Astensione di massa dalla profilassi anti-covid; i numeri dei no vax tra i dipartimenti della Difesa non sono incoraggianti.
Si accendono le polemiche sull’assenteismo vaccinale dei membri delle Forze Armate e di Polizia dello Stato. Non è una novità, ma potrebbe diventare un problema.
Le considerazioni sui numeri delle vaccinazioni tra militari e altre figure preposte alla difesa nella sicurezza nazionale sono infatti in negativo da tempo ma, in vista dell’entrata in vigore del decreto dreen pass - in programma il 15 ottobre - si ritorna sull’argomento con nuovi timori all’orizzonte.
La controversa realtà che tanto infervora l’opinione pubblica è che chi ci controlla, paradossalmente, non sottostà - per il momento - alle stesse norme che per mestiere contribuisce a far rispettare. Un ufficiale non vaccinato che controlla il flusso degli ingressi in varie attività insomma fa discutere e se non si tratta di un caso isolato ma di un sostanzioso 20% di uomini e donne non immunizzati il caso può definirsi nazionale.
L’ipotesi da sventare è quella di un ridimensionamento delle forza lavoro per questi settori strategici, ma i numeri e la classifica dei comparti meno vaccinati desta serie e ragionevoli preoccupazioni in merito.
I reparti con meno vaccinati
I conti sono approssimativi ma si può stimare che al momento ci siano circa 70mila non vaccinati tra poliziotti, soldati, marinai, avieri e carabinieri.
Analizzando caso per caso i vari settori della Difesa potremmo dire che i Carabinieri, oltre 107mila unità, sono stati finora i più attenti: oltre l’85% ha tutte e due o almeno la prima dose.
Non benissimo per la Marina e l’Aeronautica che, con poco meno di 40mila militari a testa, vede solo l’80% circa di vaccinati.
L’Esercito, che conta quasi 90mila militari effettivi, è infine in coda alla classifica poiché l’adesione alla campagna vaccinale è appena del 75%.
Non immunizzati infine il 13% dei finanzieri e il 16% dei poliziotti.
Alcuni hanno solo la prima dose: perché?
Molti uomini e donne in divisa ad oggi hanno fatto soltanto la prima dose.
Da una parte questo fenomeno si spiega parlando del ricorso tardivo alla vaccinazione rispetto ai tempi normali poiché la possibilità d’immunizzarsi era stata aperta al comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico sin da subito, ma dall’altro canto c’è il caso di un blocco ad aprile per coloro i quali avevano ricevuto la prima dose di AstraZeneca.
Ai tempi, per volere del generale Francesco Figliuolo, per dar spazio agli anziani vi era stato un rallentamento nella distribuzione delle seconde dosi per ufficiali e membri giovani.
A ogni modo, questi due fattori sono sì in grado di spiegare il fatto, ma non possono assolutamente rappresentare una valida giustificazione alla situazione attuale. La categoria intera a metà febbraio era comunque nel programma prioritario e al giorno d’oggi sarebbe dovuto rientrare anche il numero di assenti che poteva registrarsi verso metà maggio.
Forze armate senza pass: cosa potrebbe succedere?
L’obbligo vaccinale non c’è mai stato neanche in questo comparto dello Stato, ma d’ora in poi potrebbe esserci un ridimensionamento delle unità.
Anzi, c’è un precedente. Per alcune attività ad alta intensità operativa i rispettivi uffici avevano già richiesto la vaccinazione ai loro membri, pena l’esclusione da quei compiti. Al tempo però, come è ovvio che sia, si trattava di casi eccezionali. Quando dal 15 ottobre il pass sarà obbligatorio, però, le forze in divisa non saranno esenti dalla normativa.
La stessa prevede che, coloro che saranno trovati sul luogo di lavoro senza certificazione verde, incorreranno in una multa la cui cifra varia va da 600 fino a 1.500 euro con la sospensione dal lavoro alla quinta assenza dal servizio.
Lo scenario è quindi funesto anche perché ciò comporterà un evidente svantaggio per la cittadinanza nazionale, ma la legge parla chiaro e andrà fatta rispettare.
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