicazioni sull’inflazione non desiderabili.»
Cosa succede quando la Fed aumenterà i tassi? Le conseguenze
Uno studio sul debito in dollari eseguito dalla BRI di Basilea, in Svizzera, ha scoperto che i debitori esteri hanno aumentato il numero di depositi in dollari, soprattutto nei Paesi in cui i tassi di interesse sono più elevati rispetto a quelli statunitensi. Con i tassi di interesse ai minimi storici per gran parte degli ultimi anni, il differenziale forniva un forte incentivo a prendere prestiti in dollari invece che nelle valute locali.
La Cina possiede la quota più alta di prestiti, a 1.100 miliardi di dollari, mentre il credito in dollari in Brasile ammonta a più di 300 miliardi di dollari, secondo il rapporto BIS.
Poiché i tassi di interesse negli Stati Uniti potrebbero salire ancora, diventerà più costoso prendere in prestito dollari. Un dollaro più forte porta una società o un governo ad avere bisogno di più valuta locale di ripagare il debito, se mancano i depositi in dollari.
‘Una nuova realtà per i mercati emergenti
Il previsto aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti rende il debito in dollari dei mercati emergenti una «fonte di preoccupazione», ha detto il direttore della Banca Mondiale Sri Mulyani Indrawati martedì. I Paesi in via di sviluppo «stanno per affrontare questa nuova realtà» dei tassi più elevati.
La nuova politica restrittiva della Fed potrebbe essere particolarmente problematica per la Cina, dove i politici stanno già combattendo contro i deflussi di capitale e potrebbero aggravarli con misure di allentamento, causando una «trappola circolare», ha detto Manik Narain, strategist alla UBS AG a Londra.
La banca centrale statunitense dovrebbe prendere in considerazione l’impatto globale di ogni decisione sul tasso di interesse, ha detto il vice ministro delle Finanze della Cina Zhu Guangyao al G20 lo scorso anno.
La Turchia rischia di assistere ad uno scenario contrastante sui flussi di capitale, in parte a causa dell’aumento dei tassi della Fed, che potrebbe ridurre i flussi verso i mercati emergenti, come ha dichiarato il Fondo monetario internazionale in un report di dicembre. I flussi netti della Turchia ammontano a circa il 9% del prodotto interno lordo nel 2013, secondo il Fondo.
I prezzi delle materie prime
I mercati sviluppati non sono necessariamente immuni, soprattutto quelli di Canada e Australia, che fanno molto affidamento sulle esportazioni di petrolio, ferro e altre materie prime. I prezzi di questi prodotti, che sono espressi in dollari, sono caduti a causa del rafforzamento del dollaro e la domanda si è indebolita.
Gli effetti sono già attivi in Canada, dove il presidente della banca centrale (BoC) Stephen Poloz ha detto questa settimana che l’aumento dei tassi di interesse statunitense potrebbe avere un effetto tensore aggiuntivo.
Dal 2004 al 2006, la Fed aveva aumentato il tasso di interesse di riferimento dal 1% al 5,25%. Durante quel periodo i rendimenti delle obbligazioni societarie negli Stati Uniti è salito da un minimo di tutti i tempi del del 4,9% ad un massimo del 6,9% a giugno 2006, come mostrano i dati della Bank of America Merrill Lynch.
Il Federal Open Market Committee della Fed a gennaio ha aggiunto il riferimento agli «sviluppi internazionali» all’elenco dei problemi di cui tiene conto impostando delle variazione nella politica monetaria, insieme alle preoccupazioni interne come l’inflazione e mercato del lavoro.
Mentre è improbabile che lo scenario globale riesca a fermare la Fed dall’aumentare i tassi, il livello delle turbolenze di mercato possono invece influenzare la velocità e la portata delle mosse della Federal Reserve, ha detto Edwin Truman, ex direttore della divisione finanza internazionale della Fed.
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