Il cambio dollaro-yen è arrivato ad un test cruciale a soli due giorni dalla Fed: vediamo i target nel mirino di USD/JPY e fino a dove può spingersi il suo inarrestabile rialzo.
Il cambio dollaro-yen stabilisce il nuovo record dall’inizio di febbraio con il rialzo di stanotte, che lo ha portato a testare l’importante livello di resistenza a 116,1.
Il biglietto verde riprende con prepotenza le redini del mercato dopo la BCE, portando l’oro verso nuovi minimi e lo yen verso un ulteriore deprezzamento.
I market mover della settimana vedono mercoledì notte l’arrivo di importanti dati sul Giappone ma soprattutto, nelle consuete ore serali, l’attesissima riunione della Fed.
Un ulteriore rafforzamento del dollaro con il rialzo dei tassi da parte della Yellen potrebbe spingere USD/JPY ancora più in alto, in direzione di importanti livelli di riferimento dello scorso anno.
Dopo aver visto lo scenario della settimana sul cambio euro-dollaro, volgiamo ora lo sguardo a dollaro-yen e ad un’analisi del rialzo più significativo avvenuto nel Forex in questo 2016.
Forex, dollaro-yen al test della resistenza a 116,1: dove può arrivare USD/JPY?
Il cambio dollaro-yen era stato nel 2016 protagonista di un ribasso costante e duraturo, che lo aveva portato da quota 118 di inizio anno verso i minimi toccati a 99.
Un lungo cammino durato 11 mesi ma che, in sole quattro settimane, è riuscito a ripercorrere a ritroso, quasi per intero. Dall’elezione di Trump dollaro-yen è risalito da quota 101 fino al 116,1 di questa mattina.
L’abbattimento di ogni precedente livello di resistenza ha permesso a USD/JPY di arrivare fino a quota 116,1, ovvero il livello di prezzo minimo del 2015.
Il test è quindi particolarmente importante e avviene a soli due giorni dall’appuntamento cruciale per il dollaro USA e quindi per tutto il Forex: l’atteso rialzo dei tassi da parte della Fed potrebbe donare nuova inerzia al biglietto verde, spingendo ancora più in alto il rialzo di USD/JPY.
Come osservabile dal seguente grafico giornaliero, la quotazione è ora alle porte di una delicata fascia di minimi compresa tra 116,1 e 118,4, le due linee in rosso:
In questa fascia il cambio ha registrato una serie impressionante di minimi nell’ultima parte del 2014, nel 2015 e nella prima parte del 2016. Un ingresso della quotazione all’interno di questo range vedrebbe una possibile proiezione del prezzo fino alla parete superiore a 118,4, con la possibilità di trovare però anche un’area di resistenza.
Gli analisti escludono ad oggi una possibile sopresa da parte della Fed, con i tassi di interesse lasciati invariati, evento che tuttavia non è prudente considerare certo, come certa non è allo stesso modo la reazione che ne scaturirà dal mercato.
Eventuali reazioni negative sul dollaro sarebbero infatti funzionali, da un punto di vista tecnico, ad un rimbalzo di dollaro-yen dall’area di resistenza verso la quale tenta l’approccio, con la possibilità di vivere una seconda fase di ritracciamento, in questo caso ribassista.
In questo scenario i primi supporti più rilevanti sono distanti e attendono USD/JPY a quota 113,8 e 111,8, posto che un esito sorprendente (e negativo per il dollaro) da parte della Fed potrebbe spingere il ribasso ancora più giù.
Lo scenario rialzista, che rimane comunque il più probabile, vedrebbe invece un superamento dell’area di minimi descritta in precedenza proprio con il rialzo tassi USA, e un raggiungimento dei livelli di prezzo più frequentati nel 2015, compresi tra il 118,4 e il 120,4.
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