Le attuali élite europee ed europeiste sono declinazioni servili della parte liberale progressista oggi in ritirata. Ecco perché è necessario un nuovo modo di stare al mondo.
Occidente e Oriente sono termini relativi e nella storia hanno preso significati e forme diverse. Da circa due secoli, prima con l’Impero britannico poi con il quasi-impero americano, l’Occidente è diventata l’area culturale dominata dagli anglosassoni.
Con anglosassoni s’intende una complessa stratificazione antropo-storico-culturale che risale alle antiche tribù germaniche al tempo dell’Impero romano. Queste forme di vita comune ma scarsamente associata si trovavano al di là del limes romano e discendevano a loro volta da antiche geo-antropologie relative al “grande spazio” che va dal Reno (e in parte il Danubio) al Volga, spazio la cui storia risale all’espansione delle culture indoeuropee.
In maniera meno affidabile da Giulio Cesare ma più affidabile da Tacito, conosciamo alcune cose di questa cultura. Nel V secolo d.C. alcune di queste tribù sciamarono sulla costa orientale dell’Inghilterra diventando poi la base dell’aristocrazia baronale inglese. Alcune loro caratteristiche sociali e politiche sono ben espresse da Hobbes nel Leviatano (poco noto è che Hobbes fu forse il principale storico di questa tradizione poi erroneamente assimilata al pensiero politico occidentale tout-court nel contrattualismo).
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