Nell’Ucraina sotto attacco russo gli scambi di criptovaluta stanno raggiungendo volumi senza precedenti e anche l’esercito si serve di Bitcoin per ottenere donazioni dall’estero.
L’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo sta favorendo la circolazione delle criptovalute, specialmente Bitcoin e Tether. Nell’ex repubblica sovietica aumentano gli investimenti e le scorte di valute digitali, all’indomani delle restrizioni adottate dalla banca centrale ucraina sui trasferimenti di valuta fiat in formato digitale.
La popolazione residente sta facendo scorta di criptovalute per proteggere i propri capitali, e non manca chi ricorre alle valute digitali per ricevere aiuti economici da amici o parenti residenti all’estero. Nelle ultime ore, anche sui crypto wallet gestiti dalle organizzazioni non governative ucraine sarebbero arrivate donazioni da parte di aziende e privati residenti al di fuori dei confini nazionali, e lo stesso esercito di Kiev starebbe raccogliendo finanziamenti in Bitcoin.
Ucraina: in aumento scambi e adozione delle crypto
Mentre la Russia bombarda le città ucraine, i civili fanno scorta di criptovalute e mostrano un grande scetticismo nei confronti del sistema bancario ucraino, a maggior ragione dopo la decisione della banca centrale di bloccare la circolazione della moneta elettronica.
“Non ci fidiamo del governo. Non ci fidiamo del sistema bancario. Non ci fidiamo della valuta locale. La maggior parte delle persone non ha nient’altro da scegliere oltre alle criptovalute”.
Queste sono state le parole di Michael Chobanian, Ceo e fondatore dell’exchange ucraino Kuna, sul quale sta avvenendo una corsa all’acquisto della stablecoin Tether senza precedenti: grazie al suo ancoraggio al dollaro Usa, la valuta digitale si mostrerebbe come un’ottima riserva di valore contro la svalutazione della grivnia. Si ricorda che tra il 24 e il 26 febbraio 1 USDT è arrivato a valere $1,1 a fronte di un enorme aumento della domanda.
Bitcoin è anch’esso molto richiesto, soprattutto ora che le sue quotazioni sembrano essersi nuovamente stabilizzate in prossimità dei $40.000. Ciononostante, l’andamento di breve periodo della crypto è ancora oggetto di monitoraggio da parte degli analisti, i quali mantengono la massima cautela.
Le Ong e l’esercito raccolgono sempre più donazioni in BTC
In base ai dati forniti dalla società di analisi blockchain Elliptic, nelle ultime settimane le organizzazioni non governative operative in Ucraina avrebbero raccolto donazioni per decine di milioni di dollari in crypto. Per fare alcuni esempi: la Ucrainian Cyber Alliance, l’organizzazione di hacker che s’impegna a proteggere i siti governativi dagli attacchi informatici russi, avrebbe raccolto circa $100.000 in Bitcoin, Ethereum, Litecoin e Tether. Sui wallet digitali della Ong Come Back Alive, che fornisce supporto ai membri delle forze armate ucraine, sono in giacenza non meno di $3 milioni di donazioni in Bitcoin.
Si deve tenere a mente che gli attivisti ucraini finanziano da anni le loro iniziative con le crypto, ma fino a oggi quest’ultime erano uno strumento secondario, al quale si preferiva il trasferimento di denaro tramite bonifico bancario o applicazioni di pagamento, come Paypal. Le nuove limitazioni sui bonifici in entrate e in uscita dal Paese hanno favorito l’abbandono dei metodi tradizionali in favore delle valute digitali.
“La criptovaluta viene sempre più utilizzata per finanziare la guerra, con la tacita approvazione dei governi”.
Lo ha dichiarato Tom Robinson, analista e manager di Elliptic, che ha sottolineato come gran parte dei fondi donati alle organizzazioni vicine all’esercito ucraino permetteranno di realizzare moderne app per il riconoscimento facciale dei soldati nemici e droni da combattimento, e reperire nuove armi e forniture mediche.
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