Jaguar Land Rover porta in Italia un progetto di informazione sulla mobilità sostenibile.
È stato presentato oggi presso la sede Aci di Milano, il progetto e-ducation, con cui Jaguar Land Rover intende sfatare i miti e smontare le fake news che circolano sulla mobilità elettrica, e con ciò dare in mano alla clientela gli strumenti per poter decidere quale è la motorizzazione migliore per sé.
Formare ed emancipare, confucianamente: Jaguar Land Rover vuole dare gli strumenti e insegnare a valutare le informazioni corrette per la propria scelta. Si perché non deve essere in elettrico per forza: ogni guidatore ha le proprie esigenze, di guida e di vita.
Riguardo il progetto e-ducation, Marco Santucci, ceo di Jaguar Land Rover ha osservato come «su temi come la transizione ecologica c’è confusione e disinformazione. Abbiamo speso tempo per capire le critiche mosse al mercato e ci siamo documentati per promuovere le informazioni corrette. La nostra rete di vendita è l’intermediario per passare le informazioni ai clienti. Ma vogliamo arrivare anche nelle scuole, confrontarci con i giovani sul mondo sostenibile di domani. Serve maggiore informazione sull’elettrico per fare la scelta più giusta».
Gianni Catalfamo, ingegnere, esperto di mobilità ed e-coach del progetto e-ducation, che andrà nelle filiali Jaguar a parlare di veicoli elettrici, si è reso conto che i dubbi sono sempre gli stessi, tipici di chi una macchina elettrica ancora non l’ha guidata. Dubbi di tipo sistemico: avremo abbastanza energia? Come smaltiremo le batterie?
Imbeccato dal Professore dell’Università Guglielmo Marconi di Roma, Fabio Orecchini, Catalfamo ha osservato che bisogna rispondere con informazione, i dati esistono, vanno reperiti e messi a sistema. “Ci focalizzeremo sui dubbi e li schiariremo in modo fattuale. Ognuno deve trovare il suo tempo per capire il valore dell’elettrico”.
E allora quali sono i tre vantaggi indiscutibili dell’elettrico?
“ Primo : l’auto elettrica fa risparmiare una montagna di soldi. Specie nel B2B: chi passa la flotta in elettrico risparmia. Secondo: non ci si deve occupare più del rifornimento: colleghiamo la macchina al wall box di casa. Terzo: il piacere di guida".
L’automobilista tradizionale è dunque proverbialmente, ma anche praticamente, scettico. Come va convinto?
Geronimo La Russa, presidente di Aci Milano, ha ricordato come da sempre l’Automobile Club Italiano accompagna tutte le trasformazioni: «lo ha fatto nel dopoguerra, contribuendo alla scelta della mano da tenere, se la destra o la sinistra, alla crescita dell’industria automotive nazionale. Sappiamo che la strada è di tutti, automobilisti e pedoni, noi accompagnato il percorso di evoluzionie di entrambi. Sfatare fake news sull’elettrico fa parte di questo percorso».
Ha valore allora la testimonianza di un utente storico di motori elettrici, passato ora a una Jaguar Land I-Pace come Gianluca Della Valle: “faccio 20mila km l’anno in elettrico, in media 50 al giorno. Compio due viaggi l’anno con famiglia (in Austria e Trentino) per i quali faccio due soste (Valdichiana e Carpi) per ricaricare. ll sistema di infotainment consente di pianificare il viaggio e ti informa su quanto tempo devi stare fermo, come gestire i punti di ricarica. A casa, a Ostia, ho installato un impianto fotovoltaico di accumulo e ricarico la macchina con la wall box. Ho poi una colonnina sotto l’ufficio”.
L’autonomia? “Negli anni è cambiata: all’inizio facevo 100 km, ora con la i-pace faccio 400 km sul misto e 300 in autostrada".
