L’Irlanda fa il botto: Pil 2015 rivisto al 26,3%. Ma ci possiamo fidare?

Antonio Atte

13 Luglio 2016 - 14:52

Il Pil 2015 dell’Irlanda è stato ricalcolato al 26,3% dall’ufficio di statistica del Paese. Lo scetticismo del Financial Times e del premio Nobel Paul Krugman.

L’Irlanda fa il botto: Pil 2015 rivisto al 26,3%. Ma ci possiamo fidare?

Nel 2015 il Pil dell’Irlanda è cresciuto del 26,3%. Il dato sorprendente arriva dall’istituto di statistica irlandese, che ha rivisto al rialzo (e che rialzo) i calcoli sul Prodotto interno lordo per l’anno 2015, inizialmente stimato al già di per sé sorprendente 7,8%.

Numeri da capogiro, che ricordano quelli del boom cinese. Ma come si è arrivati a questa crescita esponenziale? E soprattutto, c’è da fidarsi di queste cifre?

Secondo il Financial Times le statistiche sciorinate da Dublino vanno prese con le pinze. Il quotidiano economico britannico ironizza sulle cifre diffuse dall’Istat irlandese e scrive:

Gli irlandesi hanno scritto alcune notevoli opere di finzione - James Joyce e Flann ‘O Brien hanno prodotto classici immortali. Ora c’è una nuova aggiunta all’opera nazionale - la narrativa ufficiale dell’economia del Paese.

Anche il premio Nobel per l’economia Paul Krugman, in un tweet, ha espresso tutta la sua incredulità per le rosee aspettative di crescita irlandesi, affermando che questa stima sul Pil “non ha senso”.

Pil Irlanda: i motivi del ricalcolo

Le autorità irlandesi hanno giustificato il ricalcolo del Prodotto interno lordo spiegando che nella stima precedente non erano state conteggiate in maniera adeguata le acquisizioni di compagnie attive nel leasing di aerei ma soprattutto le cosiddette “inversioni”, ovvero le società straniere (multinazionali statunitensi per lo più) che decidono di trasferire a Dublino il proprio domicilio o alcuni asset per beneficiare delle super-vantaggiose imposte al 12,5% (come Apple e Google, che hanno scelto la capitale irlandese come loro quartier generale nel Vecchio Continente).

Pil Irlanda: scarsi benefici per l’economia reale

Ma il reale impatto di queste attività sull’economia reale e sulla creazione di posti di lavoro è molto contenuto. La popolazione irlandese si chiede dove sia realmente la crescita tanto sbandierata dal governo e infatti alle ultime elezioni di febbraio ha punito l’attuale premier Enda Kenny, facendogli perdere la maggioranza.

L’Irlanda e i possibili effetti della Brexit

Va detto comunque che quella irlandese è un’economia particolarmente soggetta a fluttuazioni e sul futuro incombe sempre lo spettro della Brexit. Nella classifica dei Paesi più esposti alla Brexit stilata da Standard and Poor’s prima del referendum che ha sancito la fine del matrimonio tra Uk e Ue, l’Irlanda figura al primo posto.

A pesare, per la patria di James Joyce, è la vicinanza con il Regno Unito, con conseguenze e inevitabili sul fronte export, investimenti e migrazione.

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