Figliuolo al comando di 10 mila militari italiani: perché e cosa farà

Chiara Esposito

27/03/2022

Ricollocamento di Figliuolo e campagna vaccinale nelle mani di un nuovo generale. Intanto, sul fronte scuola, imperversa la polemica contro i no vax.

Figliuolo al comando di 10 mila militari italiani: perché e cosa farà

Cambio di passo dell’Italia nella lotta al Covid e nuova mansione per il generale Francesco Figliuolo. L’attuale commissario straordinario per il contenimento e contrasto dell’emergenza pandemica non si occuperà più di vaccini cedendo il posto a una nuova figura di coordinamento. Quale sarà dunque la sua prossima collocazione? Il comando di quasi diecimila militari italiani impegnati all’estero.

Sebbene il passaggio di consegne sarà definito nei prossimi giorni con un apposito vertici della Difesa, abbiamo delle importanti anticipazioni e qualche indiscrezione sul successore di Figliuolo rispetto al prosieguo della campagna vaccinale nazionale.

A fronte di questi cambiamenti però dobbiamo anche dire che chi si insedierà dopo il generale non avrà vita facile. Le ultime decisioni politiche fanno discutere gli istituti scolastici italiani e tutto ha a che fare proprio con l’approccio all’immunizzazione di massa per la categoria professionale degli insegnanti.

Per i vaccini arriva Riccò

Il conto alla rovescia per l’addio di Francesco Figliuolo è finito. Il 26 marzo è avvenuto il passaggio di consegne e l’ufficioso saluto struttura commissariale anti-Covid. Solo a partire dal 31 marzo, in concomitanza con la fine dello stato di emergenza, la transizione potrà considerarsi completata.

Figliuolo è stato infatti candidato a guidare una campagna operazioni di quasi diecimila militari italiani impegnati in missioni all’estero. Si troverà così, a tempo pieno, a guidare il Comando operativo di vertice interforze (Covi) ovvero l’organismo che coordina, pianifica e dirige le operazioni delle nostre forze dislocate oltre i confini territoriali. Le aree d’interesse nazionale sono quelle del «Mediterraneo Allargato». Dal Medio Oriente al Golfo Persico, in Nord Africa e nel Sahel, così come nel Golfo di Guinea e nel Corno D’Africa.

Cosa dobbiamo aspettarci quindi per il «post Figliuolo»? Per ora sappiamo che ad assumere le funzioni del commissariato sarà l’ ”Unità per il completamento della campagna vaccinale e per l’adozione di altre misure di contrasto alla pandemia”. Questa struttura sarà operativa dal 1° aprile fino al 31 dicembre e farà capo al ministero della Difesa. Nei giorni a venire lo stesso ministro Lorenzo Guerini gestirà il vertice dell’Unità affidando a un nuovo generale «poteri» pressoché analoghi a quelli di Figliuolo.

Il nome che circola maggiormente è quello di Maurizio Riccò, attuale comandante logistico dell’Esercito, che sarà affiancato da un vicedirettore vicario da scegliere tra i dirigenti di prima fascia del ministero della Salute. Le nomine saranno ratificate con decreto del presidente del Consiglio Mario Draghi mentre, dal 1° gennaio 2023, vi subentrerà a tutti gli effetti il ministero della Salute. L’obiettivo attuale è pianificare le tappe successive della campagna vaccinale.

Cosa non sta funzionando nella scuola

Campagna vaccinale che, su alcuni fronti, sta per compiere dei vistosi passi indietro.

Il passaggio di testimone porterà con sé anche nuove sfide. Riccò, o chi per lui, appeno ammesso in ruolo, si troverà davanti l’ira funesta dei docenti e dei dirigenti scolastici che già in queste ore denunciano l’insensatezza dell’ultimo decreto del Governo Draghi.

Le polemiche sono rivolta alla disposizione che permette dal 1° aprile a 20mila professori non vaccinati di rientrare a scuola. Ai soggetti presi in causa infatti da venerdì sarà nuovamente corrisposto lo stipendio ma, nonostante l’accesso garantito nella struttura, non sarà permesso loro di tornare in classe. Ma allora cosa dovranno fare i docenti no vax? Il problema è proprio questo, l’assenza di una risposta alla disposizione più controversa di tutto il documento.

Secondo la nuova norma questi insegnanti non potranno stare a contatto con gli studenti ma dovranno essere destinati ad altre mansioni. «Nella scuola non esistono mansioni senza contatto con gli alunni» sottolinea però Antonello Giannelli, presidente dell’ANP (Associazione Nazionale Presidi).

Non esistono quindi altre posizioni utili e, se pur ci fossero, il problema sarebbe di natura economica ed etica.

Sempre Giannelli dice:

«Chi non si è vaccinato tornerà a prendere lo stipendio. Con un bel danno per tutti: visto che non possono stare in classe, la scuola continuerà a pagare il supplente. Due stipendi per un solo posto, con l’aggravante che in questo modo sono state tolte risorse dal fondo per l’aumento delle retribuzioni».

Per i presidi inoltre si pone un problema di equità:

«In questo modo stiamo normalizzando la decisione dei No vax, in quanto li pagheremo per non lavorare. Un docente in cattedra lavora 18 ore in classe e tante altre ore per preparare la lezione, il docente non vaccinato non avrà neanche questo impegno. Così si fa passare il messaggio che chi non rispetta le regole alla fine l’ha vinta».

Tra le voci di peso del panorama dell’istruzione italiano è contraria anche la Cisl scuola. Questo provvedimento, per la neo-segretaria generale Ivana Barbacci, lascia perplessi tanto per la sua ambiguità quanto per la sua impraticabilità.

All’esecutivo spetta ora il compito di uscire tempestivamente dall’impasse.

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