Domani il Cdm vaglierà la proroga della Gacs che, stando alle indiscrezioni, dovrebbe contenere condizioni più stringenti rispetto al passato. La proroga è contenuta nel c.d. Decreto Brexit.
Proroga di 2 anni della Gacs. Secondo le indiscrezioni raccolte dall’agenzia Reuters, la garanzia dello Stato sulla cartolarizzazione delle sofferenze bancarie sarà estesa di 24 mesi.
L’agenzia, che cita due fonti governative, rileva che l’articolo 13 del provvedimento autorizza il ministro dell’Economia a concedere per ventiquattro mesi la Gacs su passività emesse nell’ambito di operazioni di cartolarizzazione.
Rinnovo Gacs: paletti più stringenti
La proroga avviene con qualche modifica: la nuova autorizzazione è infatti subordinata al via libera delle autorità europee, chiamate a valutare che la misura non costituisca aiuto di Stato. Il livello minimo di rating per i titoli senior oggetto di garanzia è stato alzato da “BBB-“ a “BBB” e i livelli di remunerazione vengono avvicinati ai valori di mercato.
Il ministro, inoltre, tramite decreto può prorogare lo strumento “per ulteriori 12 mesi, previa approvazione da parte della Commissione europea".
Brexit: periodo transitorio di 18 mesi in caso di no-deal
Il rinnovo della Gacs è contenuto nel decreto sulle misure per garantire l’operatività di banche e intermediari finanziari in caso di recesso della Gran Bretagna dalla Ue senza un accordo.
Quello che è stato ribattezzato il “decreto Brexit”, che domani passerà al vaglio del Consiglio dei Ministri, contiene le disposizioni “per garantire la stabilità e integrità del sistema finanziario" nell’eventualità del no-deal e introduce un regime di salvaguardia transitorio per gli operatori finanziari britannici presenti in Italia e per gli intermediari italiani attivi in Gran Bretagna.
Per le banche del Regno Unito operanti in Italia è previsto un periodo transitorio di 18 mesi mentre gestori di fondi, istituti di pagamento e istituti di moneta elettronica britannici che operano adesso in Italia cessano invece di operare alla data di recesso, attualmente previsto per il 29 marzo (fatta salva la gestione della chiusura dei rapporti).
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