Esplodono i prezzi delle commodity. Conviene investire adesso?

Roberto Donzelli

04/03/2022

I prezzi delle commodity sono arrivati alle stelle. Ma è un buon momento per investire?

Esplodono i prezzi delle commodity. Conviene investire adesso?

Lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina ha mandato alle stelle i prezzi delle commodity. Sebbene fossero già sotto pressione per altri motivi, le tensioni geopolitiche hanno amplificato la situazione.

Di seguito l’incremento dei prezzi delle ultime due settimane su alcune tra le principali materie prime:

Rame: +7%
Palladio: +15%
Gas Naturale: +7%
Petrolio: +19%
Mais: +13%
Frumento: +38,46%

Partiti da livelli di prezzo già molto alti, hanno visto ulteriori incrementi a partire dallo scoppio della guerra in Ucraina ed é indubbio che molti si chiedano se sia il caso di investire adesso in materie prime confidando in facili e rapidi guadagni.

Le commodity come investimento di lungo termine

Nel lungo periodo, l’investimento in commodity si è rivelato perdente. Negli ultimi 10 anni, mentre le azioni hanno reso oltre il 10% e i bond oltre il 3% annuo composto, le commodity hanno perso il 9,52%. Questi sono rendimenti reali, cioè già al netto dell’inflazione.

Sicuramente non é stato un gran decennio per le materie prime, ma in passato non era andata molto diversamente.

Negli ultimi 25 anni, le azioni hanno reso il 6,68% reale, le obbligazioni il 3,27%, mentre le commodity hanno perso il 2,3%. Negli ultimi 50 anni la musica non cambia. Azioni +6,47%, bond +3,39%, commodity -1,67%.

Di fatto le commodity hanno avuto un rendimento reale quasi sempre negativo. E questo non dovrebbe nemmeno stupire troppo poiché le materie prime sono utilizzate come «input» per la produzione di beni e servizi. Nel tempo, la tecnologia e l’ingegno umano operano sempre per produrre beni e servizi in modo più efficiente, minimizzando i costi di produzione, incluse le commodity, e massimizzando così i profitti.

Questa continua ricerca di nuove combinazioni e metodi produttivi fa sì che alla fine, anche volumi di produzione crescenti, possano essere realizzati con materie prime minori. Non solo, la stessa tecnologia fa sì che si trovino progressivamente metodi più efficienti anche per l’estrazione e produzione delle commodity stesse.

Certo, le materie prime sono limitate, ma finché non si raggiungeranno livelli di picco evidenti l’efficienza nell’uso delle commodity rappresenta per queste ultime un nemico mortale. Per questo i prezzi reali sono costantemente scesi nel tempo.

Può avere senso in generale investire in commodity?

Naturalmente questo non vuol dire che le materie prime non possano trovare spazio in portafoglio. In un’asset allocation sono una componente anticiclica rispetto alle azioni. Questo vuol dire che se investire in commodity comporta la rinuncia ad un po’ di rendimento, per contro permettono di stabilizzare maggiormente il portafoglio, riducendo la volatilità complessiva.

Magari per chi ha 20 o 30 anni e sta accumulando mese dopo mese questo è irrilevante. Ma per chi ha già un bel portafoglio e non farà nuovi investimenti la volatilità è importante.

Naturalmente c’è anche un altro aspetto da considerare. Sebbene i rendimenti di lungo termine siano stati negativi, questo non vuol dire che su un arco di tempo più limitato i risultati non possano essere positivi. E per periodo limitato non intendiamo solo qualche mese, ma anche 5 o 10 anni. Tutti ricorderanno l’aumento dei prezzi degli anni ’70. Chi avesse investito ad inizio decennio e fosse uscito alla fine, avrebbe fatto dei bei profitti. Lo stesso vale per chi avesse investito alla fine degli anni 90 e capitalizzato prima della grande crisi finanziaria del 2008-2009.

Investire ora in commodity

Da quanto appena detto, è evidente che investire in commodity richiede il giusto timing. Non potendo contare sul tempo come elemento favorevole, per chi investe in commodity occorre saper «comprare basso e vendere alto». E per farlo bisogna individuare il momento giusto.

I prezzi attuali non sono proprio bassi. Possono salire ancora? Senz’altro. Ma non c’è dubbio che già negli ultimi 12-18 mesi si siano fatti dei bei guadagni. Chi inizia ora non può certo contare su questi profitti.

Chi investe ora non sta «comprando basso». Sta, al contrario, «comprando alto», sperando poi di rivendere più in alto ancora.

Su molte commodity si sono già raggiunti prezzi vicini ai massimi storici, prezzi per cui molte industrie clienti iniziano a non avere più convenienza a comprare per la produzione.

In questo stato di cose, riteniamo che oggi investire in commodity abbia raggiunto un grado di rischio piuttosto elevato considerando la crescita che c’è già stata.

Suggeriamo, al contrario, di mantenere la propria strategia e il proprio programma di investimento, nell’ottica di avere un portafoglio ben diversificato. Questo può voler dire anche avere commodity in portafoglio, ma sempre senza esagerare ed essendo coscienti che il maggior beneficio arriverà non tanto dal puro guadagno, bensì dalla riduzione della volatilità complessiva del portafoglio, considerando che le materie prime tendono spesso a muoversi in controtendenza rispetto alle azioni.

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