Elezioni USA e mercati, Berlinzani: “Occhio alla scelta del Segretario al Tesoro”

Antonio Atte

11 Novembre 2016 - 17:55

Secondo il trader nelle prossime settimane vedremo ancora un dollaro forte e le Borse in salita. Il referendum costituzionale? Un “non-evento, ma attenzione alla speculazione”.

Elezioni USA e mercati, Berlinzani: “Occhio alla scelta del Segretario al Tesoro”

Il ciclone Donald Trump si è abbattuto sugli Stati Uniti, ma se dal punto di vista politico regna l’incertezza e il Paese appare profondamente diviso (nelle piazze di molte città USA sono in corso proteste contro il presidente neo-eletto) sui mercati non si è visto l’effetto Armageddon da molti ipotizzato.

Saverio Berlinzani, trader indipendente nel mercato valutario, ha spiegato a Forexinfo quali potrebbero essere i futuri scenari, anche in vista del referendum costituzionale italiano del 4 dicembre.

Subito dopo l’elezione di Trump abbiamo assistito al calo del dollaro e alla classica corsa ai beni rifugio. La situazione però è subito mutata. Come legge questo cambiamento?

“Il mercato ha ribaltato totalmente i movimenti di ieri. Il mainstream e la maggior parte dei media avevano ipotizzato che con Trump ci sarebbe stata la catastrofe, il crollo delle Borse. Ci mancavano solo le cavallette. In realtà il mercato ha fatto il -5% sui mercati azionari con l’euro che è andato a 1,13 e oggi ci troviamo, dopo due giorni, l’euro a 1,0870 e le Borse che sono salite di un 7-8%. Quindi è stata totalmente rinnovata la fiducia in Trump o comunque quello che era stato previsto è stato completamente disatteso dai mercati, a dimostrazione che i media generalisti oggi sono totalmente fuori dalla realtà e non conoscono le dinamiche che invece sono molto più evidenti quando magari si vanno a leggere delle informazioni vere”.

Cosa dobbiamo aspettarci nelle prossime settimane?

“Finché dura questo momento di relativa tranquillità - in cui per ora l’establishment non si accanisce contro Trump - vedremo un dollaro ancora forte con le Borse in salita. Una delle prime manovre che dovrà fare Trump riguarderà la scelta del Segretario al Tesoro e quello sarà il momento in cui molto probabilmente capiremo se questa salita delle Borse è fasulla o semplicemente un modo per tirare su i prezzi prima di un’eventuale caduta. La situazione è abbastanza fluida e in divenire e quindi tutto può accadere. Certo è che il mercato ancora sta dando credito a un eventuale programma di Trump che possa essere liberale e liberista da un certo punto di vista e soprattutto meno aggressivo in politica estera, tant’è vero che l’euro è sceso anche perché qualcuno si aspetta che l’Europa possa rimanere indebolita da un eventuale minore interventismo americano in politica estera”.

Il programma politico di Trump ha un’impronta fortemente protezionistica e contraria ai trattati commerciali, come ad esempio il TTIP.

“Trump vuole rivedere il NAFTA, certamente è contrario a questa globalizzazione e per certi versi può anche aver ragione. Il suo è un programma più protezionista della precedente amministrazione, però non possiamo neanche dire che non voglia mettere mano a certe riforme come l’Obamacare, per esempio, che si è rivelato un fallimento per l’aumento dei costi dei premi assicurativi. Ad ogni modo è prematuro dire quello che potrà succedere”.

Recentemente lei ha affermato che del referendum costituzionale italiano importa relativamente poco agli osservatori stranieri. Conferma questa sua impressione a poche settimane dal voto?

“Penso che fondamentalmente sia un non-evento. L’unico problema che vedo è legato al fatto che se vince il No probabilmente lo spread salirà e qualche attacco speculativo all’Italia ci sarà. Ma questo perché l’establishment vuole che vinca il Sì, è evidente, inutile girarci intorno, e minaccia ritorsioni tremende sull’Italia come la vittoria di Trump minacciava ritorsioni sui mercati finanziari, ritorsione che poi non è avvenuta. Sull’Italia, però, questa ritorsione potrebbe verificarsi, perché l’Italia è un Paese strutturalmente debole, con una Borsa fragilissima in mano a quattro speculatori, i quali grazie all’introduzione della Tobin Tax trovano terreno fertile e potranno andare sui mercati italiani a fare sfracelli sui bancari”.

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