Dollaro in corsa: il biglietto verde ha esteso i guadagni sullo yen, indebolito dalla conferma della politica monetaria accomodante della Banca centrale del Giappone. La valuta Usa senza freni?
Nel Forex è il tempo del super dollaro.
Il biglietto verde, già in evidente ascesa, ha ricevuto una nuova spinta dalla dichiarazione accomodante della Banca del Giappone, che ha fatto precipitare lo yen oltre un livello psicologico chiave e ha pesato sulle altre valute, dall’Asia all’Europa.
BoJ ha trainato la moneta giapponese verso un minimo pluridecennale, sfidando uno spostamento globale verso tassi di interesse più elevati e promettendo di mantenere i rendimenti obbligazionari a zero.
Il dollaro ha quindi confermato il rally, salendo al suo livello più alto da marzo 2020.
Lo yen crolla e il dollaro avanza: cosa succede nel mercato valutario?
A pochi minuti dalla decisione politica della Bank of Japan, lo yen è sceso a ¥ 129,88 rispetto al dollaro, poiché la banca centrale ha promesso di condurre operazioni quotidiane in difesa del suo obiettivo «intorno allo zero» per i rendimenti obbligazionari a 10 anni.
Con la Federal Reserve statunitense pronta a iniziare ad alzare rapidamente i tassi, la decisione della BoJ di restare accomodante aggraverà una divergenza globale nei rendimenti, secondo gli analisti. Lo yen ha toccato il livello più basso dall’inizio degli anni ’70 in termini reali.
La BoJ ritiene che l’economia sottostante del Giappone sia troppo fragile per inasprire la politica monetaria, ma questa strategia rischia di turbare i politici e l’opinione pubblica poiché lo yen debole fa salire il prezzo delle merci importate.
Nello specifico, la banca centrale nipponica ha mantenuto i tassi di interesse overnight a -0,1%. Ha affermato che avrebbe effettuato acquisti giornalieri di obbligazioni a 10 anni con un rendimento dello 0,25%.
Il balzo del tasso USD/JPY è notevole: il cambio segna 130,07 in questi minuti mentre si scrive.
Daisuke Karakama, capo economista di mercato presso Mizuho Bank a Tokyo ha commentato: “un’ampia vendita di valute asiatiche attraverso la forza del dollaro evidenzia quanto sia estremamente forte la vendita di yen. L’incentivo alla vendita è così forte che ha un impatto su altre valute attraverso l’acquisto di dollari.”
Da evidenziare, che lo yen è in caduta libera quest’anno poiché la Banca del Giappone accomodante mantiene i rendimenti locali ancorati al livello minimo. La valuta ha anche sofferto della posizione del Giappone come importatore di materie prime in un momento di aumento dei prezzi.
Un crescente disavanzo commerciale ha anche significato l’uscita di più yen dal Paese per pagare beni in dollari. La divergenza nei rendimenti giapponesi e statunitensi a 10 anni (salita ai massimi) e nel commercio ha superato gli sforzi dei funzionari governativi per ridurre il calo della valuta.
Nel valutario, quindi, il dollaro mantiene la sua forza anche come asset rifugio. Da segnalare che anche l’euro resta debole sul biglietto verde e scambia a $1,0518, spinto al ribasso da una serie di venti contrari che soffiano sul continente e dall’approccio della Bce, per ora meno aggressivo della Fed.
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