Riordino delle Carriere, il Cocer contro l’amministrazione: “Non ci sono provvedimenti che valorizzano, economicamente e professionalmente, il personale in divisa”.
Il CoCeR Forze Armate è intervenuto con un comunicato per smorzare gli entusiasmi di questi giorni in merito alla notizia riguardante lo sblocco della delega sui correttivi per il riordino delle carriere.
In queste ore, infatti, i delegati CoCeR hanno preso parte ad un incontro con lo Stato Maggiore della Difesa, durante il quale è stata fatta chiarezza su quelle che sono le misure contenute nel pacchetto normativo. Un incontro che per i delegati CoCeR è stato programmato con “colpevole ritardo”: questi, infatti, sono venuti a conoscenza del fatto che l’intero provvedimento era già stato consegnato agli organi competenti nel mese di luglio 2019.
Perché allora prevedere un incontro solamente alla fine di settembre? Ma non è solo questo l’oggetto di discussione: secondo i delegati CoCeR, infatti, il testo non contiene le indicazioni da loro presentate, disattendendo così le aspettative del personale in divisa.
Il CoCeR contro il nuovo riordino: non tutela le Forze Armate
Dall’esposizione dell’elaborato che ha avuto luogo durante l’incontro tra Stato Maggiore della Difesa e il Consiglio Centrale di Rappresentanza Militare si evince che nessuna delle proposte indicate dal CoCeR è presente nel testo normativo.
Ciò rappresenta una grave mancanza, poiché in questo modo l’obiettivo principale del provvedimento - ossia “la valorizzazione professionale ed economica dei ruoli bassi” - non viene minimamente raggiunto.
Ad esempio, la mancanza accertata di norme funzionali all’Unificazione dei Ruoli, “fa perdere in modo irreversibile ogni legittima aspettativa di crescita professionale, personale ed economica”. Dall’amministrazione, inoltre, non vi è alcuna promessa per lo snellimento dei concorsi interni che avrebbe rappresentato una “reale apertura delle carriere”: obiettivo che - ad esempio - poteva essere raggiunto facilmente prevedendo, in un’ampia fase transitoria, l’eliminazione di qualsiasi vincolo di età (esclusivamente per le procedure interne).
Delusione anche per il mancato aumento dell’assegno di funzione per il personale militare in servizio da almeno 17 anni: quello che sarebbe stato un “mero riallineamento economico” - ma che allo stesso tempo sembra essere oggetto di ostruzionismo per le altre amministrazioni rappresentate - avrebbe contribuito a “sanare pienamente la sperequazione economica e previdenziale che perdura da oltre un ventennio ai danni del personale dei Graduati”.
Il CoCer non condivide la soddisfazione del Governo
Nei giorni scorsi il Governo Conte Bis ha espresso la massima soddisfazione per quanto fatto sul tema del riordino, con il via libera sulla delega arrivato entro i tempi previsti e con la promessa dell’approvazione di correttivi entro la fine dell’anno.
I delegati CoCeR però non condividono lo stesso entusiasmo, anzi hanno fatto appello al Presidente del Consiglio e a tutti gli altri Ministri interessati affinché possano dare al più presto delle risposte.
Ad oggi il nuovo riordino non va a risolvere i problemi lasciati in eredità dall’ultimo provvedimento: “la mancanza di determinate norme, infatti, rappresenta un danno nei confronti del Personale condannato a demotivazione professionale”.
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