Istat: cresce numero occupati (+ 242mila), fondamentale l’apporto del lavoro stabile. Questi dati però vanno presi con le molle: ecco perché.
L’ultimo report Istat relativo al mercato del lavoro ci dice che nel primo trimestre di quest’anno gli occupati sono aumentati di 242mila unità e che l’incremento è dovuto alla crescita del lavoro stabile. Ma ci possiamo fidare ciecamente di questi dati oppure è necessario prenderli con le pinze?
La polemica scoppiata qualche giorno fa suggerirebbe la seconda opzione. Lo scorso 31 maggio, rispondendo su Twitter ad un utente che chiedeva “io lavoro con un voucher da 8 ore al mese: cosa sono, occupato o disoccupato?”, l’account ufficiale dell’Istat ha spiegato che è da considerarsi “occupato” chi nella settimana di riferimento dell’indagine ha lavorato almeno un’ora, e ha invitato l’utente a consultare il glossario interno al proprio sito.
@claudio301065 è considerato occupato se nella settimana di riferimento dell'indagine ha lavorato almeno un'ora, cfr Glossario
— Istat (@istat_it) 31 maggio 2016
Ne è nato un flame che l’Istat ha provato a spegnere fornendo alcuni chiarimenti. L’Istituto ha infatti specificato di far riferimento agli standard condivisi a livello internazionale e ha pubblicato la definizione di occupati, ossia le persone di 15 anni e più che nella settimana di riferimento:
- hanno svolto almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un corrispettivo monetario o in natura
- hanno svolto almeno un’ora di lavoro non retribuito nella ditta di un familiare nella quale collaborano abitualmente
- sono assenti da lavoro (ad esempio, per ferie o malattia)
Da leggere con la dovuta cautela anche i dati che parlano di una crescita del lavoro stabile, ossia a tempo indeterminato. Con i nuovi contratti a tutele crescenti entrati in vigore nel 2015, infatti, parlare di lavoro stabile non ha più molto senso, dal momento che in caso di licenziamento ingiustificato il lavoratore non ha più diritto automaticamente al reintegro ma ad un indennizzo che cresce con l’aumentare dell’anzianità lavorativa.
Istat: i dati sull’occupazione
Diamo comunque uno sguardo all’ultimo report Istat sul mercato del lavoro. Cresce l’occupazione, che nel primo trimestre dell’anno segna un aumento dell’1,1% su base annua, mentre su base trimestrale l’incremento è pari solo allo 0,1%.
Gli ultimi dati diffusi dall’Istituto nazionale di statistica dimostrano che nel passaggio tra il 2015 e il 2016 la diminuzione degli incentivi alle assunzioni stabili ha inciso negativamente sull’apertura di nuovi contratti a tempo indeterminato, anche se il lavoro stabile rimane comunque un traino per l’incremento generale dell’occupazione.
Nei primi tre mesi del 2016 l’occupazione è cresciuta lievemente rispetto al trimestre precedente, con dinamiche diverse a seconda delle varie tipologie occupazionali: se da un lato infatti aumentano i dipendenti a tempo indeterminato, dall’altro calano i dipendenti a termine e restano stabili gli indipendenti.
“Divaricazioni si osservano anche in relazione alle dinamiche degli occupati per classe di età - spiega l’Istat - con un aumento per i 50-64enni a fronte di lievi diminuzioni per i 15-34enni e per i 35-49enni”.
L’Istituto nazionale di statistica rileva che tra il primo trimestre del 2015 e i primi tre mesi dell’anno in corso, su base annua il numero degli occupati è cresciuto di 242mila unità. Fondamentale è stato l’apporto dell’occupazione dipendente a tempo indeterminato (+ 341mila), a fronte di una sostanziale stabilità di quella a termine e del calo degli indipendenti.
L’incremento - sottolinea l’Istat - “è maggiore per il lavoro a tempo parziale, soprattutto quello di tipo volontario, ma prosegue anche la risalita del tempo pieno. Inoltre, su base annua l’occupazione aumenta in particolare per gli uomini, nelle regioni settentrionali, per gli over 50, per i laureati e per gli stranieri”.
Istat: calano gli inattivi, tasso di disoccupazione stabile all’11,6%
Un aspetto significativo delle recenti dinamiche del mercato del lavoro è rappresentato dal calo degli inattivi (soprattutto per quanto riguarda gli uomini e la fascia compresa tra i 15 e i 64 anni: - 168mila in un anno), mentre il tasso di disoccupazione è invariato rispetto al trimestre precedente (stabile all’11,6%) “e diminuisce di quasi 1 punto percentuale rispetto ai primi tre mesi del 2015, con un calo tendenziale di 127 mila disoccupati di lunga durata”.
In generale, il tasso di inattività si attesta al 35,7% (-0,1 punti).
Istat: aumenta la quota dei più distanti dal lavoro
Aumenta inoltre la quota dei più distanti dal lavoro, ovvero coloro che non cercano o sono indisponibili per un’occupazione (+ 58mila).
Istat: i dati su Pil e ore di lavoro
Per quanto concerne l’andamento generale dell’economia, l’Istat rileva che:
Nel primo trimestre del 2016 l’economia italiana è cresciuta ad un ritmo lievemente superiore a quello registrato nella seconda metà dello scorso anno. L’aumento del Pil, pari allo 0,3% su base congiunturale e all’1% in termini tendenziali, si caratterizza con un crescente utilizzo di lavoro: le ore complessivamente lavorate aumentano dello 0,5% sul trimestre precedente e del 2,1% su base annua. Tale aumento coinvolge tutti i principali settori economici, ad eccezione delle costruzioni.
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