Tra le maggiori difficoltà legate all’applicazione dello Split Payment vi sono le differenti modalità di registrazione delle fatture per gli acquisti commerciali effettuati dalle Pubbliche Amministrazioni e le relative istruzioni operative.
La legge di Stabilità ha introdotto quest’anno nel sistema fiscale italiano la grande novità della scissione dei pagamenti, in base alla quale, per la fornitura di taluni beni e la prestazione di taluni servizi l’IVA non deve più essere pagata al fornitore ma deve essere versata direttamente allo Stato dall’acquirente. Il meccanismo contabile della scissione dei pagamenti si applica anche alle pubbliche amministrazioni e, in questo caso prende il nome di split payment.
Abbiamo già considerato che le pubbliche amministrazioni sono soggette ad adempimenti differenti nel caso in cui effettuino acquisti commerciali e istituzionali e abbiamo già indicato quali sono le modalità operative previste per la fatturazione degli acquisti istituzionali. In questo articolo ci occupiamo della modalità di contabilizzazione delle fatture per acquisti commerciali delle Pubbliche Amministrazioni.
Le indicazioni del MEF e del Fisco
A tal proposito è opportuno ricordare, oltre alla Legge di Stabilità, sono seguite differenti altre norme che hanno cercato di chiarire le modalità di fatturazione per gli acquisti delle pubbliche amministrazioni. E’ opportuno citare a tal proposito il DM del 23 Gennaio 2015 (MEF); la circolare n. 1/E del 9 Febbraio 2015 dell’Agenzia delle Entrate e le Ulteriori informazioni sullo split payment pubblicate sulla Piattaforma per la certificazione dei crediti con la pubblica amministrazione del MEF (13 Febbraio 2015).
Proprio quest’ultimo provvedimento chiarisce che il sistema è in fase di aggiornamento e implementazione sia per realizzare le funzionalità necessarie alla gestione delle fatture soggette al meccanismo dello split payment, sia per la nuova fatturazione elettronica nei confronti delle PA.
In attesa che tali aggiornamenti siano resi operativi, la piattaforma per la Certificazione dei Crediti con la PA ha fornito le seguenti indicazioni per la contabilizzazione delle fatture. Sul sitema PCC le pubbliche amministrazioni:
- registrano le operazioni di contabilizzazione nei modi consueti, per quanto riguarda il corrispettivo spettante al fornitore (che corrisponde, di regola, alla quota imponibile, al netto dell’IVA);
- l’IVA va contabilizzata ponendola nello stato SOSP (sospeso) con l’indicazione della apposita causale: “SPLITIVA”;
- Contabilizzare l’IVA nello stato SOSP con la causale «SplitIVA» è possibile:
- attraverso la procedura di caricamento online;
- attraverso la procedura di caricamento telematico, utilizzando l’azione CO (contabilizzazione) nel modello 003;
Acquisti commerciali
Per quanto riguarda gli acquisti commerciali, non è possibile utilizzare il sistema delle partite di giro, indicato per la contabilizzazione delle fatture per acquisti istituzionali. In questo secondo caso, infatti, la procedura più indicata (anche se il sistema, non essendo stato ancora aggiornato, consente differenti modalità di contabilizzazione) da seguire prevede che si annoti l’impegno di spesa al lordo dell’IVA e, successivamente, si accerti un’entrata corrente pari all’Iva non versata al fornitore (attraverso l’emissione di una reversale).
Per quanto riguarda i mandati di pagamento ne vengono emessi due differenti: il primo al fornitore per l’importo fatturato al netto dell’Iva, il secondo, di importo pari all’IVA non versata al fornitore, a titolo di quietanza per la reversale emessa al fine di accertare lo stesso importo come entrata. I saldi di Iva a debito da versare dovranno prevedere altri impegni di spesa.
Le fatture dovranno, quindi, essere distinte in diversi inquadramenti contabili (a seconda che riguardino acquisti istituzionali o commerciali) proprio perché è prevista una differente modalità di contabilizzazione.
Riassumendo, ecco quali sono i passaggi previsti per gli acquisti commerciali:
- l’impegno di spesa relativo alla spesa sostenuta per il bene/servizio acquisito per un importo comprensivo dell’Iva;
- Accertamento di un’entrata corrente pari all’IVA che non viene versata al fornitore, dal momento che non è stata ancora prevista dal sistema informatico un’apposita voce del piano dei conti riguardanti l’IVA, tale entrata corrente andrà imputata alla voce di entrata del piano dei conti, denominata «Altre entrate correnti n.a.c. e 3.05.99.99.999»;
- Insieme all’accertamento occorre rilevare un secondo impegno di spesa in partite correnti, per l’IVA da versare al fisco o, eventualmente, da compensare, qualora la Dichiarazione annuale IVA, presenti crediti IVA derivanti da periodi d’imposta precedenti;
- Primo mandato: si tratta del mandato di pagamento emesso nei confronti del fornitore per l’importo del bene/servizio al netto dell’IVA;
- 5) Secondo mandato: un secondo ordine di pagamento di importo corrispondente all’IVA non versata al fornitore per il bene/servizio acquistato, viene emesso a titolo di quietanza di entrata dal bilancio, all’entrata corrispondente all’Iva (non versata al fornitore);
- L’impegno di spesa relativo all’IVA dovuta al Fisco e non versata al fornitore, viene utilizzato nei versamenti successivi per l’IVA a debito.
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