La discesa dell’Oro è finita? Intervista a Carlo Alberto De Casa (Activtrades)

Dimitri Stagnitto

01/08/2015

L’oro continua la sua discesa dopo il boom del primo decennio del secolo. La discesa sta per finire? Ecco cosa ne pensa Carlo Alberto De Casa, Chief Analyst di Activtrades

La discesa dell’Oro è finita? Intervista a Carlo Alberto De Casa (Activtrades)

Negli ultimi 7 anni abbiamo assistito a una enorme salita dell’oro che ha portato a prezzi record, seguita da una discesa prima rapida e poi lenta e inesorabile. A suo avviso si è trattato di una bolla speculativa o di movimenti giustificabili razionalmente?
Senz’altro il triennio 2008-2011 è stato quello in cui si è verificata la fase più spettacolare della “corsa all’oro”, ma il rally del prezioso aveva già preso avvio con l’inizio del nuovo millennio, quasi quindici anni fa. L’oro, sul finire degli anni Novanta, viaggiava poco sopra quota 250 dollari l’oncia. Le incertezze dei mercati, ma anche una più facile accessibilità agli strumenti per gli investimenti aurei (in primis gli ETF) hanno determinato la corsa dei prezzi del primo decennio degli anni Duemila.
Senz’altro c’è anche una componente irrazionale o, più correttamente, speculativa, e parlo in particolare della fase finale del rally dell’estate 2011, fino a sfiorare i 2.000 dollari l’oncia.

In questi giorni l’oro si avvia verso il supporto psicologico dei 1000$ l’oncia, livello che non si vede dal 2009. Sarà una soglia valida come supporto o il prezzo è destinato a scendere ancora?
Nelle ultime settimane abbiamo assistito ad una discesa importante delle quotazioni, con un ritorno dei prezzi sotto quota 1.100. Sono arrivati importanti flussi di vendita, soprattutto nella notte fra il 19 ed il 20 luglio, nelle ore di negoziazione asiatica.
La liquidità nel mese di agosto è tradizionalmente inferiore, quindi potrebbe essere possibile assistere ad attacchi verso l’area 1.000 (che è comunque ancora lontana diversi punti percentuali). Il trend di fondo è ancora ribassista, attenzione però perché i fondamentali dall’Asia non sono così negativi come spesso si racconta (almeno per il mercato dell’oro). Inoltre il metallo giallo ci ha abituato a sorprese. Quando tutti lo danno per spacciato ecco che arriva un rimbalzo...

Iniziano a circolare le prime opinioni che vedono addirittura un ritorno in area $350 dollari l’oncia entro pochi mesi, si tratta di esagerazioni?
Rispondo a questa domanda ricordando come i costi di produzione dell’oro nel 2013 siano arrivati sopra quota 1.000 dollari l’oncia, per poi decrescere leggermente nel 2014. Ricordava Bloomberg, in uno studio pubblicato a fine 2014, come a 1.150 dollari l’oncia 7 delle principali 19 aziende del settore seguite dal colosso dell’informazione finanziaria stessero estraendo il metallo prezioso in perdita, mentre altre 2 multinazionali si trovassero ad operare con margini di profitto inferiori ai 50 dollari l’oncia.
C’è ancora spazio per ulteriori discese, ma parliamo dell’area 1.000 o al più, in uno scenario davvero limite - ed al momento lontanissimo - dell’area 750-800 (con oltre l’80% delle aziende che lavorerebbero in perdita). Ipotizzare l’oro a 350 al momento mi sembra davvero fantasioso.
La domanda asiatica rimane comunque forte, con i matrimoni indiani che potrebbero fare da traino, e scenari di crisi sempre dietro l’angolo (con la possibilità di nuove corse al bene rfiugio per eccellenza).
La discesa nell’ultimo anno se analizzata in altre divise diverse dal dollaro è molto contenuta. L’oro denominato in euro negli ultimi 15 mesi si è addirittura apprezzato grazie al cambio. In sintesi lo spazio per ulteriori discese è relativamente compresso, penso che già l’area 1.000 possa essere un interessante supporto.

La Cina ha recentemente reso pubblico il dato ufficiale sulle sue riserve d’oro con l’obiettivo di placare le vendite sui mercati finanziari interni, obiettivo non conseguito a pieno. La mossa delle autorità cinesi è stata sensata?
Dopo sei anni la Cina ha annunciato le proprie riserve di oro, che sono salite da poco più di 1.000 tonnellate a oltre 1.600. Un incremento che ha deluso gli operatori, visto che molte stime erano per valori fra 2.500 e 3.000 tonnellate. Di fatto questo dato sta penalizzando la quotazione, con aspettative per acquisti più bassi anche in futuro rispetto a quanto preventivato da parte della Bank of China.
Il World Gold Council ha pubblicato una nota sottolineando come questi dati rappresentino comunque un +57%, tuttavia penso di fondo anche loro condividano il disappunto generale viste le stime decisamente più elevate che circolavano.
Come spesso capita per i dati cinesi poi non c’è la certezza che corrispondano esattamente alla realtà. Anzi non mi stupirei se la Cina continuasse a tenere basso il prezzo comprando tonnellate e tonnellate proprio sui minimi degli ultimi 5 anni.

Lo scorso anno ha pubblicato un libro interamente dedicato all’oro e alla sua storia millenaria: quale pensa che sarà il ruolo di questa commodity così speciale per l’umanità nel XXI secolo?

L’oro è destinato a rimanere una commodity differente da tutte le altre anche in futuro.
Il suo ruolo nei portafogli non è soltanto quello speculativo (cioè ipotizzare una risalita dai 1.100 attuali a 1.200 o 1300 $/oz), quanto piuttosto un ruolo difensivo. Mi spiego: una percentuale di oro fra i propri asset (fra l’1% ed il 10%) può essere un valido strumento di difesa nel caso di crisi valutarie o di cadute della borsa. Quindi l’oro svolge (e credo continuerà a farlo anche in futuro) il tradizionale ruolo di salvagente nelle tempeste dei mercati. Ed il dollaro non resterà forte in eterno...

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