Dalla Fed suona l’allarme su Tether. Dubbi sulla consistenza delle riserve in dollari del gestore della stablecoin.
La stablecoin Tether, allo stato attuale terza criptovaluta per capitalizzazione di mercato dietro a Bitcoin ed Ethereum, è finita sotto la lente della Federal Reserve. Lo scorso mese Eric Rosengren, governatore della Fed di Boston, e cioè una delle tante articolazioni territoriali della banca centrale USA, ha parlato senza mezzi di termini di un potenziale rischio per la stabilità finanziaria, unendosi a quel coro di economisti che vedono in Tether un prossimo cigno nero del mercato criptovalutario. Perché?
Criptovalute, perché la stablecoin Tether preoccupa la Fed
Il fatto è che Tether, in quanto stablecoin, è ancorata ad una valuta fiat, il che permette alla criptovaluta di esorcizzare quella volatilità che tradizionalmente gonfia e sgonfia la quotazione di Bitcoin&Co. Questa valuta è il dollaro, ma tanto gli investitori quanto gli economisti e i vertici della Fed temono che il gestore dell’asset – Tether Holding Limited - non abbia sufficienti riserve in dollari per giustificare l’ancoraggio.
Riserve sottostanti che sono comunque note, perché pubblicate dalla stessa Tether Holding Limited lo scorso maggio. Il 75,85% della torta è costituito da denaro, equivalente del denaro, depositi a breve termine e titoli di credito; il 12,55% da crediti garantiti; il 9,96% da corporate bond, fondi e metalli preziosi; il restante 1,64% da altri investimenti, crypto-asset compresi.
Una questione controversa, anche perché i token Tether in circolazione sono pari ad un valore di 60 miliardi di dollari, e un crollo nella fiducia degli investitori su questa particolare tipologia di prodotto criptovalutario potrebbe generare “un forte shock di liquidità nel più ampio mercato delle divise digitali”, come sottolineato recentemente dagli analisti della banca USA JP Morgan.
Tether, c’è il rischio di un effetto valanga sul mercato
Insomma, il rischio concreto è che i dubbi sulla stabilità di Tether possano finire per contagiare l’intero mercato. Per questo, sebbene sia tutto il comparto criptovalutario ad essere a rischio regolamentazioni, ormai sdoganate dalla Cina con la purga dei miners e lo stop ai servizi in valute virtuali, è probabile che la Fed inizierà a stringere le maglie proprio attorno alle stablecoin. Ufficialmente per proteggere gli investitori, ufficiosamente per fare da scudo al dollaro.
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