Italia, banche: corsa agli sportelli da evitare, aiuto UE pronto dopo la Brexit

Flavia Provenzani

29/06/2016

Nessun pericolo per le banche in Italia, l’intero comparto verrà protetto secondo l’UE. Attesa per i dettagli del piano del Governo Renzi da 40 miliardi.

Italia, banche: corsa agli sportelli da evitare, aiuto UE pronto dopo la Brexit

La Commissione europea farà tutto il necessario per evitare il crollo delle banche italiane a seguito della tempesta sui mercati finanziari scatenata dal SI alla Brexit, l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Almeno secondo quanto dichiarato dal presidente della Commissione UE, Jean-Claude Juncker, nella serata di martedì.

In una dichiarazione al termine del primo giorno del Summit UE tra i vari leader europei, Juncker ha ammesso di aver discusso dello stato delle banche italiane con il Primo Ministro Matteo Renzi e che il blocco europeo deve fare in modo che il settore bancario in Italia e altrove sia ben protetto.

«La Commissione farà di tutto per evitare qualsiasi tipo di corsa agli sportelli»,

ha detto Juncker.

«Questo non è un pericolo per l’Italia, per ora, ma dobbiamo fare in modo, date le circostanze mondiali incerte in cui ci troviamo, che il settore bancario in Italia e altrove sia protetto nel miglior modo possibile».

I commenti di Juncker arrivano dopo la notizia per cui il governo italiano starebbe considerando un aumento di capitale per il sistema bancario del Paese, dopo il pesante sell-off per i titoli bancari italiani subito a partire dalla sessione di venerdì, quando il risultato ufficiale del referendum Brexit ha mostrato la chiara volontà del popolo britannico di lasciare l’Unione Europea.

L’intervento del Governo italiano potrebbe tradursi in un’iniezione di liquidità di circa €40 miliardi all’interno del settore bancario, come riportato da una fonte, settore ancora sotto il peso di 360 miliardi in crediti deteriorati, della scarsa redditività dovuta ai tassi di interesse ai minimi storici, dalle modeste riserve di capitale e dai costi elevati.

Già all’inizio del mese l’attesa per il risultato del referendum Brexit aveva spinto al ribasso i titoli bancari europei.
Ad appesantire il clima arrivano le dichiarazioni del presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi, secondo cui la decisione del Regno Unito di uscire dall’Unione Europea potrà ridurre la crescita economica segnalata nel PIL dell’Eurozona dello 0,5% nei prossimi tre anni.

La tempesta finanziaria generata dalla Brexit è dovuta dal ruolo del Regno Unito come importante partner commerciale dalla possibilità che possa generarsi un effetto domino e che altri paesi vorranno lasciare l’UE.

Nigel Farage, leader del partito indipendentista inglese, ha già fatto la sua profezia davanti al Parlamento europeo: il Regno Unito non sarà l’ultimo paese ad abbandonare l’Unione Europea.

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