Giornata internazionale contro la violenza sulle donne: la storia delle sorelle Mirabal

Alessandro Cipolla

25 Novembre 2021 - 10:05

Il 25 novembre si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne: la storia delle sorelle Mirabal, il cui martirio ha ispirato l’ONU nell’istituire la ricorrenza.

Giornata internazionale contro la violenza sulle donne: la storia delle sorelle Mirabal

Mai come in questo momento la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne assume un rilievo così importante. Una data significativa questa del 25 novembre, visto l’ancora troppo alto numero di soprusi che vedono vittime ogni giorno il gentil sesso in tutto il mondo.

Una spirale di violenza che è notevolmente aumentata da quando è scoppiata la pandemia. Solo in Italia è stato registrato un +8% per quanto riguarda i femminicidi: nel Bel Paese di recente ogni 72 ore è stata uccisa una donna.

Ma perché la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza si celebra in tutto il mondo proprio il 25 novembre?

Le origini della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne affondano le radici, purtroppo, in una drammatica vicenda di cronaca nera accaduta nel 1960.

Parliamo del martirio delle sorelle Mirabal, conosciute anche come le “las mariposas” (le farfalle). Ecco la loro storia.

Giornata internazionale contro la violenza sulle donne: la storia delle sorelle Mirabal

Si chiamavano Patria, Minerva e Maria Teresa e vivevano nella Repubblica Dominicana degli anni sessanta. Erano attiviste, fiere appartenenti del Movimento 14 giugno (un gruppo politico fuori legge che si opponeva alla dittatura instaurata da Rafael Leónidas Trujillo).

La data del loro assassinio, e martirio, coincide con quella della loro nascita, ovvero il 25 novembre: mentre si recavano in carcere per far visita ai propri mariti, anch’essi parte del movimento e quindi arrestati, vennero fermate dalla polizia locale.

Condotte in una piantagione di canne da zucchero, le tre furono brutalmente torturate e assassinate a colpi di bastone ma i loro corpi vennero rimessi in auto nel tentativo di simulare un incidente stradale: ribelli, giovani, madri, donne. Caratteristiche che il regime domenicano non poteva ignorare.

L’ultimo battito d’ali scatenò un vero e proprio uragano. La loro morte diede inizio alla ribellione: un martirio che condusse la popolazione domenicana a combattere contro il regime assassinando lo stesso dittatore Trujillo.

Perché si celebra il 25 novembre: dalle origini alle scarpe rosse

La data del 25 novembre venne ufficializzata dall’Assemblea Generale dell’ONU su iniziativa dell’Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi (a Bogotà nel 1981).

Come detto la giornata prescelta ricorda il martirio delle Mirabal, riconosciute come esempio e simbolo di donne rivoluzionare, e solitamente il colore associato per le celebrazioni è l’arancione (da qui Orange Day).

In Italia in realtà il colore associato è il rosso che viene abbinato a un paio di scarpe dello stesso colore: la manifestazione nel nostro Paese, che si celebra dal 2005, vede l’abbandono di scarpe rosse nelle principali piazze e luoghi della città.

Scarpe vuote, per ricordare le vittime di violenze e soprusi: l’idea nasce da un’istallazione dell’artista Elina Chauve ed è ripresa in Italia per sensibilizzare l’opinione pubblica sul femminicidio.

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# Donne

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