Diesel: in arrivo nuova maxi tassa

Luna Luciano

16/10/2021

Il ministero per la Transizione ecologica lavora ad alcune misure per tagliare le agevolazioni sui carburanti, per un totale di 19 miliardi di euro. Si prevede l’arrivo di una maxi tassa sul diesel.

Diesel: in arrivo nuova maxi tassa

Una maxi tassa sul diesel. Non c’è ancora niente di ufficiale ma l’ipotesi esiste. I mezzi di trasporto con motore diesel potrebbero veder aumentare i prezzi del carburante a causa si una maggiore tassazione e l’annullamento degli incentivi.

È questa l’ipotesi che da giorni fa discutere, parlando di attività e lavori presso il Ministero per la Transizione ecologica, e che sembrerebbe confermata dalle parole di Roberto Cingolani. Il Ministro, che sta spingendo verso i trasporti elettrici, potrebbe quindi approvare nuove norme che porterebbe al taglio di quasi 20 miliardi di euro.

Perché la maxi tassa Diesel? Cos’ha detto Cingolani

Lo scorso 5 ottobre il Governo Draghi ha approvato il disegno legge sulla delega fiscale. Palazzo Chigi potrebbe quindi intervenire sulla riforma complessiva del fisco, un documento che per adesso non vede niente che riguardi esplicitamente il settore dei trasporti. Tuttavia, stando a quanto dichiarato dal Ministro per la Transizione ecologica, si dà quasi per certo che i veicoli non sfuggiranno alla riforma che potrebbe intervenire sulle accise di diesel e benzina.

Durante un’audizione davanti alla commissione Ambiente di Camera e Senato sul Piano per la transizione ecologica Cingolani, infatti, avrebbe paventato la necessità di tagliare i SAD (Sussidi Ambientalmente Dannosi), un’azione che non si può più rimandare.

Non si devono creare scompensi sociali che sarebbero, in questo momento, quanto mai duri per categorie che peraltro hanno già subito il lungo periodo Covid. Le riflessioni che stiamo sviluppando sui sussidi ambientalmente dannosi sono di dare un segnale non ambiguo.

Se l’attenzione è quindi per quei lavoratori e famiglie che verrebbero colpiti da questo taglio, dall’altra il Ministro ha aggiunto che i SAD devono essere rimossi in quanto si parla di introiti per 19 miliardi di euro. Sarà quindi fondamentale che il governo faccia delle operazioni intelligenti di redistribuzione. Un esempio lo ha fornito lo stesso Ministro: ridurre o annullare i SAD di supporto a certi carburanti fossili - come il diesel da tempo nel mirino del governo - potrebbe compensare i costi del lavoro del piccolo trasportatore, che paga di più il carburante, ma che avrebbe un vantaggio fiscale sulla sua dichiarazione dei redditi.

Cingolani avrebbe quindi suggerito, indirettamente, l’arrivo dell’accisa massima per i veicoli diesel. Potrebbe quindi sparire a breve la riduzione dell’accisa da 0,617 del gasolio, contro i 0,728 della benzina. È quindi più che possibile l’arrivo della “super tassa”.

Maxi tassa Diesel: chi sarà danneggiato?

La stangata di una super tassa potrebbe avere gravi ripercussioni per molte categorie di persone. A pagare il prezzo più duro potrebbero essere gli autotrasportatori per cui è essenziale il costo della benzina e del diesel. Con l’ultima delega fiscale e con la correzione di accise sul diesel, però, questo carburante potrebbe raggiungere il prezzo al distributore come quello della benzina. Quindi non saranno solo gli autotrasportatori ma chiunque possieda un veicolo con motore a diesel a pagarne le conseguenze.

Così la maxi tassa diesel salvaguarderebbe l’ambiente

Oltre al vantaggio fiscale la maxi tassa sul diesel potrebbe contribuire alla salvaguardia dell’ambiente. Per ridurre le emissioni di anidride carbonica il Governo potrebbe utilizzare una leva fiscale: aumentando il prezzo del diesel potrebbe incentivare i cittadini a passare all’ibrido o elettrico, ancora tentennante in Italia. Sono ancora molte le vetture con buoni motori diesel Euro6 in circolo, preferite per un’efficienza maggiore di altri veicoli dotati di batteria. Oltre a proteggere l’ambiente il Governo incrementerebbe gli introiti legati alle accise. A causa della pandemia e alla lenta transizione ecologica, il Governo ha infatti incassato un quantitativo di introiti inferiore rispetto al 2019.

Questa scelta sarebbe in linea con quello che ci si aspetta in termini di Green deal europeo. Il governo finora ha infatti privilegiato l’elettrico con investimenti PNRR e di incentivi all’acquisto. Sembra quindi inevitabile l’aumento del prezzo del carburante. Una scelta non facile da digerire, soprattutto adesso che il metano e in generale il carburante è salito raggiungendo livelli decisamente elevati.

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