Fondi obbligazionari fortemente esposti alla leva finanziaria dopo la crisi del 2008 secondo uno studio della Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI).
La scorsa settimana è stato reso noto uno studio di tre ricercatori della Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) intitolato “Leverage on the buy side”.
Nel documento, opera di Fernando Avalos, Ramon Moreno e Tania Romero, viene analizzato l’utilizzo della leva finanziaria da parte dei gestori di fondi di investimento (buy-side).
Aumenta l’uso della leva sui bond
L’utilizzo della leva finanziaria è stato al centro del dibattito sulle cause che hanno portato alla crisi finanziaria del 2008. Gli istituti finanziari che avevano posizioni di investimento utilizzando la leva finanziaria si trovarono infatti in forte difficoltà quando i corsi azionari iniziarono la picchiata dovuta principalmente alla cartolarizzazione dei mutui subprime.
Dopo lo scoppio della crisi, le banche ridussero le proprie esposizioni contratte a leva per salvaguardare utili e bilanci, ma nei desk dei funds manager accadde esattamente l’opposto.
Secondo lo studio, i gestori di fondi iniziarono ad utilizzare la leva finanziaria per ampliare le loro posizioni sul settore obbligazionario, presumibilmente perchè era visto come il mercato su cui puntare vista la difficoltà delle borse azionarie mondiali in quel periodo.
L’esposizione a leva fu particolarmente importante nei confronti dei bond dei Paesi Emergenti, con picchi del 30% in questo comparto raggiunti nel 2011. Gli ultimi dati del 2014 vedono una riduzione della leva su obbligazioni Emergenti, ma il valore di circa il 20% è comunque elevato considerando che non è mai stata prassi dei gestori investire a leva nel mercato obbligazionario.
Nello studio emerge anche che in appena due anni, dal 2010 al 2012, la quota dei prestiti bancari ai Mercato Emergenti è scesa dal 60% al 10% circa.
Quali conseguenze per gli investitori?
Una situazione di questo tipo potrebbe comportare una sensibilità maggiore dei fondi alle variazioni dei mercati in cui investono: un ribasso dei mercati obbligazionari emergenti si ripercuoterebbe infatti con più forza sui fondi fortemente esposti a leva finanziaria negli stessi mercati.
Dal punto di vista statistico, le emissioni di bond da parte degli Emergenti sono aumentate negli ultimi anni di circa 3mila miliardi di dollari.
Una delle preoccupazioni principali della FED nel corso dell’ultima riunione per decidere sul tanto atteso aumento dei tassi d’interesse USA è stata proprio l’impatto che una mossa del genere avrebbe avuto sui bond emergenti espressi in dollari statunitensi.
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