Italia, Confindustria taglia le stime: l’evasione fiscale brucia il 7,5% del PIL

Francesco Lucchetti

17 Dicembre 2015 - 10:48

L’Italia è fuori dalla recessione, ma l’uscita è più lenta di quanto potrebbe esserlo: Confindustria riduce le sue stime per il triennio 2015-2017 sul PIL. Dati incoraggianti dal mondo del lavoro

Italia, Confindustria taglia le stime: l’evasione fiscale brucia il 7,5% del PIL

Confindustria riduce le sue stime sul PIL italiano tra il 2015 e il 2017 e, mentre “l’Italia che produce” va a caccia dei cosiddetti zero-virgola per rialzare la testa, l’evasione fiscale raggiunge la cifra mostruosa di 122,2 miliardi di euro e brucia letteralmente il 7,5% del PIL.

La ripresa italiana che tanto aspettiamo da anni fatica a decollare e, secondo Confindustria, il grande morbo dell’evasione fiscale impedisce al nostro Paese di uscire nel migliore dei modi dalla crisi economica degli ultimi anni.

I numeri di Confindustria

Il Centro studi di Confindustria ha rivisto al ribasso le stime sul PIL italiano: se a settembre si ipotizzava una chiusura del 2015 con un importante +1%, adesso le previsioni parlano di un +0,8%. Per i prossimi anni la situazione non migliorerà quanto sperato: per il 2016 si prevede la crescita dell’1,4% contro le aspettative dell’1,5% e per il 2017 questa dovrebbe fermarsi all’1,3%. Sono numeri che indicano l’uscita dalla lunga recessione, ma il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ha affermato che manca ancora “lo scatto netto, bruciante” per una veloce ripresa.

Evasione fiscale: il 7% del PIL andato in fumo

Il rapporto di Confindustria sottolinea la gravità del fenomeno dell’evasione fiscale in Italia che ammonta a 122,2 miliardi di euro nel 2015 ed è pari al 7% del prodotto interno lordo, una dimensione che Squinzi definisce “assolutamente patologica”:
“Da imprenditore, il peggior concorrente che ho è chi non paga le tasse o evita in tutti i modi di farlo”
Il contrasto all’evasione fiscale rimane uno dei principali nodi da sciogliere nel nostro Paese e Confindustria ha sottolineato il suo forte impegno in questo senso:

“la lotta all’evasione è parte integrante e imprescindibile di un coerente programma di risanamento, anche morale, e di rinascita strutturale dell’economia italiana. E’ essa stessa una riforma in sé. L’evasione fiscale e contributiva, infatti, blocca lo sviluppo economico e civile perché penalizza l’equità, distorce la concorrenza, viola il patto sociale, peggiora il rapporto tra cittadini e Stato e riduce la solidarietà”

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Bene il mercato del lavoro

Bilancio nettamente positivo invece per quanto riguarda il mondo del lavoro: le previsioni del Centro studi parlano di un aumento di circa 650 mila nuovi posti di lavoro nel corso del triennio compreso tra il 2015 e il 2017 e il tasso di disoccupazione nel nostro Paese dovrebbe scendere all’11,1%. Il miglioramento dovrebbe quindi procedere in linea con l’ottimismo espresso dal Markit Economics riguardo l’Eurozona, sull’argomento propongo la lettura di “Eurozona: ripresa del mercato del lavoro, il grande ottimismo per il 2016”.

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