Con l’ultimo scostamento di bilancio da 40 miliardi di euro, concordato ieri pomeriggio dal Consiglio dei ministri, il deficit pubblico arriverà all’11,8% del PIL, di fatto il livello più alto dal 1991.
PIL crollato dell’8,9% e boom del debito, ai livelli più alti dal primo dopoguerra. E alla stagione horror per i conti dell’Italia si aggiunge ora anche il deficit, che con il nuovo scostamento di bilancio da 40 miliardi di euro, sul quale il Consiglio dei ministri ha trovato una quadra nel pomeriggio di ieri, dovrebbe volare all’11,8% del PIL, come non avveniva dal 1991.
Numeri da brividi che, trapela da Palazzo Chigi, sono da ascrivere alle “misure di sostegno all’economia” varate dall’esecutivo Conte bis e dal nuovo corso Draghi per minimizzare l’impatto delle chiusure forzate e dei provvedimenti restrittivi implementati negli ultimi dodici mesi.
Deficit ai livelli più alti dal 1991
La stima sul deficit pubblico 2021 si basa sull’eventuale rimbalzo del 4,5% del PIL nel corso dell’anno, come stimato dal Governo, che dovrebbe essere poi seguito da un +2,6% nel 2022 e un +1,8% nel 2024. “Tassi di incremento mai sperimentati nell’ultimo decennio”, sottolineano in una nota da Palazzo Chigi, e che dipendono, a loro volta, dalle imprevedibili evoluzioni della campagna vaccinale europea, fin qui zoppicante.
L’ultima volta che il deficit aveva superato la soglia dell’11% del PIL era il 1991, ai tempi di Maastricht, quando i leader continentali disegnavano il progetto UE. Ma in virtù dell’attesissimo rimbalzo dell’economia anche il deficit finirà lentamente per sgonfiarsi: secondo il Governo, già nel 2022 potrebbe scendere al 5,9%, per poi passare al 4,3% nel 2023 e al 3,4% nel 2024. Sotto la soglia del 3%, infine, nel 2025.
Crolla il PIL, boom del debito pubblico
Numeri che, come accennato, vanno a combinarsi al tonfo del PIL, in flessione record dell’8,9% nel 2020. A fare peggio, nell’Eurozona, solo Spagna (-11%), Grecia (-10%) e Malta (-9%), a cui si aggiunge il Regno Unito (-9,9%), passato dall’altro lato della barricata con il nuovo anno, e che paga il doppio scotto pandemia-Brexit.
A far tremare i polsi anche il boom del debito pubblico, salito a 2.643,8 miliardi di euro nel mese di febbraio. Il rapporto con il PIL è passato al 159,8%, persino superiore a quello del 1920 (159,5%), quando i Governi (scricchiolanti) del tempo, all’alba del Fascismo, dovevano però fare i conti con le spese della Grande guerra e le tensioni sociali del biennio rosso.
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