La Banca dei regolamenti internazionali (BRI) lancia l’allarme: i tassi di interesse negativi sono un’arma a doppio taglio, banche centrali in bilico. Manca la fiducia.
I tassi di interesse negativi rischiano di avere forti ripercussioni sull’economia nel breve termine, ancor più se le banche centrali come BCE e Bank of Japan proseguiranno con le manovre di politica monetaria non convenzionale.
È questo l’allarme lanciato dalla Banca dei regolamenti internazionali (BRI), che avverte inoltre di un’altra forte tempesta in arrivo.
Recentemente, i mercati hanno «guadagnato una certa compostezza», grazie ad alcuni indicatori economici positivi provenienti dagli Stati Uniti e ad un taglio dei tassi in Cina, che ha ridotto i coefficienti minimi di riserva imposti alle banche, contribuendo a rafforzare il sentiment del mercato.
Ma la diminuzione degli strumenti disponibili nella mani delle banche centrali per affrontare la crescita lenta, con i tassi di interesse in territorio negativo e gli oneri di debito insostenibili, in particolare nei mercati emergenti, indicano una «tempesta in arrivo», come dichiarato dal capo del dipartimento monetario ed economico della BRI, Claudio Borio.
«Quelli che vediamo potrebbero non essere solo fulmini isolati, ma i segnali di una tempesta vicina che si sta preparando da molto tempo»
L’allarme sulla pericolosità degli esperimenti mai visti in materia di politica monetaria arriva a pochi giorni dalla riunione della BCE, in programma per giovedì 10 marzo.
Le aspettative dei mercati parlano di un ulteriore taglio sui tassi di interesse di deposito in territorio negativo da parte della BCE di altri 10 punti base, il che porterebbe il tasso a -0,4% nel tentativo di combattere la minaccia della deflazione.
Le banche centrali utilizzano i tassi di interesse negativi come parte di una strategia per tentare disperatamente di sostenere il rialzo dell’inflazione. Tuttavia, altre banche centrali avvertono che i tassi negativi non sono altro che un tentativo dannoso e pericoloso per indebolire la propria valuta.
La misura straordinaria di politica monetaria compresa nell’introduzione dei tassi di interesse negativi è aspramente criticata anche dagli investitori, secondo cui le banche centrali si troveranno a pagare duramente la scelta in futuro.
Il pericolo dei tassi di interesse negativi - BRI
Soprannominata la banca centrale delle banche centrali, la BRI ha pubblicato un documento nella giornata di domenica (BIS Quarterly Review March 2016) secondo cui è molto difficile prevedere come potrebbero reagire le persone e le istituzioni finanziarie se i tassi di interesse dovessero scendere in territorio ancor più negativo per un lungo periodo di tempo.
I tassi negativi delle banche centrali non solo hanno impatto sui costi di finanziamento sui mercati monetari a cui le banche hanno accesso per prelevare o depositare liquidità, ma avranno presto conseguenze anche sulle imprese e sulle famiglie.
Come riferito dalla BRI, non era noto in che modo chi necessità dell’accesso ad un prestito avrebbe reagito o se i canali attraverso i quali si muovono i tassi delle banche centrali all’interno dell’economia avrebbe «continuano ad operare come in passato».
Gli economisti della BRI, inoltre, avvertono su come questa politica potrebbe avere gravi conseguenze sul settore finanziario. Sono le banche ad aver subito, fino ad ora, il peso di tassi di interesse negativi.
«La fattibilità del modello di business delle banche come intermediari finanziari potrebbe essere messa in discussione»,
si legge all’interno del documento della Banca dei regolamenti internazionali.
La BCE e la Banca del Giappone sono le banche centrali più grande ad aver deciso di passare ai tassi di interesse negativi, insieme alla Riksbank svedese, che ha tagliato il suo tasso principale il mese scorso a -0,5%, e alla banca centrale della Svizzera, che ha abbassato i tassi a -0,75%.
Aumentano i dubbi sul fatto che i tassi negativi possano davvero funzionare - l’annuncio dei tassi negativi da parte della BoJ ha bloccato l’apprezzamento dello yen solo per alcuni giorni.
Sottolineando quali potrebbero essere gli effetti negativi inaspetati, la ricerca della BRI rileva che i depositi per i consumatori al dettaglio sono state isolate dalla manovra di politica e che alcuni tassi ipotecari in Svizzera sono aumentati
«Se i tassi negativi non alimentano i tassi sui prestiti per famiglie e imprese perdono in gran parte perdono la loro logica»,
scrivono gli economisti della BIS Morten Bech e Aytek Malkhozov.
«D’altra parte, se i tassi di politica negativi venissero trasmessi sui tassi di prestito per le imprese e le famiglie ci sarebbero degli effetti a catena sulla redditività della banca, a meno i tassi negativi non venissero imposti anche sui depositi, sollevando dei dubbi circa la stabilità sulla base di deposito al dettaglio.»
Tempesta in arrivo, ecco perché
Nonostante i mercati finanziari siano riusciti a recuperare terreno dal crollo di inizio 2016, la montagna di debito a livello mondiale, la crescita lenta e i tassi di interesse negativi a lungo termine rappresentano delle dinamiche difficili da invertire, sottolinea la BRI.
La paura per il destino della Cina e dei mercati emergenti e per la salute di alcune delle banche più grandi a livello mondiale ha alimentato ad un inizio 2016 in forte discesa - uno dei sell-off peggiori dalla crisi finanziaria del 2008.
«Alla base di alcune delle turbolenze vi è stata la crescente preoccupazione da parte degli operatori di mercato sulla diminuzione delle opzioni di supporto di politica monetaria di fronte alla prospettiva di un indebolimento della crescita»
scrive la Banca dei regolamenti internazionali da Balisea, la rappresentanza internazionale delle banche centrali mondiali.
© RIPRODUZIONE RISERVATA