Con il riordino delle carriere è stato stabilito che il personale militare, una volta cessato il servizio, avanzerà al grado superiore. Ci saranno effetti sulla pensione? Facciamo chiarezza.
Il riordino delle carriere delle Forze Armate porta con sé una novità molto importante per il personale militare, passata inosservata in questi mesi: la promozione automatica al grado superiore una volta cessato il servizio.
Questa novità è spiegata in maniera chiara nel testo del Decreto Legislativo n°94 del 29 maggio 2017 - recante “Disposizioni in materia di riordino dei ruoli e delle carriere del personale delle Forze armate” - pubblicato nei giorni scorsi in Gazzetta Ufficiale.
Qui viene stabilito che a partire da 1° gennaio 2015 i militari che soddisfano particolari requisiti avanzeranno automaticamente di ruolo.
Molti potrebbero pensare che si tratta di una notizia positiva in quanto l’avanzamento di ruolo potrebbe portare a dei benefici sulla pensione, ma in realtà non è così. La nuova qualifica, infatti, viene attribuita al solo titolo onorifico e non ha alcun effetto sullo stipendio né sull’importo della pensione.
Si tratta comunque di una novità importante, perché è una forma di riconoscimento per il lavoro compiuto dalle Forze Armate negli anni di servizio. Per poterne beneficiare però - e non potrebbe essere altrimenti vista la natura del provvedimento - il personale militare deve aver mantenuto una condotta esemplare negli ultimi anni di servizio.
In caso contrario non ci sarà nessun avanzamento e si cesserà il servizio con il titolo acquisito nel corso della carriera.
Ma quali sono i requisiti necessari per poter avanzare al grado superiore una volta cessato il servizio? Facciamo chiarezza analizzando una delle novità del riordino delle carriere passata inosservata a molti.
Avanzamento di grado a fine carriera: in quali casi è possibile?
Il riordino delle carriere ha introdotto diverse novità: dai nuovi requisiti per l’accesso ai concorsi delle Forze Armate al bonus di 80 euro strutturale in busta paga, fino ad arrivare ai percorsi agevolati per l’avanzamento di grado.
Nel corso degli anni di carriera per il personale militare saranno banditi diversi concorsi per l’aumento di grado, ma molti non sanno che anche una volta cessato il servizio sarà possibile avanzare di qualifica.
Il riordino delle carriere infatti modifica il Codice di Ordinamento Militare stabilendo che - a partire dal 1° gennaio 2015 - i militari in servizio permanente che negli ultimi 5 anni hanno prestato servizio senza demerito sono promossi ad anzianità al grado superiore una volta cessato il servizio.
Quindi, è possibile avanzare di grado quando si cessa il servizio per:
- aver raggiunto il limite di età;
- infermità o decesso legati alla causa di servizio;
- collocamento a domanda in ausiliaria o riserva nei casi previsti dalla legislazione vigente.
Come anticipato, avanzeranno di grado solo coloro che negli ultimi 5 anni non hanno “demeritato”; quali sono quindi gli elementi che potrebbero portare all’esclusione del beneficio? Vediamolo di seguito.
Avanzamento di grado a fine carriera: quali requisiti?
Partiamo col dire che questo beneficio non riguarda gli Ufficiali delle Forze Armate e per i Marescialli, Sergenti e Graduati al vertice del ruolo di appartenenza. Quindi è possibile avanzare solamente al grado superiore della propria qualifica, mentre non sono previsti scatti di ruolo.
Il requisito fondamentale è quello per cui il militare negli ultimi 5 anni di servizio non deve essere stato protagonista di comportamenti scorretti. Nel dettaglio, il testo del riordino delle carriere stabilisce che questo non deve:
- aver riportato una condanna penale a pena detentiva per reato non colposo;
- essere stato sospeso (sia per motivi penali che disciplinari);
- giudicato non idoneo all’ultima valutazione per l’avanzamento;
- aver riportato una nota di giudizio “inferiore alla media” o “insufficiente”.
Chi è in regola con questi requisiti, quindi, al momento della fine della carriera verrà onorato per il lavoro svolto con l’assegnazione del grado superiore. Ricordiamo che si tratta di un titolo meramente onorifico, che non ha effetti sulla retribuzione stipendiale e pensionistica.
A tal proposito già da questi giorni Direzione Generale per il Personale Militare sono a lavoro per procedere con l’attuazione di questa novità. Al momento si sta provvedendo alla valutazione del personale militare che ha cessato il servizio dal 1° gennaio 2015, così da verificare chi di loro è in linea con i suddetti requisiti e procedere con l’avanzamento di ruolo.
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