Quella di Alfio Bardolla è la prima società di formazione a quotarsi su Borsa Italiana. Nel suo primo giorno di quotazione sull’AIM perde oltre il 10%. Genio o puro azzardo?
La società Alfio Bardolla Training Group, fondata e gestita dall’omonimo trader, consulente finanziario e formatore dal noto maglione arancione, sbarca su Borsa Italiana a conclusione dell’IPO che lo porta direttamente sull’AIM Italia e nel paniere dell’indice FTSE AIM Italia.
Siamo davanti ad una quotazione che fa la storia: quella di Bardolla è la prima società di formazione a quotarsi a Milano.
Il 2017 si conferma essere un anno ricco per il mercato AIM, che ospita le piccole e medie aziende italiane quotate - da inizio anno sono già 14 gli ingressi avvenuti.
L’operazione di Bardolla può dirsi frutto del suo genio per gli affari o si rivelerà essere solo un azzardo troppo precoce? Intanto, nel loro primo giorno di quotazione le azioni della società perdono oltre il 10%.
La Alfio Bardolla Training Group sbarca sull’AIM
Alfio Bardolla è un noto formatore nel settore finanziario italiano, anche grazie ad una furba strategia di marketing che lo ha reso famoso per indossare un maglione di un particolare colore di arancione, lo stesso che ritroviamo sul logo della società. Attraverso i suoi corsi insegna le basi della finanza personale, dell’investimento e del trading sui mercati finanziari.
L’offerta pubblica iniziale della Alfio Bardolla Training Group ha raccolto dagli investitori 3,1 milioni, dato che porta la capitalizzazione della società a quota 10,6 milioni di euro (la sua è la società tra le più piccole dell’AIM). Il flottante al 28 luglio 2017, primo giorno in borsa, era dell’17,3%.
Nomad dell’operazione di ingresso della società di Bardolla su Borsa Italiana è stata EnVent Capital Markets Ltd., società specializzata nella fornitura servizi per i mercati dei capitali indirizzati alle medie imprese sull’AIM Italia, oltre ad essere nota consulente per operazioni di fusioni, acquisizioni e ristrutturazione finanziaria.
Verso la chiusura di sessione il titolo perde oltre il 10% rispetto al prezzo di collocamento di 4,15 euro.
«Siamo andati comunque al riparto, abbiamo avuto numerose richieste, soprattutto dal retail, ma anche da istituzionali»,
spiega Bardolla questa mattina da Pizza degli Affari.
«Abbiamo già accordi per progetti in Gran Bretagna e Spagna, ma stiamo guardando anche a Paesi dove è diffuso anche Internet, in modo da realizzare corsi fisici, ma anche via web. In particolare stiamo studiando l’India, il Brasile e la Russia».
Strategia vincente o puro azzardo?
Il “personaggio” Alfio Bardolla gode di molti fan tanto quanto di critici feroci, come spesso accade nei confronti di personaggi che da niente riescono a costruire un impero.
Certamente, la quotazione in Borsa è una prova delle capacità di business e strategia di Bardolla, capace di sfruttare tutte le onde di possibilità (capitale o create da zero) e spingersi oltre dove nessun altro era arrivato. È lodevole, infatti, l’essere riuscito a quotare la propria società di formazione in borsa e sono molti gli ex partecipanti ai corsi a sostenerlo, un segno della qualità della sua offerta.
Le critiche vengono rivolte alla capacità di analizzare il reale valore dell’azienda: è una società strettamente legata al suo personaggio e la qualità del prodotto venduto non è facilmente misurabile, fattori che rendono la volatilità del titolo rischiosa.
In più, la tanto promessa «libertà finanziaria» sembra dissolversi nel progetto e la ricerca di nuovi capitali da parte fa nascere in alcuni il sospetto che la sua organizzazione aziendale sia diventata insostenibile.
L’investimento, se desiderato, è consigliato in un ottica di medio e lungo termine e può essere fatto rivolgendosi direttamente al proprio intermediario o attraverso piattaforme di trading che consentano l’accesso all’AIM.
Nel discorso di apertura del primo giorno di quotazione in borsa Bardolla ha ringraziato gli advisor e la squadra che ha contribuito all’operazione sottolineando che «è stato un percorso difficile perché fare l’imprenditore e fare l’imprenditore e poter portare un’azienda in borsa sono due cose totalmente diverse, l’abbiamo scoperto in questi anni».
L’ottimismo dell’ad, tuttavia, è palpabile: il cambiamento «vuol dire portare la squadra ad un altro livello, giocare nella serie A».
© RIPRODUZIONE RISERVATA