Elettrico sì, ma non per forza
Il ceo Marco Santucci ricorda come Jaguar sia stata “una delle prime case premium a introdurre una full electric, la I-Pace. Per noi l’auto elettrica è il modo per tornare a sperimentare la performance, con un rapporto di coppia immediato, istantaneo. Per Land Rover il passaggio è graduale, stiamo elettrificando via via tutti i modelli. E nel 2024 avremo una full electric Range Rover".
Elettrico come scelta obbligata, dunque? No: tutte le opinioni portano su una strada diversa
Per Geronimo La Russa “l’auto ibrida è ancora la soluzione giusta per la città e per chi fa grandi spostamenti e così usa il termico". C’è un problema di infrastruttura non omogenea nel Paese.
Secondo Gianni Catalfamo “ci sono casi in cui passare all’elettrico è difficile. La ricarica notturna per chi abita in città e deve organizzarsi con aree pubbliche è difficile. Serve dialogo fra autorità cittadine, infrastrutture e sindaci per dare soluzioni. Per esempio in alcune città europee si sperimenta il lampione con la ricarica. Ma sono cose che richiedono un ridisegno urbanistico".
Marco Santucci è ancora più diretto: “Non vogliamo convincere tutti a guidare in elettrico: con la nostra rete consigliamo la motorizzazione più corretta per il cliente che dipende da stile di guida, tipo di abitazione Alcuni clienti è meglio proprio che non la comprino, se non possono ricaricare in privato e in azienda: avrebbero motivo per lamentarsi. Al netto, non spingerei sull’ibrido plugin, che spesso non viene usato in modo corretto: Non lo venderei a chi non ha una colonnina a casa: consuma e costa di più”.
Educare con i numeri
Il ruolo di Aci, ha ricordato La Russa, nell’orientare gli automobilisti è fondamentale: "lavoriamo con le scuole da decine d’anni. Dobbiamo educare, consigliare, guidare”. E informare. Cosa meglio dei numeri, allora?
Gianni Catalfamo ha spiegato che il “fattore principale che fa variare i consumi di un veicolo elettrico è la temperatura esterna. D’estate è superiore che in inverno. 25 gradi è la condizione ideale della chimica delle batterie. Se la temperatura più bassa il veicolo consuma di più.
Poi c’è la velocità: più aumenta più si consuma. Quando si viaggia una sosta media è 45 minuti, ma dipende dalla colonnina di ricarica. Per i viaggi lunghi: si impara a fare i conti, valutare il tempo, adeguando lo stile di guida”.
Numeri anche, e soprattutto, contro le fake news. Numeri che Jaguar Land Rover ha messo in un libricino in distribuzione presso le proprie concessionarie e nel sistema education.
Santucci: “dicono che le auto elettriche possono andare a fuoco: si, certo, come tutte le auto. Ma lo fanno in misura 64 volte inferiore rispetto al termico, che ha un serbatoio con liquido infiammabile. Ancora: dicono che se tutti avessero l’elettrico in Italia non ci sarebbe energia. Facendo i conti, e i dati sono di Terna, con 4 milioni di auto elettriche previste circolanti nel 2030 e 2 milioni di plug -n serviranno 10 TeraWatt, quindi il 3% di quelli prodotti in Italia. Consumano di più già adesso i condizionatori d’estate. Oltretutto realisticamente non arriveremo a quei numeri (dato che lo scorso anno sono state vendute in Italia 64mila auto elettriche - ndr): non arriveremo a quei numeri, ma ci sarà un tipping point. L’accelerazione l’avremo nei prossimi anni”.
Bisogna coinvolgere gli amministratori di condominio
Gli ha fatto eco Gianni Catalfamo: “la situazione ideale è quella in cui l’auto si carica di notte. La situazione media di consumo italiano quotidiano è di 41 GigaWatt di prelievo diurno, che. Passano a 24 GigaWatt in notturno”.
Come fare allora per caricare l’auto di notte, nelle case delle città? C’è l’idea è di fare lobby sugli amministratori di condominio, con la consapevolezza che la normativa non è chiarissima e va comunicata bene. Ma da qualche parte bisogna pure cominciare.
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