Nel rilascio preliminare il PIL USA del terzo trimestre 2015 viene stimato in crescita dell’1,5%, in calo rispetto al 3,9% precedente. Quali sono i motivi?
L’economia statunitense rallenta nel terzo trimestre 2015 con un tasso di crescita su base annua del PIL dell’1,5% rispetto al dato di 3,9% registrato in primavera.
Eppure il principale motore della crescita economica USA, la spesa dei consumatori, è in costante aumento e si stima che nell’ultimo trimestre 2015 cresca ancora.
La capacità di spesa degli statunitensi sarebbe aiutata dai prezzi bassi delle materie prime (gas e petrolio su tutte) oltre che dall’aumento dei salari dovuti al basso tasso di disoccupazione, aumentati per giunta dall’inflazione che sta pian piano ripartendo.
Gli investimenti delle imprese sono aumentati nel terzo trimestre 2015 del 5,3%, le spese per la costruzione di nuovi edifici del 6,1%.
Ma allora quali sono i motivi della contrazione della crescita del PIL?
I motivi sono diversi, ecco i principali:
Aumento delle scorte di magazzino: Il valore delle merci detenute magazzino è aumentato di 56,8 miliardi di dollari nel terzo trimestre. Si tratta di un dato pesante se si pensa che nei primi due trimestri dell’anno i guadagni dalle scorte furono rispettivamente di 113,5 e di 112,8 miliardi di dollari.
Cina ed Emergenti: Le turbolenze economico-finanziarie che questi paesi stanno attraversando hanno inciso negativamente sulla crescita del PIL USA. Si è verificato un indebolimento della domanda globale che ha comportato un impatto negativo sulle esportazioni degli USA.
Il dollaro “forte”: come prima, un dollaro che continua a rafforzarsi sta creando difficoltà alle esportazioni degli Stati Uniti, aiutando al contrario le importazioni, che vanno ad incidere negativamente sul PIL.
In questo senso la notizia di ieri sul possibile rialzo dei tassi d’interesse da parte della FED già a dicembre 2015, nel caso le condizioni del mercato del lavoro vengano ritenute soddisfacenti, potrebbe incidere ancor più negativamente sulla crescita del PIL USA.
Ecco il parere rilasciato a Reuters da Ryan Sweet, senior economist di Moody Analytics a West Chester in Pennsylvania:
La situazione non sembra positiva, ma non crediamo che le implicazioni politiche dal punto di vista delle scelte della Fed siano in grado di incidere più di tanto sulla crescita del PIL USA.
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