L’utilizzo di device e e web necessitano di energia, responsabile di emissione di CO2. Ogni utente è in minima parte causa dell’inquinamento atmosferico.
Il più ecologista potrebbe essere responsabile dell’inquinamento atmosferico. Chiunque abbia un dispositivo elettronico, che sia pc o tablet, è colpevole di contribuire anche se in parte infinitesimale all’inquinamento.
Rete clima (un ente senza scopo di lucro che collabora con aziende e pubbliche amministrazioni per la sostenibilità ambientale), attraverso il sito CO2web, ha stimato che un utente tipo del web, che utilizza la rete per circa 40 ore a settimana, guarda almeno 2 video e invia venti mail al giorno è in grado di produrre circa 280 chilogrammi di CO2 equivalente annuale.
Responsabili inconsapevoli, almeno in parte, in quanto l’utilizzo dei dispositivi e l’accesso alla rete è possibile soltanto con dei notevoli consumi di energia elettrica, l’accesso ai siti è reso possibile inoltre dai data center, a loro volta alimentati da energia. Ebbene, l’emissione quotidiana di anidride carbonica è direttamente proporzionale alla nostra esigenza di utilizzare web e device.
Dai dati diffusi dal Centre for Energy Efficient Telecommunications dell’università di Melbourne in collaborazione con i Bell Labs di Alcatel, hanno calcolato che l’Ict (Information and Communication Technology) produce annualmente 830 milioni di tonnellate di anidride carbonica, circa il 2% delle emissioni globali di CO2. La rete si colloca al sesto posto come maggiore consumatore di energia elettrica, dopo grandi stati, tra cui Cina, Stati Uniti, Giappone, India e Russia.
I consumi italiani, facendo riferimento ai server della Ibm, si sono aggirati intorno ai 60 milioni di chilowattora, secondo quanto riportato dai dati dell’azienda, riferiti all’anno scorso. L’energia, secondo le stime è distribuita tra l’utilizzo energetico per i calcoli della piattaforma It, circa il 30% per il raffreddamento degli strumenti, il resto è convogliato all’alimentazione elettrica.
Apple e Google sono le aziende leader non solo per molti prodotti del mercato smart, ma anche nella lotta all’abbattimento dell’inquinamento atmosferico. Entrambe infatti, sono le uniche compagnie promosse dagli enti per la tutela dell’ambiente in quanto utilizzano energia proveniente da fonti rinnovabili. Rinunciando all’energia proveniente da carbone, gas naturale o centrali nucleari, Google e Apple hanno investito su energia pulita. Apple è proprietaria della più grande struttura privata di impianti fotovoltaici, 100% green insomma.
Google come Apple ha investito in energia alternativa, Greenpeace ne premia l’impegno. L’azienda ha finanziato con 1 miliardo di dollari quindici progetti per la produzione di energia rinnovabile, tra cui un impianto solare che produce 2 gigawatt di energia pulita.
Ad essere annoverate tra le aziende a impatto zero anche Ibm e Facebook, le quali puntano ad un minor dispendio di energia nel rispetto dei consumi.
Ovviamente mi scuso per le emissioni di CO2 prodotte per scrivere questo articolo.
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