Che fare in caso di minacce verbali, quando e a chi denunciare? Ecco come difendersi.
Denunciare una minaccia verbale è il solo modo per chiedere alle Forze dell’ordine di intervenire, evitando conseguenze ben più gravi. Chi riceve intimidazioni e teme per la propria incolumità, o quella dei propri cari, deve portare il fatto a conoscenza di Polizia e Carabinieri attraverso una querela scritta.
Se le indagini confermano il reato di minaccia, il colpevole subirà un processo e le relative conseguenze in caso di condanna. Ma, se le accuse risultano infondate, egli potrà chiedere il risarcimento danni. Spieghiamo come difendersi dalle false accuse e come si denuncia una minaccia.
DENUNCIA PER MINACCE: COME SI FA E COME DIFENDERSI
Cosa fare in caso di minacce verbali?
Chi riceve una minaccia di morte o aggressione a cose e persone può sporgere denuncia in questura, presso gli uffici territoriali della Polizia e dei Carabinieri. L’atto con il quale portare il fatto alla conoscenza delle Forze dell’ordine è la querela che può essere presentata esclusivamente dalla persona offesa entro 3 mesi dal fatto.
Se non si è a conoscenza dell’identità dell’autore delle minacce, si può sporgere una denuncia contro ignoti.
Denuncia per minacce: come si fa, quando e dove
Con la querela la persona offesa (o il suo avvocato) manifesta la volontà di perseguire il fatto penalmente, avviando la macchina investigativa. Per avere maggiori probabilità di individuare e punire il colpevole, bisogna:
- descrivere il fatto con tutti i dettagli possibili;
- indicare la persona o le persone che hanno commesso le minacce (se note);
- allegare della prove, se a disposizione (ad esempio fare lo screenshot di messaggi di minacce)
- manifestare la volontà di perseguire penalmente il fatto.
Quando la minaccia non è reato?
Non sempre la minaccia è reato e quindi perseguibile penalmente. Ad esempio non lo è se il contesto e il tono con il quale viene pronunciata lascia intendere che non ci sia un pericolo concreto verso cose o persone, oppure se la persona dalla quale provengono è poco credibile e seria.
Per questo è difficile stabilire a priori cosa sia una minaccia e cosa no.
Quando si parla di minaccia?
Il termine “minaccia” è molto generico, proviamo a definire il significato. Dal punto di vista legale si intende una minaccia il comportamento di chi, con qualsiasi mezzo, provoca uno stato di inquietudine in un’altra persona. La minaccia, però, deve essere credibile e deve essere riferita a persone o cose. Potrebbe essere ritenuta una minaccia anche il gesto di portare il pollice alla gola (che imita una lama), purché in un contesto che faccia concretamente temere per la propria sicurezza.
Una volta presentata la denuncia, saranno le Forze dell’ordine a valutare se, nel caso di specie, è giusto intervenire e procedere nelle indagini.
Cosa rischia chi minaccia una persona
La pena per chi minaccia una persona è stabilita all’articolo 612 del Codice penale:
“Chiunque minaccia ad altri un ingiusto danno è punito, a querela della persona offesa, con la multa fino a 1.032 euro.”
Se la minaccia è grave (valutazione che viene fatta dal giudice, ad esempio contro una persona disabile o fragile) la pena è la reclusione fino ad un anno. Ai sensi dell’articolo 339 del Codice penale, una minaccia si considera certamente grave - quindi punita con il carcere - quando è commessa:
- nel corso di manifestazioni in luogo pubblico o aperto al pubblico
- con armi
- da più persone riunite
- con intimidazione da parte di associazioni segrete
Come difendersi da una accusa di minaccia?
Chi ha ricevuto una denuncia ingiustificata per minacce verso terzi può difendersi presentando a sua volta una denuncia per calunnia alle Forze dell’ordine verso l’autore della falsa accusa.
Nel caso in cui venisse instaurato un processo penale, la persona ingiustamente accusata di minaccia può costituirsi parte civile e chiedere il sacramento danni.
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