Crac Alitalia: il Tribunale di Roma ha condannato gli ex vertici. Le pene variano dagli 8 ai 5 anni di carcere. La vecchia Alitalia otterrà un risarcimento di 355 milioni di euro, e gli investitori riceveranno un indennizzo. Quali sono le accuse?
Oggi, 29 settembre 2015, il Tribunale di Roma ha condannato gli ex vertici di Alitalia con l’accusa di bancarotta fraudolenta. Il crac di Alitalia è stato uno dei casi più clamorosi di mala gestione di fondi pubblici, e secondo i pm della procura di Roma lo spreco di denaro resta incalcolabile.
La gestione di Alitalia da parte degli ex vertici è stata fallimentare, provocando un dissesto per quasi 4 miliardi di euro. Tuttavia, la condanna non è ancora definitiva, poiché ci saranno l’appello e infine la Cassazione; per arrivare ad una sentenza definitiva c’è tempo fino al 2021, dopodiché il reato cadrà in prescrizione.
Oltre a condannare gli ex vertici per il crac Alitalia, i giudici del Tribunale di Roma hanno riconosciuto un risarcimento per gli azionisti e per i risparmiatori, che varia dai 1.500€ ai 73mila euro.
Crac Alitalia: la condanna e le accuse per gli ex vertici
Per il crac dell’Alitalia, il Tribunale di Roma ha condannato Pierluigi Ceschia, Gabriele Spazzadeschi, Francesco Mengozzi e Giancarlo Cimoli, mentre tre ex dirigenti sono stati assolti: Giancarlo Zeni, Leopoldo Conforti e Gennaro Tocci.
La pena è stata più severa di quella richiesta dal pubblico ministero; nel dettaglio gli ex-vertici di Alitalia dovranno risarcire complessivamente 355 milioni di euro (destinati alla vecchia Alitalia) e dovranno scontare dai 5 agli 8 anni di prigione. Inoltre, i condannati sono stati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e per tutta la durata della pena saranno in stato d’interdizione legale.
Crac Alitalia: Giancarlo Cimoli il più colpito
La pena più severa è quella inflitta a Giancarlo Cimoli, presidente e amministratore delegato di Alitalia dal 2004 al 2007; Cimoli dovrà risarcire circa 160 milioni di euro, ed è stato condannato a 8 anni e 8 mesi di reclusione.
Quali sono le accuse? Cimoli entrò in Alitalia il 6 maggio 2004, quando fu nominato numero uno dell’azienda dal Governo Berlusconi.
Le accuse a Cimoli riguardano le perdite nel settore merci, l’acquisto di Volare Group al prezzo di 38 milioni e lo scorporo di cinque rami dell’azienda poi ceduti ad Alitalia Servizi e di conseguenza alla società statale Fintecna; l’accusa dei Pm è che scorporando i cinque rami aziendali si è cercato di dissimulare, “attraverso un’operazione essenzialmente finanziaria, il mancato risanamento di Alitalia e a favorire la ricapitalizzazione di Alitalia Fly”. Inoltre, i Pm hanno contestato a Cimoli la diffusione di false notizie nel 2005 riguardo all’aumento di capitale pari ad 1 miliardo, così da provocare una “sensibile alterazione dei valori del titolo di Alitalia”.
Francesco Mengozzi
Francesco Mengozzi, amministratore delegato di Alitalia dal 2001 fino alle sue dimissioni nel 2004, è stato condannato a 5 anni di reclusione.
Quali sono le accuse? Mengozzi è stato condannato per la vendita di Eurofly alla Banca Profilo Effe Luxemburg Sa; secondo le accuse il prezzo di vendita di Eurofly (13,39 milioni di euro) è da considerare “incongruo e irragionevole”.
Pierluigi Ceschia
Pierluigi Ceschia, responsabile per la finanza straordinaria di Alitalia, è stato condannato a 6 anni e 6 mesi di reclusione.
Quali sono le accuse? A Ceschia, in concorso con Spazzadeschi e Cimoli, si contesta la creazione di Alitalia Fly e di Alitalia Servizi; a Ceschia si attribuisce anche l’acquisizione di Volare Group, Volare Airlines e Air Europe. Inoltre, in concorso con Mengozzi, avrebbe deciso si cedere Eurofly.
Gabriele Spazzadeschi
Gabriele Spazzadeschi, ex direttore amministrazione e finanza, è stato condannato a 6 anni di reclusione.
Quali sono le accuse? Come visto in precedenza, a Spazzadeschi si contesta la creazione, in concorso con Ceschia e Cimoli, di Alitalia Fly e di Alitalia Servizi.
Il commento dei sindacati
Fabrizio Tomaselli, membro dell’Esecutivo nazionale di USB (Unione Sindacale di Base), ha rilasciato alcune dichiarazioni riguardo alle condanne inflitte agli ex vertici di Alitalia:
“Sono pochi anni di prigione che questi signori non si faranno mai. Chi ha già pagato sono invece migliaia di lavoratrici e lavoratori che sono stati licenziati e che tra pochissimi giorni non avranno più un reddito, non hanno pensione e neanche la speranza di riavere un lavoro. Gente condannata alla povertà perché qualcuno ha deliberatamente distrutto una delle aziende più grandi del Paese”.
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