Il dollaro resta cauto dopo la pubblicazione dei NFP negli Stati Uniti. Diminuisce la disoccupazione ma stentano a crescere i salari. Cosa farà ora la Fed?
Il dollaro riprende fiato dopo il forte rally, nemmeno la pubblicazione dei NFP riesce a smuovere la valuta. Il biglietto verde ritraccia leggermente dai massimi dei giorni scorsi in attesa del meeting Fed di metà dicembre. Quale sarà ora lo scenario più probabile?
I trader sembrano confermare la loro view di una manovra restrittiva da parte della banca centrale, i dati sull’economia statunitense pubblicati oggi però lasciano uno spiraglio di staticità sempre aperto. Al momento la probabilità di un rialzo resta intorno al 93%, mentre sale al 57% quella di una seconda manovra della Fed nel prossimo mese di giugno.
I dati sull’economia USA pubblicati oggi evidenziano una inaspettata diminuzione della disoccupazione a fronte però di una diminuzione del salario orario medio. In realtà nemmeno la diminuzione della disoccupazione però convince pienamente, in quanto era già stata apportata una correzione al ribasso nella stima rispetto ai mesi di settembre ed ottobre. Inoltre il dato presenta una distorsione anche in base alla forza lavoro uscita dal mercato nel periodo.
Restano cauti quindi gli investitori in attesa di cosa farà la Fed nel prossimo meeting.
Dollaro: le cause della apparente staticità
Il dollaro risulta apparentemente statico nelle ultime sedute, le sole leggere variazioni che si hanno sulla valuta sono dovute alle prese di profitto degli operatori. Al momento il dollar index perde lo 0,23% quotando leggermente al di sopra dei 100 punti.
Le cause dell’incertezza degli investitori sono da ricercarsi nella paura di un effetto sorpresa da parte della Fed. L’aumento dei tassi dato ormai per scontato nel meeting di dicembre sembra tornare ad impensierire gli operatori dopo i dati sull’economia USA pubblicati oggi.
I nuovi posti di lavoro creati negli USA nel settore non agricolo sono 178 mila, a fronte dei 175 attesi, la stima però era stata rivista al ribasso di 2 mila unità se confrontata con il mese di settembre ed ottobre. Tale stima al ribasso, anche se il dato è positivo, segnala un certo allarmismo. Anche il tasso di disoccupazione ad esempio scende al 4,6% dal precedente 4,9%. Tale dato stupisce, ma non è stata però considerata la forza lavoro che è uscita dal mercato nel periodo. A scendere è invece il salario medio che cede lo 0,1% contro le aspettative di incremento pari allo 0,2%.
Tali incertezza sulla attendibilità dei dati potrebbe quindi mettere di nuovo in dubbio l’aumento dei tassi Fed nel meeting di dicembre.
Dollaro: prospettive sullo scenario tecnico
Il dollar index ritraccia leggermente dopo aver testato i massimi a quota 102. Al momento cede un ulteriore 0,23% con le quotazioni che si aggirano intorno ai 100 punti.
Osservando i prezzi possiamo notare l’importanza della tenuta del livello attuale. Una rottura al ribasso potrebbe innescare un’ulteriore ondata di prese di profitto e speculazioni, prima della riunione Fed, che potrebbe portare il biglietto verde ad una flessione al di sotto di area 100. Il primo ostacolo che si incontrerebbe in caso di ribasso sarebbe il ritracciamento 23,6% di Fibonacci unito alla media di breve a 20 periodi.
In caso di manovra restrittiva della Fed invece si tornerebbe al nuovo attacco dei massimi in area 102.
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