Ftse Mib: rischio ondata di short come copertura contro la Brexit

Flavia Provenzani

13/06/2016

Brexit mette a rischio il portafoglio investimenti? Hedging contro l’uscita del Regno Unito sulle azioni di Borsa Italiana. La strategia di un contributore di Seeking Alpha.

Ftse Mib: rischio ondata di short come copertura contro la Brexit

La paura per un contagio della Brexit continua ad influenzare i mercati internazionali - nessuna eccezione per la Borsa Italiana.

A pesare è soprattutto il timore per un effetto domino tra gli altri paesi dell’eurozona. Un contributore di Seeking Alpha, Kenra Investors, prevede un forte sell off sulle borse europee sulla scia della paura di una rottura dei rapporti con l’Unione Europea anche da parte di altri stati membri: le stesse scene vissute durante la crisi del 2011.

L’analista ha deciso di coprire il proprio portafoglio contro il rischio Brexit e le sue conseguenze sui mercati finanziari con lo short su alcuni titoli quotati su Borsa Italiana sui quali stava aspettando un evento che fungesse da catalizzatore.

Brexit: verso la fine dell’UE?

Mancano meno di 10 giorni al referendum sulla Brexit. Il 23 giugno i cittadini del Regno Unito saranno chiamati a decidere se rimanere nell’UE oppure no.

Tralasciando la valutazione per comprendere se la Brexit sia la scelta migliore o meno per il Regno Unito, ciò che è certo è che l’Europa non sta facendo nulla per essere un luogo ideale per investire - anche sul mercato azionario.

Gli economisti hanno già sottolineato quali problemi potrebbero sorgere tra le divergenze normative tra il Regno Unito e l’Unione Europea, il passaggio delle politiche europee ad un orientamento meno liberale dopo l’uscita dell’economia più liberale dell’UE e l’effetto domino che potrebbe innescarsi tra gli altri paesi nella volontà di seguire la scelta degli inglesi.

I mercati finanziari hanno già iniziato a reagire a tutte le possibili conseguenze e ai sondaggi sulla Brexit, portando al ribasso tutti i maggiori indici azionari mondiali.

Short su Borsa Italiana contro la Brexit: lo spettro del 2011

Quello che sta succedendo oggi, secondo Kenra Investors, assomiglia molto al contesto dei mercati che ha caratterizzato il 2011: il rischio che l’Unione Europea potesse sbriciolarsi aveva mandato gli spread ai massimi record e dato inizio ad una fase ribassista all’interno delle borse europee che - per alcuni indici come il Ftse Mib e lo spagnolo Ibex - è durata fino a luglio 2012.

L’impatto della Brexit dipende strettamente dal punto di vista economico con cui la si guarda.
Sul fronte politico e sociale un’uscita del Regno Unito dall’UE potrebbe tradursi in un virus che infetterebbe in poco tempo l’intera regione.

La perdita del Regno Unito - la seconda economia più grande nell’Unione Europea dopo la Germania che potrebbe diventare la prima entro il 2030 - potrebbe mettere ancora una volta in dubbio il progetto europeo e il futuro dell’eurozona.

I paesi più «deboli» come l’Italia e la Spagna potrebbero essere i più colpiti e i tassi di interesse potrebbero salire alle stelle se gli investitori si concentreranno sulla possibile prossima rottura dell’Unione Europea. L’Italia e la Spagna beneficiano dei bassi tassi di interesse sui proprio titoli di Stato da quando sono entrate nell’Unione Europea.

Addio UE: il peso per i tassi in Italia e in Spagna

Dopo il break-up dell’UE, ogni paese dovrà pagare dei tassi di interesse coerenti con il proprio livello di rischio. Se i mercati anticiperanno le paure di una rottura dell’Unione, proprio come nel 2011, potremmo assistere ad un netto calo di tutti gli indici azionari della zona euro, in particolare di quelli più deboli, come il Ftse Mib italiano e l’IBEX spagnolo.

Riassumendo: la view ribassista nel breve e medio termine è dovuta alla possibilità che la Brexit inneschi paura per un contagio politico-sociale che alimenterebbe i dubbi sul “Per sempre felici e contenti” dell’Unione Europea e della zona euro.

Paura della fine dell’UE: le conseguenze sull’Italia

L’idea che la zona euro possa scomparire avrà effetto soprattutto su quei paesi che hanno un alto debito pubblico, una crescita del PIL bassa e problemi strutturali - il perfetto identikit dell’Italia.

Nel nostro Paese il debito pubblico ad oggi è addirittura più alto rispetto a quello del 2011 e le attese sul PIL parlano di una crescita dell’1% per il 2016.
I timori che i paesi più deboli dovessero pagare i tassi di interesse sulla mera base del merito, senza alcun appoggio della zona euro, è stata la ragione principale della crisi del 2011.

E le stesse scene potrebbero replicarsi tra poche settimane, anche se con meno forza dato che il mercato al momento è già in fase ribassista.

L’analista aggiunge:

“Vedo nella Brexit un catalizzatore significativo che potrebbe far soffrire il mio portafoglio nelle prossime settimane. Quindi ho deciso di aprire alcune posizioni short su alcuni titoli che avevo già mirato come potenziali short su base stand-alone, e per i quali ero in attesa di un catalizzatore”.

I titoli in questione sono Mediaset e Brunello Cucinelli.

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