La mozione di sfiducia a Conte ha ufficialmente dato il la alla crisi di governo. In attesa delle elezioni anticipate, ci sono da attendere almeno un paio di mesi, sono diversi gli appuntamenti che attendono il nostro Paese.
Dopo la mozione di sfiducia indirizzata al premier Giuseppe Conte (qui la notizia), la conferenza dei capigruppo, convocata per lunedì 12, stabilirà i tempi di discussione e votazione del provvedimento.
Matteo Salvini vuole capitalizzare sondaggi che vedono la Lega di poco sotto i 40 punti percentuali mentre i suoi oppositori faranno di tutto per guadagnare tempo, cercando di logorare il vantaggio accumulato negli ultimi mesi dal partito guidato dal Ministro dell’Interno.
Crisi di governo: gli appuntamenti dei prossimi mesi
Escludendo quella che al momento appare l’ipotesi più improbabile, la formazione di nuove coalizioni di governo, elezioni anticipate potrebbero tenersi tra la metà di ottobre e metà novembre.
Ma, oltre all’ostruzionismo di chi cerca di rinviare l’appuntamento, i fautori della chiamata alle urne devono fare i conti, rilevano Chiara Zangarelli e George Buckley di Nomura, con diverse scadenze:
- 26 agosto: l’Italia deve presentare il suo candidato a Commissario Europeo;
- 27 settembre: il governo deve presentare l’aggiornamento al Documento di Economia e Finanza;
- 15 ottobre: il governo deve presentare la bozza di bilancio alle autorità europee;
- 27 ottobre: voto regionale in Umbria e, a seguire, in Calabria ed Emilia Romagna;
- 30 novembre: giudizio di Bruxelles sulla bozza di bilancio.
Crisi di governo: clausole salvaguardia pronte a scattare
“Una domanda particolarmente importante –rilevano i due esperti di Nomura- è rappresentata da chi, in una simile situazione, preparerà il bilancio che eviti l’incremento dell’IVA a inizio 2020?”
Un governo appena formato, rileva Nomura, “potrebbe non avere abbastanza tempo per evitare questo tipo di misura”, pari a 23,1 miliardi euro.
Se finora le clausole non sono scattate grazie a rinvii o a misure compensative, questa volta potrebbe mancare il tempo. In questa ipotesi, resterebbero in vigore i provvedimenti 2019 che prevedono per l’anno prossimo un aumento dell’aliquota Iva agevolata dal 10 al 13% e di quella ordinaria dal 22 al 25,2%.
Crisi di governo: torna il pericolo di un’uscita dall’euro?
Per quanto riguarda invece il possibile risultato delle elezioni, per governare la Lega potrebbe aver bisogno del supporto di un partito più piccolo, come Fratelli d’Italia o Foza Italia.
“Questo condurrebbe –si legge nello studio di Nomura – ad un governo decisamente spostato a destra che finirebbe per incrementare le preoccupazioni per posizioni euroscettiche o anche, all’estremo, di un’uscita dall’euro”.
Quella dell’uscita da Eurolandia potrebbe essere una delle armi da utilizzare in campagna elettorale: come si vede dalla figura n.2, l’ultima indagine che misura il sentiment dei cittadini europei nei confronti della partecipazione all’Unione ha visto il nostro Paese classificarsi al penultimo posto.
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