L’istituto di credito guidato da Carlo Messina ha intenzione di incrementare la sua presenza in Cina e valuterà come agire nell’ambito del memorandum d’intesa su cui stanno lavorando il governo italiano e quello cinese. Xi jinping è atteso in Italia il 22 e il 23 marzo
Intesa Sanpaolo vuole crescere in Cina e valuterà come agire nell’ambito del memorandum d’intesa tra i due governi, una volta che il quadro sarà definito. Lo ha detto il Presidente della banca Gian Maria Gros-Pietro a margine della presentazione della sesta edizione del Festival della Cultura Creativa nella sede dell’ABI.
Il governo firmerà una serie di memorandum d’intesa con la Cina sulle infrastrutture in occasione della visita del Presidente Xi Jinping in Italia, in agenda per il 22 e il 23 marzo.
Non una data a caso, che coincide con il cinquantesimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Roma e Pechino. Proprio il 23 marzo sarà la volta degli accordi bilaterali istituzionali e commerciali e la possibile adesione dell’Italia alla nuova Via della Seta. Iniziativa fortemente voluta da Pechino e lanciata da Xi Jinping nel 2013.
"One Belt, One Road": è questo il nome ufficiale del progetto cinese di una Via della Seta in chiave contemporanea destinata a collegare l’Asia all’Europa e all’Africa, ma soprattutto mettere la Cina moderna al centro dei traffici e a ridisegnare di conseguenza gli equilibri economici mondiali.
«Il memorandum d’intesa del governo lo immagino come una sorta di cornice e quando questa cornice sarà definita vedremo come collocarci al suo interno», ha detto il Presidente di Intesa Sanpaolo.
«Non so quale è il contenuto del memorandum del governo. Noi siamo presenti in Cina, a Pechino, a Shanghai, a Hong Kong e intendiamo incrementare la nostra presenza. Abbiamo una quota di minoranza di Bank Qingdao e un’iniziativa di wealth management quindi riteniamo che la Cina sia un paese interessante per il nostro futuro. Non so dire se il memorandum d’intesa potrebbe spingere maggiormente la nostra presenza», ha spiegato Gros-Pietro.
Deutsche Bak-Commerzabank non faranno partire consolidamento settore
Che Intesa Sanpaolo in questa fase storica possa contare su una struttura patrimoniale solida e che stia guardando alla possibilità di crescita non solo per via organica ma anche per linee esterne non è un segreto.
Dopo lunghe settimane di indiscrezioni, nel corso del fine settimana hanno preso il via le trattative per una fusione tra Deutsche Bank e Commerzbank. Gros-Pietro non vede però l’inizio di una nuova ondata di consolidamento nel settore, anche con operazioni transnazionali.
Quella tra le due banche tedesche per il presidente di Intesa Sanpaolo rappresenta «un’operazione specifica» mentre a livello generale l’M&A potrà interessare «piccole operazioni, utili a aumentare le efficienze delle banche» seppur «non mi sembra che ci siano le premesse per quelle grandi sinergie che sono indispensabili per attuare una fusione con vantaggi per tutte le banche partecipanti». A Piazza Affari le azioni Intesa Sanpaolo al momento si attestano a 2,246 euro, in progresso del 2,11%.
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