Covid: un’italiana ha passato il lockdown al circolo polare artico

Marco Ciotola

13/06/2021

Una giovane italiana ha trascorso il lockdown al Circolo Polare Artico. La sua storia raccontata dalla CNN

Covid: un’italiana ha passato il lockdown al circolo polare artico

Anche se è inevitabile associare la pandemia, specie nelle sue fasi peggiori, a momenti di forzato isolamento, c’è chi negli ultimi mesi ha dovuto fare i conti con un grado ben più elevato ed esasperato di solitudine.

Si tratta della curiosa storia della giovane emiliana Valentina Miozzo, raccontata dalla CNN. Valentina ha infatti trascorso il lockdown della cosiddetta seconda ondata al Circolo polare artico.

Trasferitasi all’estremo nord della Norvegia, si è trovata nei mesi peggiori della pandemia proprio mentre la notte imperversava nell’Artico, con un buio perenne che caratterizza i mesi invernali di questi territori, e che lei stessa definisce “mesi di oscurità totale”.

Una periodo non certo facile che tuttavia ha scelto lei stessa di trascorrere, in risposta all’impossibilità di lavorare e viaggiare come aveva sempre fatto.

Covid: un’italiana ha passato il lockdown al circolo polare artico

Valentina Miozzo ha visto come molti la sua vita e la sua quotidianità rivoluzionate dalla pandemia.

Ma, più di altri, si è trovata a soffrire per un’impossibilità di viaggiare e lavorare, due elementi per lei strettamente connessi. Guida naturalistica e escursionistica, ormai da anni si occupa di accompagnare le persone nei loro viaggi all’estero, oltre a curare un sito incentrato proprio sui viaggi:

“Per me tutto è concentrato sul turismo, e ho sempre trascorso la mia vita in viaggio, lontano da casa circa sei mesi all’anno”,

ha raccontato alla CNN.

La pandemia ha però cambiato tutto, e la sua attività si è completamente fermata.
In un primo momento ha continuato a scrivere sul suo sito e lavorare da casa, almeno per quanto le fosse possibile vista la sua occupazione.

Poi però, proprio a poche settimane dalla seconda ondata di contagi in Italia, gli è stato chiesto di recarsi al circolo polare artico per gestire una pensione, e ha accettato immediatamente:

“Non avevo paura, l’ho vista come una bellissima opportunità per visitare posti che forse non avrei mai scelto di mia spontanea volontà”.

Sempre nel corso dell’intervista rilasciata alla CNN, ha spiegato che le sarebbe stato in ogni caso impossibile proseguire il suo lavoro itinerante, e quell’occasione si mostrava un modo di “viaggiare e di vivere un’altra realtà”:

“Sarebbe stata una modalità più statica di viaggio, certo, ma in una parte del mondo che non conoscevo e che mi affascinava”.

La quotidianità al circolo polare artico

Accettato subito l’impiego, appena un mese dopo è arrivata Kongsfjord, che conta appena 28 abitanti e dove il supermercato più vicino è a 40 chilometri di distanza.

Con un clima rigidissimo e venti fino a 70 km/h, è quasi sempre difficilissimo spostarsi e le attività vanno ridotte al minimo in inverno. Ma è uno scenario che non spaventa Valentina, pronta a tutto vista la situazione in corso in quei momenti:

“Non avevo aspettative, non le ho create di proposito perché ero curiosa di scoprire. Sapevo che stavo andando in un posto molto isolato e sapevo che era nella tundra artica, ma non ero mai stata in Norvegia.”

Poco dopo il suo arrivo sono le cosiddette notti polari a caratterizzare il territorio: oscurità 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Il tutto da cumulare al lockdown e ad una situazione pandemica in quel momento critica in moltissimi Paesi:

“È stata un’esperienza incredibile, vivere due mesi completamente al buio. Non è stato inquietante, anzi, io trovo più difficile vivere con la luce. Quando ti trovi in ​​un posto come questo, completamente isolato, quello che impari a fare è trovare energia in te stesso. Ed è una scoperta straordinaria, specialmente quando non c’è luce per due mesi”.

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