La riforma della Rai diventa legge: ecco tutte le novità

Laura Botti

28 Dicembre 2015 - 18:09

Qualche giorno fa il Senato ha approvato la riforma della televisione pubblica. Tra le novità un Cda più snello, l’introduzione del presidente “di garanzia” e quella dell’amministratore delegato che andrà a sostituire la figura del direttore generale.

La riforma della Rai diventa legge: ecco tutte le novità

Dopo mesi di discussioni e polemiche qualche giorno fa l’aula del Senato ha approvato, con 162 sì, la riforma della governance Rai. L’approvazione è avvenuta per alzata di mano, ovvero senza la registrazione dei voti, dopo quella della Legge di Stabilità che, tra le altre cose, introduce il pagamento in bolletta del canone Rai.

La nuova legge sulla tv pubblica attribuisce un’influenza decisiva a Palazzo Chigi e al Ministero dell’Economia e introduce una serie di novità. Tra i punti salienti un Cda non più eletto dalla Vigilanza, l’introduzione del presidente “di garanzia” e quella dell’amministratore delegato. A tal proposito, dall’entrata in vigore della legge, l’attuale direttore generale Antonio Campo Dall’Orto acquisirà i nuovi poteri previsti per l’ ad mantenendo comunque quelli attuali.

L’amministratore delegato

L’ ad è nominato dal Cda su proposta dell’assemblea dei soci (dunque del Tesoro) e resta in carica tre anni, a meno che non venga revocato prima dallo stesso Consiglio. L’ ad può essere nominato tra coloro che non hanno conflitti di interesse, non possiedono cariche in società concorrenti e non rivestono cariche di governo, anche se ricoperte nei dodici mesi precedenti alla data della nomina.
Tra i suoi principali poteri vi è la nomina dei dirigenti, tuttavia per le nomine editoriali l’ ad deve avere il parere del Cda che, nel caso dei direttori di testata, è vincolante se fornito a maggioranza dei due terzi. L’ ad può inoltre assumere, nominare, promuovere e stabilire la collocazione dei giornalisti, su proposta dei direttori di testata e nel rispetto del contratto di lavoro giornalistico, può firmare contratti fino a 10 milioni di euro e approvare il piano per la trasparenza e la comunicazione aziendale con la pubblicazione degli stipendi dei dipendenti.

Il consiglio di amministrazione

I componenti del Cda, a partire dal 2018, verranno ridotti da 9 a 7. Quattro consiglieri verranno eletti direttamente da Camera e Senato, due saranno nominati dal Governo e uno verrà designato dall’assemblea dei dipendenti Rai. Ogni membro del Cda potrà essere “licenziato” dall’assemblea dei soci solo su approvazione della Vigilanza Rai.

Il presidente di “garanzia”

La figura del presidente di “garanzia” è stata introdotta in prima lettura al Senato tramite un emendamento di Forza Italia. Il Cda elegge uno dei suoi membri alla presidenza dopo aver ottenuto il sì dei due terzi della Commissione di Vigilanza Rai.

Il contratto di servizio e gli appalti

L’articolo 1 prevede il prolungamento a cinque anni della disciplina dei contratti per lo svolgimento del servizio pubblico e il potenziamento del ruolo del Consiglio dei ministri in quanto ad esso viene assegnato il compito di deliberare indirizzi prima di ciascun rinnovo del contratto nazionale. L’articolo 3 detta norme sulla responsabilità dei componenti del cda e prevede la deroga, rispetto all’applicazione del codice dei contratti pubblici, per i contratti aventi per oggetto l’acquisto e lo sviluppo di programmi radiotelevisivi.

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