L’Agenzia di rating prolunga i tempi per la possibile riduzione del giudizio sull’Italia dall’attuale Baa2. Gli analisti vogliono valutare gli impatti della manovra 2019 sui conti pubblici e le prossime mosse del Governo Conte
La decisione sull’eventuale downgrade dell’Italia da parte dell’Agenzia di rating Moody’s è stata rimandata al prossimo ottobre. A comunicarlo è stata la stessa società statunitense che ha deciso di allungare il tempo a disposizione prima di valutare la possibile riduzione del giudizio sul merito creditizio del Belpaese, ad oggi pari a Baa2.
Per Moody’s sarà fondamentale valutare le scelte del Governo Conte in tema di riforme ma soprattutto gli impatti della manovra finanziaria 2019 sui conti pubblici italiani.
Nella nota diffusa ieri l’Agenzia di rating ha ricordato di aver messo sotto osservazione il merito creditizio italiano per un eventuale abbassamento lo scorso 25 maggio. Solitamente la decisione finale viene presa entro tre mesi.
Gli elementi chiave per l’eventuale downgrade che verranno presi in considerazione – spiega la nota di Moody’s - saranno il rischio di un indebolimento delle scelte di bilancio da parte del nuovo Governo e quello di uno stop al processo di riforme strutturali. Altri rischi che Moody’s prende in considerazione sono le possibili revisioni della riforma pensionistica del 2011 (la legge Fornero, ndr) e di quella del lavoro del 2015.
Ricordiamo che il documento di economia e finanza per i prossimi tre anni (Def) dovrà essere presentato dal Governo al Parlamento entro il 27 settembre prossimo, mentre il bilancio 2019 sarà inviato a Bruxelles entro il 15 ottobre. Per quanto riguarda le altre due Agenzia di rating, S&Poor’s e Fitch, il giudizio di entrambe è pari a BBB, solo due gradini sopra al livello “junk” (spazzatura) che inizia con la BB.
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